La Cop30 approva il «Global mutirão» dopo una notte di trattative

(Aggiornamento 20:00) Dopo una notte di rinvii, bozze contestate e consultazioni a porte chiuse, la Cop30 di Belém ha raggiunto un accordo. La plenaria riunita oggi ha approvato all’unanimità il Global mutirão, il documento politico che richiama alla tradizione amazzonica dello sforzo collettivo e che segna la chiusura di due settimane di negoziati serrati.
La maratona diplomatica era proseguita fino all’alba, dopo che ieri sera la presidenza brasiliana aveva annunciato lo slittamento delle plenarie finali in assenza di un testo condiviso. Le bozze circolate nella notte tra venerdì e sabato erano state definite «deboli» da diverse delegazioni e organizzazioni: prive, soprattutto, di qualsiasi riferimento esplicito ai combustibili fossili, responsabili principali del riscaldamento globale. Più di trenta Paesi, insieme all’Unione europea, avevano minacciato di bloccare il testo se non fossero stati inseriti impegni chiari sulla transizione energetica.
Alla fine, il compromesso raggiunto lascia fuori l’uscita da petrolio, gas e carbone, ma apre «nuovi spazi di confronto» per ridurre le emissioni e propone di triplicare entro il 2035 i fondi per l’adattamento dei Paesi più vulnerabili. «Siamo soddisfatti del risultato», ha dichiarato il capo delegazione cinese Li Gao, sottolineando come l’accordo sia arrivato «in una situazione molto difficile» e sia la prova di una «comunità internazionale determinata a collaborare».
Applausi in sala, ma restano le tensioni
L’approvazione del documento è stata salutata dagli applausi dei delegati. A dare il via libera formale, battendo il martelletto, è stato André Correa do Lago, diplomatico brasiliano e presidente della Cop30. «Sappiamo che qualcuno avrebbe voluto maggiore ambizione», ha riconosciuto, aggiungendo che la presidenza lavorerà «per non deludere la società civile». Do Lago ha poi annunciato la creazione di due road map: una per «fermare e invertire la deforestazione» e una per «garantire una transizione equa e ordinata» oltre i combustibili fossili, lasciando intendere che il lavoro continuerà nei prossimi mesi.
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha salutato l’intesa come una vittoria della «scienza» e del «multilateralismo». «In un anno in cui il pianeta ha superato il limite di 1,5 gradi, abbiamo scelto di andare avanti, non di rinunciare», ha dichiarato da Johannesburg durante il G20.
Stati Uniti assenti, UE divisa
Tra i 200 Paesi che hanno approvato l’accordo non figurano gli Stati Uniti, assenti dal summit. L’Unione europea, che ieri aveva guidato il fronte critico, ha infine accettato il compromesso nonostante le riserve sull’assenza di un impegno esplicito alla graduale eliminazione dei combustibili fossili.
La lunga notte di Belém
La maratona negoziale era iniziata quando, nella notte tra venerdì e sabato, la presidenza aveva confermato il rinvio delle plenarie e annunciato che le consultazioni sarebbero proseguite «senza interruzioni». Il testo diffuso poche ore prima era stato bollato come insufficiente, «con lacune inaccettabili» secondo la società civile. L’assenza del termine «combustibili fossili», su pressione di Paesi come Arabia saudita e Russia, aveva aggravato la spaccatura.
La Cop31 sarà in Turchia, con un ruolo all'Australia
Sul piano diplomatico, la giornata ha portato anche un altro risultato: la Turchia e l’Australia hanno trovato un compromesso per la Cop31 del 2026. Ankara ospiterà il vertice ad Antalya e manterrà la presidenza formale, mentre Canberra fungerà da vicepresidente e guiderà i negoziati. «Un consenso importante», ha commentato Recep Tayyip Erdogan, parlando al G20 dopo settimane di stallo
Plenaria sospesa a Belém dopo le proteste di Panama
Colpo di scena alla Cop30 di Belém. Prima la plenaria è stata sospesa a causa delle obiezioni sollevate da Panama e da altre delegazioni sul processo con cui erano stati approvati alcuni documenti collegati alla decisione Mutirão. Poi, dopo una breve interruzione, il presidente della Conferenza, André Correa do Lago, ha riavviato i lavori confermando che i testi contestati «risultano comunque approvati» perché il martelletto era già stato battuto.
La negoziatrice panamense Ana Aguilar aveva denunciato di non aver avuto la possibilità di opporsi al voto su due capitoli sensibili: l’obiettivo globale di adattamento (Global Goal on Adaptation) e il programma di mitigazione. «Avevate promesso un processo trasparente e non è ciò che abbiamo visto», ha affermato, criticando anche la pubblicazione tardiva degli indicatori sull’adattamento, giudicati troppo diversi da quelli discussi nelle settimane precedenti. L’Unione europea ha espresso riserve analoghe: «Non possiamo sostenere gli indicatori nella forma attuale», ha dichiarato il rappresentante Jacob Werksman.
Proteste sono arrivate anche dalla Colombia: «Questa è la Cop della verità e della fiducia», ha detto la delegata Daniela Duran, accusando la presidenza di aver ignorato un punto d’ordine prima dell’approvazione del programma di mitigazione.
Secondo gli analisti presenti, la situazione è «inedita»: nella prassi delle Cop, una decisione è considerata definitiva una volta che il martelletto viene battuto. La sospensione della plenaria, spiegano le stesse fonti, riflette la complessità del momento.
Riprendendo i lavori, André Correa do Lago ha assunto la responsabilità dell’accaduto: «Esprimo il mio profondo dispiacere di non essermi reso conto delle richieste di intervenire delle parti. Come molti di voi, non ho dormito e probabilmente è dovuto a questo, oltre che alla mia età avanzata». Pur confermando la validità dell’approvazione, il presidente ha proposto «ulteriori approfondimenti» sui due capitoli oggetto di contestazione.
Nessuna obiezione, invece, è stata sollevata rispetto alla decisione Mutirão, approvata in mattinata per consenso.
