La Crimea lancia un SOS a Putin

MOSCA/WASHINGTON - Il neo premier della Crimea ha chiesto l'aiuto del presidente russo Vladimir Putin per restaurare la "pace e la calma" nella regione. Lo riferisce la tv di Stato russa. Da parte sua la Russia non ignorerà la richiesta di aiuto dei dirigenti della Crimea, ha reso noto il Cremlino.
"Tenendo conto della mia responsabilità per la vita e la sicurezza dei cittadini, chiedo al presidente Putin di aiutare a garantire la pace e la calma sul territorio della Crimea", ha detto Serghiei Aksionov, nominato dopo la destituzione giovedì scorso del governo locale da parte dei deputati, in un discorso trasmesso per esteso dalla televisione di Stato russa.
Lo stesso premier al momento della sua nomina, avvenuta nel parlamento di Crimea occupato da una trentina di filorussi armati e in mimetica, aveva detto che Victor Yanukovich è il legittimo presidente dell'Ucraina.
Mosca risponde: inviati seimila soldati
È infatti di seimila uomini il contingente russo inviato da Mosca nel territorio autonomo della Crimea. A riferirlo è il ministro della Difesa ucraino, Igor Peniuk, citato da diversi media.
Inoltre il quartier generale della guardia costiera ucraina a Sebastopoli, in Crimea, è sotto assedio da parte di 300 uomini armati che affermano essere stati inviati dal ministro della Difesa russo con l'ordine di occupare il sito. Lo denuncia in un comunicato il servizio di guardie di frontiera ucraine.
In merito il premier ucraino Arseni Iatseniu ha detto che l'Ucraina si rifiuta di rispondere "con la forza" alla "provocazione" russa, dopo il dispiegamento di militari sul territorio della repubblica autonoma di Crimea.
"La presenza inadeguata dei militari russi in Crimea è una provocazione", ma "i tentativi di far reagire l'Ucraina con la forza è fallito", ha detto Iatseniuk aprendo il consiglio dei ministri.
Kiev ha denunciato una "invasione armata russa" in Crimea, afflitta da tensioni separatiste e che ospita la flotta russa del Mar Nero. Per il ministro degli Esteri, Andrei Dechtchitsa, l'accordo con la Russia sullo status della flotta "è stato violato".
Le prime conseguenze politiche: Obama in dubbio per il G8 in programma a Sochi
Barack Obama sta pensando di non essere presente al prossimo vertice del G8 in programma a giugno a Sochi, come prima conseguenza della crisi Ucraina. Lo rendono noto alcune fonti della Casa Bianca ai media Usa. Anche gli alleati europei starebbero pensando al boicottaggio del summit.