Chiesa cattolica

La curia di Lugano migliora i suoi conti, che però restano sempre in rosso

L’assemblea dei delegati della diocesi ha approvato, il 10 settembre scorso, il consuntivo del 2024 – Il disavanzo è stato di oltre 190 mila franchi, nel 2023 era stato di 853 mila franchi – Venduto un immobile a Ligornetto
L'amministratore apostolico della diocesi di Lugano, monsignor Alain de Raemy, ha avviato il risanamento economico-finanziario della diocesi sin dal suo insediamento. ©Gabriele Putzu
Dario Campione
18.09.2025 17:48

Migliorano, e molto, i conti della diocesi di Lugano. Non abbastanza, ancora, per chiudere in attivo, ma certo quanto serve per vedere all’orizzonte più vicino l’agognato pareggio di bilancio.

In un comunicato stampa diffuso oggi pomeriggio, la curia ticinese ha fatto sapere che l’assemblea diocesana dei delegati, il 10 settembre, ha approvato il consuntivo 2024, chiuso con un disavanzo di 190.767,78 franchi. Un dato negativo, sicuramente. Ma molto distante dagli 853 mila franchi del passivo 2023 e dagli 837 mila franchi del deficit 2022.

La «provvidenza», scrive la diocesi nella sua nota, ha dato una mano. Niente nomi e cognomi, soltanto cifre: quasi 277 mila franchi «non preventivati» sono giunti nelle casse diocesane da parte di terzi.

Anche le offerte sono cresciute, di oltre 168 mila franchi, mentre altri 138 mila franchi sono arrivati dallo «scioglimento di fondi preventivamente stanziati».

Scorrendo le due pagine riassuntive dei conti della curia, si scopre che la cura dimagrante avviata tre anni fa, dopo la rinuncia di monsignor Valerio Lazzeri e la nomina di monsignor Alain de Raemy ad amministratore apostolico, ha prodotto alcuni effetti positivi. Ma non tutti quelli desiderati.

«Abbiamo registrato anche un ricavo straordinario dovuto all’alienazione di un immobile a Ligornetto – dice al Corriere del Ticino la vice-economa della diocesi, Alessia Caverzasio – non è nostra politica vendere gli immobili, dalla cui gestione peraltro ricaviamo una buona parte delle entrate, ma quello di Ligornetto richiedeva troppi investimenti e non era più conveniente mantenerne la proprietà».

Le spese generali della diocesi restano tuttora superiori a quelle messe a preventivo, e nuove spese si sono aggiunte. «Sosteniamo finanziariamente le parrocchie più povere, quelle cioè che non riescono da sole a pagare lo stipendio del parroco – dice ancora Alessia Caverzasio –. E pure il progetto abusi ha inciso sul bilancio: abbiamo versato 100 mila franchi di contributo nel 2024 per gli indennizzi alle vittime, gestiti a livello svizzero. Sono costi abbastanza significativi e non preventivati; costi che stimiamo possano crescere in futuro». Il diritto canonico, in materia di abusi, non prevede la prescrizione. È quindi possibile che altre vittime si facciano avanti, anche persone che hanno subìto violenza molti anni fa.

Il risanamento della diocesi ticinese, le cui pesanti condizioni economiche avevano spinto il vescovo Lazzeri alla rinuncia, non si ferma. L’obiettivo, confermato dalla vice-economa al CdT, è di arrivare al pareggio di bilancio entro pochi esercizi finanziari.

Nel frattempo, l’amministratore apostolico ha deciso di coinvolgere i consigli parrocchiali in questo percorso. Incontri specifici saranno organizzati in tutti i vicariati per parlare della gestione economica della Chiesa e delle parrocchie e trovare soluzioni praticabili.