Möbius

«La democrazia non è scontata, senza giovani coinvolti non regge»

Si è chiusa con successo sabato la 29. edizione - Il Grand Prix è stato assegnato a Gota Energy - Premiata anche Maria Grazia Giuffreda
© Ti-Press/Elia Bianchi
Red. Cantone
07.10.2025 00:00

 Tre giorni di incontri. In realtà, tre giorni per riflettere. Il Möbius regala sempre tanti spunti. Lo ha fatto anche in questa 29. edizione, attorno a un tema portante, «giovani e democrazia». Società costruite a misura di chi è già adulto, spesso anziano; giovani ai margini delle scelte che plasmeranno il loro futuro. In questo squilibrio, l’ecosistema digitale ridefinisce informazione, conversazione e partecipazione politica. Tra algoritmi che filtrano la realtà, social che modellano l’opinione pubblica e intelligenze artificiali che producono anche (dis)informazione, ai giovani servono nuove competenze, nuove responsabilità, nuovi spazi di fiducia. In questo senso, tra giovedì e sabato, a Lugano, il Möbius ha messo a confronto dati e pratiche per capire come (e se) la democrazia possa ancora parlare ai giovani: non come destinatari, ma come protagonisti. I premi Nel solco dell’attenzione del Grand Prix al digitale che aiuta ad affrontare il cambiamento climatico, l’edizione 2025 ha visto una selezione particolarmente competitiva. Dopo una valutazione impegnativa, la giuria ha scelto all’unanimità Gota Energy: una tecnologia drop-in che converte alcol da fermentazione in una benzina chimicamente identica alla tradizionale, compatibile con motori e infrastrutture esistenti e con una riduzione stimata fino al 90% della CO₂. A Maria Grazia Giuffreda, direttrice associata del Centro svizzero di calcolo scientifico, è andata invece la quarta edizione del Grand Prix Möbius per l’intelligenza artificiale al servizio della società, per il contributo determinante a un’IA etica, trasparente e orientata al bene comune, anche grazie all’impulso alla Swiss AI Initiative e alle risorse del supercalcolatore Alps. Il Premio Möbius Giovani è andato a «I giovani e il voto» di Riccardo Vosti e Lorenzo Hess, mentre il Premio speciale «Giovani e democrazia» è andato a Chino Sonzogni, promotore e responsabile di La gioventù dibatte (appassionata e a tratti commovente la laudatio di Raffaele De Rosa). Gli incontri Gli incontri sono iniziati già giovedì, con Luca Bertossa, sociologo e direttore scientifico delle inchieste ch-x, il quale ha messo due quarte liceali al centro di un esperimento semplice e potente: leggere il presente dei giovani guardando a trent’anni di dati e a ciò che «conta davvero» per loro. Il laboratorio prende le mosse dal volume Giovani adulti allo specchio, che le classi avevano preparato con il professor Tiziano Moretti. Venerdì, nell’aula magna dell’USI, si sono invece alternati: Eleonora Benecchi (docente e ricercatrice, Istituto di Media e Giornalismo, USI), introdotta dal professor Gabriele Balbi; Federico Germani (ricercatore, Istituto di etica biomedica e storia della medicina, Università di Zurigo), con Giuseppe Laffranchi (Centro di risorse didattiche e digitali del DECS); Oscar Mazzoleni (professore e politologo, Università di Losanna), in dialogo con il caporedattore del Corriere del Ticino Paolo Galli; Paolo Marioni (cofondatore e condirettore di Spedizione Futuro), introdotto dall’economista Remigio Ratti; Colin Porlezza (professore di Giornalismo digitale e direttore dell’Istituto di Media e Giornalismo, USI), in dialogo con Stefano Vassere (direttore delle Biblioteche cantonali e del Sistema Bibliotecario Ticinese); e infine Fabrizio Gilardi (politologo, professore, Università di Zurigo). Appuntamento al 2026 Tre giorni densi hanno lasciato, quindi, una bussola pregiata: rafforzare competenze e spazi di fiducia, progettare tecnologie che servano la società, riportare i giovani al centro come protagonisti. La democrazia diretta elvetica è preziosa ed esigente; non può permettersi cittadini poco o male informati. Se vogliamo che resti vitale, bisogna investire in educazione ai media, qualità del dibattito, progetti concreti che tengano insieme scuola, istituzioni, ricerca, imprese. Alessio Petralli, direttore della Fondazione Möbius: «La nostra democrazia è piccola e preziosa e non è scontata. Senza giovani informati e coinvolti non regge. Il digitale e l’intelligenza artificiale devono diventare alleati di fiducia e partecipazione, non scorciatoie di rumore. Nel trentennale faremo un passo in più, aprendo cantieri che uniscono cultura, scuola e innovazione». L’appuntamento per la 30. edizione a Lugano è già fissato: 1-2-3 ottobre 2026.  

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