L'evento

La diga della Verzasca presa d'assalto dagli scalatori

La prima Red Bull Dual Ascent entra nel vivo: 16 fenomeni dell'arrampicata si sfidano sui 180 metri della parete di cemento, lo scontro finale è per sabato
Una parete praticamente verticale di 180 metri, da scalare in coppia e in competizione contro un'altra formazione, seguendo due vie identiche
Jona Mantovan
26.10.2022 19:00

Aggiornamento del 29 ottobre 2022: La prima edizione della competizione di arrampicata «Red Bull Dual Ascent» è stata vinta dalla coppia Alberto Ginés López (ESP) e Luka Potočar (SLO).

Il postale partito da Locarno è strapieno. Non ci sono dubbi, la prima «Red Bull Dual Ascent» è entrata nel vivo. E il pubblico, si intuisce, non manca. Sedici fenomeni dell'arrampicata si sfidano sulla parete di una delle dighe più alte d'Europa. Dovranno percorrere 180 metri praticamente in verticale sfruttando al meglio gli appigli artificiali installati qualche mese fa. La prestazione richiede circa un'ora, ma per aumentare ancora di più la tensione gli organizzatori hanno scelto la formula dell'eliminazione diretta. Ecco il richiamo della «doppia ascesa» nel titolo della manifestazione. Due coppie di arrampicatori percorrono le due «vie» identiche. La coppia che per prima riesce a salire sul trespolo installato sulla cima passa il turno. La finale sarà sabato «e ci aspettiamo un grande pubblico», spiega Natalie Lupatini, responsabile marketing della destinazione Ascona-Locarno, visibilmente soddisfatta della calda giornata di sole e dell'organizzazione impeccabile. «È una macchina enorme e sta filando tutto liscio», osserva, ricordando come le prime idee del progetto iniziavano a circolare già un anno fa.

«Una sensazione nuova»

«Non ci era mai capitato di arrampicare su una diga artificiale», esclama Jacopo Larcher, arrampicatore di The North Face. Il 33.enne non vede l'ora di muovere i suoi primi passi nella competizione vera e propria. Per il momento, però, si è dovuto accontentare di un assaggio sulla via dimostrativa, più corta. Ma già la cosa promette bene. «È stata una sensazione nuova», ammette.

Ma la sicurezza? Qualcosa può andare storto? Larcher rassicura: «Non può succedere nulla, siamo tutti arrampicatori esperti, conosciamo bene le manovre...». Anche se, a ben guardare, in caso di caduta lo "scivolone" potrebbe arrivare a sei metri, il doppio della lunghezza della corda non assicurata. «Sì, certo, può succedere... Ma anche la caduta ha una sua dinamica, siamo in grado di gestire questa situazione. Certo, se appigliato a cento metri d'altezza ci fosse una persona qualsiasi, allora sì che potrebbe diventare pericoloso!».

È tutto super sicuro. Oserei dire molto più sicuro rispetto a quando ci capita di salire qualche gradino nella vita quotidiana
Giuliano Cameroni, scalatore professionista Red Bull

Anche Giuliano Cameroni, scalatore professionista Red Bull—unico in Ticino nella sua specializzazione ad essere sponsorizzato dalla bevanda alla caffeina—spiega che stare lassù è solo questione di mente. «È tutto super sicuro. Oserei dire molto più sicuro rispetto a quando ci capita di salire qualche gradino nella vita quotidiana». Il 25.enne di Malvaglia, tuttavia, non prenderà parte all'evento come partecipante alla competizione.

Un gruppo variegato

I «convocati» che prendono d'assalto lo sbarramento artificiale hanno provenienze professionali diverse. Larcher li conosce tutti ed è molto felice di questo raduno. «In realtà, non si sente pressione per la competizione. È fantastico ritrovare persone davvero incredibili. Ci sono specialisti della disciplina del boulder (la quale si concentra sui passaggi necessari a superare dei massi, appunto, ndr.), che sono abituati a scalare i blocchi in mezzo ai boschi su a Brione Verzasca, c'è il primo campione olimpico d'arrampicata, vincitore della Coppa del Mondo, poi ci siamo noi, che siamo piuttosto alpinisti», dice, precisando che con «noi» si riferisce alla sua compagna di vita «ma anche di parete, Barbara».

Non si sente pressione per la competizione. È fantastico ritrovare persone davvero incredibili, è come incontrare un gruppo di amici
Jacopo Larcher, arrampicatore professionista The North Face

L'ambiente, insomma, è disteso e rilassato. «È come ritrovare un gruppo di vecchi amici e vedere qualche faccia nuova». Il giovane sportivo professionista, nato e cresciuto a Bolzano ma da 15 anni in Austria, conosce molto bene la Verzasca. «Abito relativamente vicino e ogni tanto trascorro un po' di tempo, come fanno appunto parecchi boulder».

Canali internazionali

Lupatini osserva gli ultimi metri che deve ancora compiere la prima coppia di arrampicatori. Ancora qualche metro di salita per la qualificazione. «Incredibile, sono pazzi!», si lascia sfuggire dall'emozione. L'effetto dell'altezza di questo «gigante di cemento»—reso popolare soprattutto dal celebre film della saga 007, «Golden Eye» (1995), in uno spettacolare tuffo appeso all'elastico di un James Bond che allora era interpretato da Pierce Brosnan (o, in questo caso, dalla sua controfigura)—si fa sentire e la sensazione di vertigine che genera sembra ineluttabile. Meglio mantenere la distanza di sicurezza e non avvicinarsi troppo allo strapiombo oltre il parapetto...
«Mettere in piedi questa iniziativa è stata una grande occasione. Un'opportunità che abbiamo voluto cogliere. Ci aprono dei canali su piattaforme a livello mondiale che noi, da soli, ma anche Ticino Turismo o Svizzera Turismo, non riusciremmo ad avere». 

Il nostro intento è proprio quello di far conoscere le bellezze della regione, allo scopo di stimolare gli ospiti ma anche il pubblico a visitare la valle
Natalie Lupatini, responsabile marketing della destinazione Ascona-Locarno

Anche l'organizzazione in sé è stata una bella sfida. Con un marchio come Red Bull e con partner come The North Face e Corner Card, la "logistica" assume, inevitabilmente, dimensioni "multinazionali": «La casa madre è in Austria, ma i canali di produzione e di comunicazione sono in tutta Europa e qualcosa in Nord America. Si parla tedesco, francese, poi ancora inglese... Sì, bisogna essere poliglotti!», spiega la 39.enne. «Il nostro intento è proprio quello di far conoscere le bellezze della regione, allo scopo di stimolare gli ospiti ma anche il pubblico a visitare la valle. O anche tutta la regione, perché no».

Le manovre (e la fatica)

Intanto, nella palestra dell'amico Enzo, a Malvaglia, Giuliano Cameroni mostra alcuni principi dell'arrampicata. Di fronte a lui, una parete con numerosi appigli. «È stata creata per esercitare vari gradi di difficoltà che possono presentarsi nella risalita della diga della Verzasca. Ci sono vari gradi di difficoltà e lì possiamo arrivare a livelli molto alti, che noi indichiamo con un numero, per esempio "8C" oppure "8B"». Il giovane, dopo aver passato un po' di magnesia sulle mani per migliorare la presa sugli appigli, mostra le scarpette da indossare durante la prestazione. «I piedi sono importanti tanto quanto le mani», sottolinea.

Sulla parete inclinata, nel frattempo, indica alcune prese che corrispondono al livello di difficoltà della competizione. «Piede sul giallo, poi presa nera con la sinistra, piede su quest'altra nera,... con l'obiettivo di arrivare sulla presa bianca, lì in alto», dice indicando un appiglio piuttosto grande rispetto agli altri vicini, ma molto, molto in alto. «Sì, ci vorrà un grande salto,... lo faccio passo-passo». Cameroni è già ciondolante e regge il peso su alcune dita. Sembra improbabile riuscire a completare il passaggio. Con uno scatto improvviso, tuttavia, usando le ginocchia come fossero molle a reazione, eccolo là, con la mano attaccata alla presa che aveva indicato. Una manovra riuscita alla perfezione. Una delle migliaia che gli arrampicatori della Verzasca compiranno fino a sabato, giorno del gran finale.

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