Politica

La falsa notizia sui “pieni poteri” per Mario Draghi

Le elezioni italiane sono sempre più vicine, quali sono le notizie false in circolazione su questo tema? Ne parliamo nella puntata di CdT Check
© EPA/FABIO FRUSTACI
Facta.News
20.09.2022 16:28

Le elezioni italiane sono sempre più vicine e, sui social network, continuano a circolare contenuti di disinformazione, sia in Italia che all’estero.

Negli ultimi giorni si è diffusa la notizia secondo cui dal 24 settembre 2022, giorno precedente al voto, entrerebbe in vigore un decreto che darebbe al presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi «poteri speciali» in grado di mettere in pericolo il corretto svolgimento delle elezioni.

Che cosa c’è di vero in questa storia? Ben poco. Scopriamo insieme i dettagli.

La (fuorviante) notizia

Stando a quanto riportato da alcuni utenti su Twitter (qui, ad esempio), dal 24 settembre 2022 «entrerà in vigore un decreto che conferisce poteri speciali al Presidente del Consiglio». Si fa riferimento alla «coincidenza» per cui la norma entrerebbe in vigore il giorno prima del voto, alludendo indirettamente alla possibilità di brogli elettorali o di manipolazione dei risultati.

La notizia è accompagnata da un link che rimanda al testo del Dpcm (Decreto del Presidente del consiglio dei ministri) n.133 del 1° agosto 2022 che, effettivamente, riguarda le attività della Presidenza del Consiglio dei ministri «propedeutiche all’esercizio dei poteri speciali». Capiamo meglio di che cosa si tratta e cosa si intende con questa espressione.

Dpcm n.133/2022

Il Dpcm 133/2022 è un decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale e che, stando a quanto lì riportato, entrerà in vigore il 24 settembre 2022. Tuttavia, la notizia non deve stupire o far supporre un qualche tipo di pericolo per il corretto svolgimento delle prossime elezioni.

Il decreto non assegna nessun nuovo potere al Presidente del Consiglio, ma ne regola uno già esistente. Si fa, infatti, riferimento al decreto legge 21/2012 che ha istituito il potere di golden power per «salvaguardare gli assetti delle imprese operanti in ambiti ritenuti strategici e di interesse nazionale». La norma permette al governo di avere poteri speciali di veto o di porre particolari condizioni all’acquisto di partecipazioni nei settori della sicurezza nazionale e delle difesa, o in altri ambiti ritenuti di rilevanza strategica e che riguardano l’energia, le comunicazioni o i trasporti.

Come è evidente dall’anno del decreto (2012), la norma è in vigore da ormai diverso tempo ed è stata spesso sottoposta a modifiche che ne hanno ampliato o precisato il raggio d’azione. L’ultimo di questi interventi è il Dpcm attorno a cui ruota il caso di disinformazione di cui ci stiamo occupando, il n.133 del 1° agosto 2022. Le modifiche lì contenute riguardano le attività degli uffici responsabili, la nascita di un «gruppo di coordinamento» e una nuova procedura di «prenotifica» per rendere più efficiente la comunicazione governo-imprese.

Come stanno davvero le cose

Dunque, come emerge dall’analisi del documento, non è vero che a Mario Draghi vengono conferiti dei nuovi «poteri speciali» che potrebbero mettere a rischio il corretto svolgimento delle elezioni dei prossimi giorni.

In realtà, dal 24 settembre 2022 entreranno in vigore alcune modifiche ad un decreto che esista già da dieci anni e che riguarderanno chiunque ricoprirà il ruolo di Presidente del Consiglio. Il decreto riguarda la possibilità del governo di intervenire nei casi di acquisto di quote in aziende italiane dei settori strategici e non c’entra nulla con i processi elettorali.

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