Salute

la FAPAS critica il controprogetto del Consiglio federale

L’associazione chiede più competenze per la Confederazione, produzione interna e maggiore trasparenza per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento
©Chiara Zocchetti
Red. Online
07.10.2025 14:32

L’approvvigionamento di medicamenti in Svizzera è sotto forte pressione e la situazione è considerata critica. Lo sottolinea la FAPAS (Federazione delle associazioni per le persone anziane in Svizzera) nella sua presa di posizione nell’ambito della procedura di consultazione sul controprogetto diretto all’iniziativa popolare «Sì alla sicurezza dell’approvvigionamento medico».

Secondo l’associazione, attualmente oltre 760 farmaci risultano interessati da difficoltà di fornitura, con conseguenze particolarmente gravi per le persone anziane che assumono più medicamenti contemporaneamente. Il ricorso a preparati sostitutivi, avverte la FAPAS, può comportare rischi legati a effetti collaterali, interazioni ed errori di dosaggio, oltre a incidere negativamente sui costi sanitari.

Per affrontare le carenze, l’associazione ritiene necessarie misure più incisive: maggiore trasparenza, obblighi di notifica, migliori scorte, produzione diversificata e una pianificazione a lungo termine, con particolare attenzione ai bambini e agli anziani.

La FAPAS condivide gli obiettivi di fondo dell’iniziativa e del controprogetto, ossia garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, rafforzare la collaborazione tra politica, amministrazione e fornitori, e rendere più affidabili le catene di fornitura internazionali. Tuttavia, critica l’impostazione del Consiglio federale, che attribuisce ancora la responsabilità principale al settore privato e assegna alla Confederazione solo un ruolo sussidiario.

Secondo la FAPAS, la Confederazione dovrebbe poter intervenire direttamente nell’acquisto, nella produzione e nello stoccaggio dei farmaci, seguendo esempi già in vigore in Paesi come Austria e Francia. L’associazione propone anche l’ampliamento del mandato della Farmacia dell’esercito o la creazione di una farmacia federale per garantire la disponibilità di medicamenti essenziali già in tempi normali e non solo in situazioni di emergenza.

Un altro punto centrale riguarda gli antibiotici: la FAPAS denuncia la mancanza di misure concrete per sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuovi principi attivi, in un contesto segnato dall’aumento delle resistenze e dalla ridotta redditività economica di questo settore.

L’associazione sottolinea inoltre la necessità di maggiore trasparenza. Attualmente, una «carenza di fornitura» indica soltanto che un medicinale non è più disponibile presso un grossista, senza però offrire una visione completa delle scorte ancora esistenti in Svizzera. Per questo motivo la nuova piattaforma nazionale dovrebbe essere estesa a tutto il mercato e integrata con quelle internazionali, come la banca dati dell’EMA.

La FAPAS critica anche la dipendenza da India e Cina per la produzione di principi attivi e propone di riportare parte della produzione in Europa, partecipando alle iniziative già avviate dall’Unione Europea. Tra le proposte vi è anche una cooperazione più stretta con l’EMA, ad esempio riconoscendo in Svizzera le autorizzazioni già rilasciate a livello europeo per i farmaci consolidati.

Nella sua sintesi, la FAPAS sostiene un ampliamento delle competenze della Confederazione per garantire un approvvigionamento sicuro e trasparente, estendendo le scorte obbligatorie a tutti i beni medici essenziali, compresi i principi attivi, i diagnostici e i dispositivi. L’associazione deplora infine che la consultazione si sia svolta senza i risultati della Valutazione d’impatto della regolamentazione (VIR) in corso, considerata fondamentale per una discussione completa sull’iniziativa e sul controprogetto.

La presa di posizione è stata firmata dalla presidente Bea Heim, dalla presidente del gruppo di lavoro Salute Laurence Fehlmann Rielle e da David Winizki per conto della FAPAS.