«La formula cooperativa rappresenta la nostra identità»

Thomas Müller lo scorso dicembre è stato eletto presidente del CdA di Raiffeisen Svizzera. Lo abbiamo intervistato, anche per capire i suoi legami col Ticino.
Signor Müller, lei ha lavorato a Lugano e parla perfettamente l’italiano. Ci ricorda la sua carriera a sud delle Alpi?
«Ripenso volentieri al periodo trascorso in Ticino e sono riconoscente di essere di nuovo fortemente legato a questa regione grazie alla mia attuale attività presso Raiffeisen. Io dal 2001 al 2005 ho lavorato alla Banca del Gottardo e ho imparato l’italiano. Poi sono tornato nel 2017 per due anni, quando la EFG aveva comprato la BSI e io mi ero occupato dell’integrazione, in qualità di CEO della banca ticinese».
Lei è stato eletto in dicembre alla testa del CdA di Raiffeisen. Quali sono gli obiettivi che si è dato in questo ruolo?
«Quando ho accettato questa nomina, per me era chiaro che l’obiettivo era continuare con la strategia 2025 già definita due anni fa, in modo da mostrare una stabilità nella gestione della banca a livello strategico. Inoltre il dialogo all’interno del Gruppo ha per il Consiglio di amministrazione di Raiffeisen Svizzera un’elevata priorità»».
Il caso Pierin Vincenz ha fatto molto clamore. Come avete affrontato questa vicenda? E l’avete ormai superata a livello interno?
«Abbiamo preso atto della sentenza del tribunale distrettuale. Raiffeisen Svizzera si è costituita parte civile nel procedimento penale per far valere adeguate rivendicazioni di diritto civile. Penso che le persone distinguano tra Pierin Vincenz e Raiffeisen Svizzera».
Raiffeisen è ormai capillarmente presente nel tessuto sociale ed economico elvetico. Cosa intende fare per aumentare ulteriormente questa presenza e quali sono gli aspetti che vuole migliorare nei rapporti con i clienti?
«La nostra ambizione è essere la banca più vicina ai clienti. Per noi è molto importante, con le nostre agenzie, essere «fisicamente » vicini ai clienti, e questi ultimi devono essere in grado di decidere se vogliono avere una consulenza fisica o online. Per noi questo è importante, perché ognuna delle 219 banche che compongono il gruppo deve conoscere bene i propri clienti, in modo da capire le loro esigenze. In futuro espanderemo il nostro servizio digitale, ma garantiremo sempre la possibilità di venire personalmente in banca e la consulenza resterà gratuita».
Voi siete molto attivi nel mercato immobiliare, soprattutto per quanto riguarda la casa primaria. Ritiene che questo modello sia attuale e vincente in questo momento?
«Chiaramente sì. Questo rappresenta ancora il nostro core business, che produce il 75% dei nostri ricavi. In questo campo possiamo veramente fornire un servizio di prim’ordine. Ma vorremmo comunque aumentare la percentuale dei ricavi del settore finanziario fino al 30% del totale, anche se il ramo dell’abitazione resterà al centro dell’attività, visto che è dove abbiamo sviluppato molte competenze».
Voi avete già dei servizi di gestione patrimoniale. Prevedete una ulteriore diversificazione in questo ambito?
«Noi disponiamo di un mandato di gestione per i nostri clienti. Possiamo offrire la possibilità di dare un mandato giàa partire da 5 mila franchi. Il 94% dei nostri fondi è orientato alla sostenibilità. Si tratta di un fattore molto richiesto dalla clientela e abbiamo sviluppato anche le competenze per gestire i fondi di investimento e i capitali della previdenza, a cui applichiamo questi principi».
La formula di cooperativa che vi contraddistingue è ancora adatta in questo momento? Quali sono le vostre particolarità che vi differenziano dalle altre cooperative?
«La formula cooperativa rappresenta la nostra identità. Noi siamo una cooperativa credibile. Agiamo anche in maniera imprenditoriale, ma comunque non siamo obbligati a focalizzarci su utili a corto termine. Questo ci dà la possibilità di pensare a lungo termine e di reinvestire oltre il 90% degli utili annuali nella nostra struttura, il che ci rende molto solidi, con un’alta capitalizzazione, offrendo una grande sicurezza ai clienti. Questo è il fattore che chiaramente ci differenzia rispetto alle altre banche. Inoltre ogni singola banca Raiffeisen è molto radicata localmente ed è indipendente, con una propria direzione e un proprio Consiglio di amministrazione, e nel contempo può approfittare dell’appoggio di un grande gruppo. Questa particolarità ci dà una grande resistenza nei momenti di crisi».
Il settore immobiliare ultimamente ha conosciuto forti aumenti dei prezzi. Quali sono le vostre previsioni? C’è una correzione dei valori immobiliari in vista?
«Noi abbiamo chiaramente constatato un forte aumento dei prezzi immobiliari, ma la domanda rimane più elevata dell’offerta. Questo significa che i prezzi dovrebbero salire ancora e non ci aspettiamo una forte riduzione dei valori. Probabilmente ci sarà solo un po’ di rallentamento della crescita, perché i tassi di interesse stanno aumentando».
Come si evolveranno a vostro avviso i tassi ipotecari?
«I tassi ipotecari sono saliti, ma si tratta piuttosto di una normalizzazione, perché negli ultimi anni erano bassissimi. Quindi non si tratta di un movimento anomalo. E se entreremo in una fase un po’ più recessiva i tassi non saliranno molto. Tuttavia le banche centrali stanno aumentando i tassi e quindi non torneranno più dove erano prima».
Quanto conta il Ticino all’interno del movimento Raiffeisen?
«Noi siamo molto presenti nella regione, dove esiste anche una federazione che conta 17 banche Raiffeisen, con 246 mila clienti e 120 mila soci. Questo vuol dire che un cittadino su tre è nostro socio. Si tratta di una regione molto importante per noi».