Ristorni

La Francia paga 300 milioni di franchi con sei mesi di ritardo

Non è la prima volta che Parigi nicchia con l’operazione: era già accaduto nel 2015 e 2016
Fotogonnella
Ats
21.12.2018 14:43

BERNA - Con quasi sei mesi di ritardo, la Francia ha infine restituito alla Svizzera oltre 300 milioni di franchi quale ristorno per le imposte percepite sui salari dei frontalieri. La Confederazione ha informato i cantoni interessati che i pagamenti da parte transalpina sono in corso alla Banca nazionale svizzera. Parigi avrebbe dovuto versare la somma già il 30 di giugno scorso e il ritardo francese ha suscitato il malcontento di alcuni cantoni, come Vaud e Giura. Al primo spettano infatti più di 112 milioni mentre il Giura ne attende 25. Non è la prima volta che i francesi nicchiano con i ristorni: era già accaduto nel 2015 e nel 2016. All’agenzia Keystone-ATS, l’ambasciata di Francia a Berna si è accontentata di affermare che i pagamenti sono stati eseguiti. No comment invece su alcuni interventi di deputati vodesi al Gran Consiglio, che avevano chiesto di applicare delle penalità per i ritardi.

Nel 2016 era fallita a Ginevra l’iniziativa promossa dal Mouvement citoyens genevois (MCG) per la soppressione del ristorno alla Francia dell’imposta alla fonte versata dai lavoratori frontalieri. Il MCG affermava che una parte ingente della somma - destinata alle collettività locali francesi - era in realtà «conservata» da Parigi. L’accordo del 1973 prevede il ristorno a Parigi del 3,5% della massa salariale lorda dei lavoratori frontalieri residenti in Francia e attivi a Ginevra, dove i ristorni valgono dai 280 a 300 milioni di franchi all’anno.