Domenica il primo turno

La Francia si mobilita alle urne, Marine Le Pen cerca la vittoria piena

Quasi due elettori su tre sono intenzionati a esprimere la propria preferenza – Sondaggisti molto prudenti sulla possibilità che l'estrema destra riesca a ottenere la maggioranza assoluta – Boom delle deleghe, oltre 2 milioni, e dei votanti online
Marine Le Pen e Jordan Bardella guidano l'estrema destra francese nella tornata elettorale anticipata di domenica prossima. ©Christophe Ena
Dario Campione
27.06.2024 20:38

La Francia si mobilita in vista del voto anticipato di domenica prossima. Il primo turno delle legislative convocate dal presidente Emmanuel Macron all’indomani delle elezioni europee sembra assumere sempre di più le sembianze di un inatteso Armageddon. Una sfida finale tra il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, il Rassemblement National (RN), e il resto dello schieramento politico.

Tutti gli istituti demoscopici annunciano una maggiore partecipazione dei francesi al voto, con percentuali enormemente superiori a quelle delle più recenti consultazioni generali. Se IPSOS ipotizza un’affluenza del 63%, IFOP si spinge addirittura oltre, prevedendo il 66% di potenziali votanti. In ogni caso, un gigantesco balzo in avanti rispetto al 47,8% delle elezioni politiche del 2022 e al 51,49% delle europee del 9 giugno scorso.

I segnali sono univoci: il voto via Internet dei cittadini impossibilitati a tornare in patria per recarsi alle urne, ad esempio, si è concluso a mezzogiorno; subito dopo, il Quai d’Orsay, attraverso l’amministrazione consolare, ha diffuso con un post su X il dato della partecipazione: oltre 410 mila elettori, contro i 250 mila del 2022. Sempre oggi, il ministero dell’Interno ha annunciato, attraverso la sua portavoce Camille Chaize, di aver autorizzato 2.124.918 deleghe per le elezioni di domenica prossima, il doppio rispetto a due anni fa (in Francia è possibile delegare una persona di fiducia per il voto recandosi in un commissariato di polizia o in una caserma della gendarmeria, ndr).

Le intenzioni di voto

La mossa inattesa del presidente Macron - sciogliere le Camere subito dopo il successo dei lepenisti alle europee - ha effettivamente scosso il Paese dalle fondamenta. E in qualche modo accentuato la radicalizzazione in atto del sistema politico, «in bilico - hanno scritto alcuni commentatori - tra paura e speranza».

L’ultimo grande sondaggio nazionale, diffuso questa mattina da Le Monde, e condotto dall’istituto IPSOS, dalla Fondazione Jean Jaurès, dal centro di ricerca politica di Sciences Po, dall’Institut Montaigne, da Radio France e da France Télévisions, ribadisce il consistente vantaggio del blocco di estrema destra, seguito dalla sinistra e dagli ecologisti riuniti attorno al Nuovo Fronte Popolare (NFP), dal blocco macronista (Ensemble) e dai sopravvissuti della destra repubblicana (LR).

La rilevazione, condotta online su campione rappresentativo amplissimo, 11.820 persone iscritte nelle liste elettorali, assegna ai candidati del Rassemblement National il 32% delle intenzioni di voto (con un margine di errore di 1,1 punti), una percentuale molto vicina a quello delle elezioni europee (31,4%), cui bisogna aggiungere un 4% di consensi attribuito ai candidati di Les Républicains appoggiati dal RN nell’ambito dell’accordo tra l’ormai ex leader gollista Eric Ciotti e Marine Le Pen.

Il 36% potenziale di questa inedita coalizione è praticamente il doppio del 18,7% raccolto dal RN nel primo turno delle elezioni legislative di due anni fa.

La sinistra, confluita come detto nell’alleanza del Nuovo Fronte Popolare siglata tra Partito Socialista, La France Insoumise, Verdi e Partito Comunista francese, è al secondo posto con il 29% delle intenzioni di voto (margine di errore di 1 punto), in crescita rispetto al 26,2% ottenuto nel primo turno del 2022 (quando si presentava sotto una sigla diversa e senza i socialisti), ma in calo sul totale dei voti raccolti alle europee dai singoli partiti (poco meno del 32%).

La coalizione del presidente Macron (Ensemble), formata da Renaissance, MoDem e Horizons, è quasi 10 punti dietro la sinistra, con il 19,5% delle intenzioni di voto (margine di errore di 0,9 punti), in risalita comunque rispetto al deludentissimo 14,6% delle europee ma lontana dal 25,7% del primo turno del 2022.

Les Républicains non alleati con il Rassemblement National, o con vari altri esponenti di destra, sembrano infine poter contare sull’8% delle intenzioni di voto (margine di errore di 0,6 punti).

Secondo tempo decisivo

Come in una gara doppia di Champions, anche le elezioni francesi si giocheranno in due tempi. Il secondo molto più decisivo del primo.

La grande incognita è se i lepenisti sapranno o meno conquistare una maggioranza assoluta di 289 seggi o più nell’Assemblea nazionale.

A detta di Gilles Finchelstein, segretario generale della Fondazione Jean Jaurès, «la sinistra potrebbe ottenere un buon primo turno, piazzando bene i propri candidati ben oltre le 384 circoscrizioni in cui è stata in grado di farlo nel 2022. Ma è qui che inizia l’incertezza. Ciò che minaccia la sinistra è il rischio di non poter trasformare i voti in seggi. Alcuni segnali lampeggiano in arancione e convergono intorno alla stessa osservazione: la sinistra ha formato un blocco molto solido al suo interno, ma che può essere poco attrattivo per il resto degli elettori. E questo è decisivo in un secondo turno».

Previsioni incerte

E tuttavia, i sondaggi, anche quelli più favorevoli al RN, sono molto cauti su questo punto. IFOP accredita Le Pen e gli alleati di un risultato oscillante tra i 220 e i 260 seggi, ben al disotto, quindi, della maggioranza assoluta. Bernard Sananès, direttore e fondatore del centro studi Elabe, pensa invece che l’estrema destra unita potrebbe ottenere una «solida maggioranza relativa», forse però insufficiente a governare il Paese. L’istituto di Neuilly-sur-Seine ha calcolato, in base all’attuale equilibrio nelle intenzioni di voto e ai risultati delle precedenti elezioni, che il Rassemblement National potrebbe raggiungere tra i 250 e i 280 seggi, il Nuovo Fronte Popolare tra i 150 e i 170 seggi, Ensemble tra i 90 e i 110 seggi, mentre Les Républicains che non sono con Ciotti, più altre formazioni di centro, potrebbero conquistare tra i 35 e i 45 seggi.

In vista del secondo turno di domenica 7 luglio, quando gli elettori potrebbero essere chiamati a scegliere soprattutto tra candidati del Rassemblement National e del NFP, il cosiddetto «fronte repubblicano», che per decenni ha spinto a un voto utile per bloccare l'estrema destra, sembra non avere più la stessa forza.

Secondo IPSOS, infatti, soltanto il 52% dei cittadini voterà per contrastare il Rassemblement National, mentre il 36% vorrà a sua volta bloccare la coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare. La pregiudiziale anti Le Pen si è insomma molto affievolita. I sondaggisti ne sono convinti: le priorità dei francesi paiono diventate altre, in particolare il potere d'acquisto (54%), l’immigrazione (40%), la sicurezza (26%) e il collocamento della Francia in Europa e nel mondo (24%)».