La giovane sarta tesse i fili del racconto

Qualche volta capita il colpo di fulmine. Questa volta per me la gradita sorpresa è stato Sew Torn dell’americano Freddy Macdonald. La genesi del progetto ha una storia particolare. L’autore, oggi 24.enne, nel 2019 realizzò un corto per essere ammesso al programma di laurea dell’American Film Institute. Prendendo spunto da Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen, il cortometraggio ottenne una certa notorietà. Joel Coen telefonò a Macdonald invitandolo a bere un caffè (invece lui temeva di venire redarguito per l’uso di uno spunto non suo) e spronandolo a farne un lungometraggio. Così narra la leggenda attorno a Sew Torn, presentato con successo ad un grande festival a Austin (Texas) prima di approdare ora a Locarno. Il tempo dirà se le aspettative sono ben riposte. Comunque, il ragazzo mostra grande talento e profonde conoscenze cinefile.
Sew Torn (titolo intraducibile alla lettera ma si potrebbe rendere il senso con «fili strappati» o, in base al suono delle parole, «così combattuta»), pieno di citazioni e allegorie, non solo racconta una storia noir ma si fa metafora di come si costruisce una narrazione. È un esercizio di stile (alla Queneau) con brio, ritmo e verve ironica inesauribili; sostenuti da regia, script, montaggio ineccepibili.
La giovane sarta a domicilio Barbara (Eve Connolly) ha ereditato dalla madre un negozietto di tessuti che va male. Un giorno, sulla strada, s’imbatte in uno strano incidente: due uomini si sono sparati a vicenda perché è finito male uno scambio tra droga e pagamento.
Barbara ha tre possibilità e deve decidere in fretta: andarsene, prendere la valigetta coi soldi, avvisare la polizia. A seconda della scelta, le conseguenze saranno ben diverse. Metaforicamente, il film ripropone quello che è un processo creativo, fatto di incroci e «Sliding Doors». Barbara con ago e filo costruisce intricati percorsi come ragnatele (di pensieri); l’azione si svolge in Svizzera, dove a far da sfondo a questo neo-noir ci sono prati, mucche, gerani alle finestre degli chalet e mazzette da cento franchi. L’ambientazione elvetica nasce dalla coproduzione ma anche dal fatto che la famiglia Macdonald ha abitato per alcuni anni nella Confederazione. E forse anche si è fatto tesoro di certo umorismo nero alla Dürrenmatt.
Prima di vedere Sew Torn sarebbe opportuno un ripasso di alcuni titoli dei Coen: Blood Simple, Fargo, Non è un paese per vecchi e anche Crocevia della morte (Miller Crossing).