L'immagine del Pardo

«La grafica è un profondo atto di cultura»

Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo di Chiasso, fornisce una lettura del manifesto di Sarah e Ciaren Diante scelto per rappresentare la 76. edizione del Locarno Film Festival, unanimamente giudicato molto bello
© Locarno Film Festival/Ti-Press/Massimo Piccoli
Jenny Covelli
08.08.2023 06:00

«La grafica è un'espressione molto importante della cultura». A dirlo è Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo di Chiasso, che esprime il suo plauso al Festival per la volontà di rinnovare la grafica ogni anno, creando curiosità nel pubblico su un aspetto di fondamentale importanza. «Ogni giorno guardiamo e leggiamo la realtà attraverso una forma di trasmissione di conoscenza. Il giornale, i manifesti, la televisione. Tutto ci viene comunicato attraverso una forma grafica». Un aspetto spesso sottovalutato, ma molto importante nella tradizione svizzera: «Basti pensare che abbiamo una bandiera quadrata e tassellata. Siamo gli unici in Europa, e trasmette una importante profondità d'essere».

L'opera di Sarah e Ciaren Diante è stata scelta dalla giuria tra oltre 1.000 progetti provenienti da tutto il mondo per delineare le linee guida grafiche ed estetiche di Locarno76, perché «fa della delicatezza, della suggestione e del rifiuto dell’ostentazione i suoi punti di forza, ponendosi in controtendenza rispetto ai toni dominanti nella comunicazione contemporanea». Un aspetto confermato dalla lettura del manifesto da parte della direttrice del m.a.x.: «Il Locarno Film Festival offre una programmazione di altissimo livello, con un'apertura a 360 gradi sul mondo e a piccoli registi che sanno approfondire la contemporaneità delle tematiche. Neppure la retrospettiva non è "passatista". Il manifesto dei Diante – spiega Cavadini –, a mio modo di vedere è poco coraggioso sotto questo aspetto, poco capace di indagare le dinamiche del contemporaneo, le scelte attuali di pensiero».

Non si tratta di una critica, sottolinea la nostra interlocutrice, ma di una lettura diversa dell'opera. Un'illustrazione legata alla narrazione, «quasi al mondo dei bambini», un’immagine onirica, evocativa, in cui il Pardo si intreccia alla figura di una donna. Gli autori parlano di un manifesto diverso da quelli che in passato hanno rappresentato il Festival. La cui ispirazione deriva, tra le altre cose, da murales enormi e accattivanti ammirati sui lati degli edifici in Costa Rica. «In effetti si tratta di un manifesto molto narrativo», prosegue Nicoletta Ossanna Cavadini, «che si discosta un po' dalla comunicazione grafica, che è molto diretta e comunicativa rispetto a titolo, contenuto e date della manifestazione». Una sfida per chi si occupa di comunicazione e programmazione culturale: l'aspetto grafico deve essere coerente con il messaggio che si vuole promulgare. «Dare un concept a un'immagine e a un contenuto». In questo Sarah e Ciaren Diante hanno voluto osare, per loro stessa ammissione, prendendosi il rischio di sperimentare e introdurre un «modo diverso di fare le cose».

Il m.a.x. museo di Chiasso, fino all’8 ottobre 2023, propone la prima mostra antologica della cinquantennale carriera del graphic designer Orio Galli (1941), grafico, pittore, illustratore, calligrafo e disegnatore satirico. Un aspetto curioso, perché nel 1984 fu proprio Marco Solari, allora direttore dell'Ente Ticinese per il Turismo (e oggi all'ultima presidenza del Locarno Film Festival dopo 23 anni), a scegliere Galli con il suo celebre manifesto Ticino: terra d'artisti. «Un manifesto – conclude Cavadini – che rappresentò il nostro cantone per lungo tempo e non solo all’interno dei confini nazionali, e che ha contribuito a plasmare l’immagine del Ticino creando un immaginario peculiare che non attinge per forza ai luoghi comuni come il boccalino, ma che si riferisce alla storia e alla cultura della regione, passata e contemporanea».

La direttrice del m.a.x. museo di Chiasso, Nicoletta Ossanna Cavadini. © CdT/Chiara Zocchetti
La direttrice del m.a.x. museo di Chiasso, Nicoletta Ossanna Cavadini. © CdT/Chiara Zocchetti
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