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La guerra in Israele intacca (ma non troppo) le ferie d'autunno dei ticinesi

L'attacco di Hamas ha colto di sorpresa gli operatori delle agenzie viaggi, anche se la voglia di partire non manca: «E l'Egitto, per ora, è considerata una meta sicura»
Daniela Molteni, dell'agenzia Kuoni (filiale di Bellinzona) fa il punto della situazione sulle vacanze d'autunno
Jona Mantovan
09.10.2023 20:45

Certo, la guerra in Israele ha colto di sorpresa pure loro, gli operatori delle agenzie di viaggi. Ma non ha intaccato più di quel tanto la voglia di partire dei ticinesi. Che, nel frattempo, continuano a prenotare: Egitto, Mar Rosso, Arabia Saudita. Ma anche Maldive, Canarie, Emirati Arabi, Isole di Capo Verde o Tunisia... Tutte destinazioni considerate sicure, Egitto compreso. D'altronde, i turisti svizzeri che si trovano nelle aree sconsigliate dal Dipartimento federale degli affari esteri della Confederazione (dopo che anche Swiss ne ha interrotto i collegamenti) si contano «sulle dita di una mano», fa sapere Davide Nettuno, portavoce di Hotelplan Svizzera italiana. «Questa mattina una coppia che ha prenotato con Kuoni Ticino è rientrata dalla Giordania. La domenica sarebbe dovuta andare proprio in Israele», afferma Daniela Molteni in collegamento dalla filiale di Bellinzona di cui è responsabile. La settimana è iniziata con una certa frenesia, insomma, e in sottofondo si sente il brusio delle attività frenetiche dell'ufficio. «Ma tra poco avremo una riunione per fare il punto della situazione a livello nazionale. Ci siamo già mobilitati questo fine settimana per far fronte all'emergenza», aggiunge la 51.enne. Una nota stampa nel corso del primo pomeriggio ha poi chiarito che non ci sono clienti Kuoni in Israele. Di più, le agenzie di viaggio hanno annullato le loro offerte di vacanze in Israele fino a nuovo avviso mentre quelle già prenotate possono essere cancellate gratuitamente.

Certo, però, che l'attacco di Hamas è stato un fulmine a ciel sereno. «Nessuno se l'aspettava, o perlomeno non in questa misura», ammette Nettuno. «È vero che Israele è sempre stato un Paese abbastanza instabile. Ma grosso modo le situazioni sono sempre state molto localizzate e molto controllate. Grosse conseguenze per i turisti, fortunatamente, non ce ne sono mai state, però sì, ci ha colti di sorpresa», spiega il 54.enne portavoce di Hotelplan Svizzera italiana. Le fa eco la collega Daniela Molteni di Kuoni: «Sappiamo che ogni tanto possono esserci degli attacchi, ma una scalata di tensione così rapida che portava poi a una guerra vera e propria, in questo momento non ce l'aspettavamo».

«Se la stessa cosa si fosse verificata in Giordania, avremmo avuto decisamente più difficoltà», riprende Nettuno. «Abbiamo partenze programmate per il prossimo futuro prossimamente, quindi bisognerà tenere d'occhio con attenzione la situazione e sperare che il conflitto si risolva o nel peggiore dei casi resti, per quanto sia brutto da dire, all'interno di un'area ben delimitata e che non ci siano allargamenti in Paesi vicini».

Israele non suona proprio come meta turistica e lo conferma la scarsa presenza di turisti dalla Svizzera. «Vero», sottolinea Molteni. «Non è una delle mete predilette, però è molto interessante a livello culturale. Questo periodo, poi, dal punto di vista climatico, è anche molto buono per questa regione. Però occorre sempre prestare attenzione alla situazione. Swiss ha sospeso i voli per Tel Aviv. Un fatto davvero eccezionale»

È un tassello che va ad aggiungersi a delle altre situazioni di instabilità che in qualche modo ci creano dei grattacapo in più
Davide Nettuno, 54 anni, portavoce di Hotelplan Svizzera italiana

Mete sicure

Per Nettuno, poi, l'esplosione di violenza nella guerra in Israele «è un tassello che va ad aggiungersi a delle altre situazioni di instabilità che in qualche modo ci creano dei grattacapo in più. Ma vediamo che le conseguenze, al momento, sono limitate e anche da parte del Dipartimento federale degli affari esteri riceviamo indicazioni tutto sommato tranquillizzanti». «Già, l'Egitto non è sconsigliato, al momento», afferma Molteni. «Ma, per me, le vacanze devono essere un momento di relax». Come dire che è meglio stare comunque alla larga dal Paese africano? «Dobbiamo seguire la situazione e capire come si evolve».

In generale, la situazione israeliana «non ha influito sulle vacanze d'autunno dei residenti nella Svizzera italiana», illustra ancora Nettuno. «La meta oggetto del conflitto non richiama chissà che grandi masse dal Sud delle Alpi e questo ha evitato che ci trovassimo in una situazione delicata. L'Egitto e la Giordania, che sono due tra le destinazioni più richieste, hanno uno sviluppo ancora positivo per ora e possono essere ritenute delle destinazioni sicure in questo momento».

Intanto, anche le altre agenzie hanno tirato le somme sulla loro potenziale clientela nella zona di conflitto: Tui Suisse sta organizzando dei rientri, Hotelplan offre la cancellazione gratuita del viaggio o un'alternativa. Kuoni ha precisato di non avere clienti sul posto. È stata effettuata una nuova prenotazione per una persona, ma non sono previste partenze nei prossimi giorni. L'operatore Kultour, specializzato tra l'altro nei viaggi proprio in Israele, fa riferimento alle raccomandazioni del DFAE sulla sua homepage e sostiene di aver cancellato tutti i viaggi con partenze previste fino a mercoledì 25 ottobre incluso. L'azienda precisa di essere in contatto con i viaggiatori che si trovano ancora sul posto, mentre la maggior parte di loro è già stata riportata in Svizzera.

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