La lapidazione secondo Hani Ramadan

"Ha uno scopo innanzitutto dissuasivo"
Ats
07.09.2010 18:30

GINEVRA - «La condanna alla lapidazione ha uno scopo innanzitutto dissuasivo»: lo sostiene Hani Ramadan, direttore del centro islamico di Ginevra, che invita a «rimettere nel suo contesto» il caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata a morte attraverso il lancio di pietre. Ramadan mette in guardia da quelli che considera pretesti per attaccare l'Iran, sviando l'attenzione dai musulmani uccisi dalle bombe occidentali in Iraq o Afghanistan.

In dichiarazioni riportate oggi dal quotidiano romando «Le Matin», Ramadan ricorda che la 43enne «è stata condannata per adulterio e omicidio». «La pena della lapidazione - aggiunge - è molto difficile da ottenere, perché per pronunciare una sentenza di questo tipo il giudice ha bisogno di quattro testimoni oculari degni di fede, una condizione quasi impossibile da ottemperare». Secondo l'intellettuale svizzero, occorre perciò «essere prudenti: prima di giudicare questa vicenda, è necessario conoscere la natura dei fatti». A suo avviso, il caso è quindi «un pretesto per aggredire l'Iran».