La Lega: «È un principio di equità fiscale»

«Non è giusto pagare imposte su soldi che i cittadini non hanno più». Sintetizzando all’estremo, il succo dell’iniziativa della Lega («Basta spennare il cittadino, cassa malati deducibile integralmente!») in votazione il 28 settembre si fonda su questo principio. Un principio definito dal vicecoordinatore Alessandro Mazzoleni «di equità fiscale» durante la conferenza stampa di presentazione della campagna. «Una misura semplice, concreta» e che, appunto, evita «di far pagare imposte su un reddito di cui non si dispone». Oggi, ricorda ancora Mazzoleni durante la conferenza stampa di Giubiasco, una persona singola può dedurre fino al massimo 5.500 franchi nelle imposte, mentre una coppia può dedurne fino a 10.900. «La nostra proposta chiede di aumentare le soglie in maniera significativa: fino a 9.000 franchi per i single e fino a 18.000 per i coniugi». Di fatto, tramite questa modifica della legge tributaria, i premi di cassa malati sarebbero quindi deducibili integralmente. «La nostra proposta», riprende Mazzoleni, «rientra in un contesto particolare. Il Ticino vive un costante aumento dei premi di cassa malati, con un incremento di circa il 30% negli ultimi cinque anni. Troviamo dunque corretto - a vent’anni dall’ultima modifica - adeguare gli importi deducibili fiscalmente». Inoltre, assicura il vice-coordinatore leghista, l’iniziativa «si riallaccia a quanto già previsto dalla legge federale e cantonale».
«È sostenibile»
Secondo gli iniziativisti, il beneficio per i cittadini sarebbe netto. E misurabile «in un risparmio che va dai 130 ai 1.000 franchi a seconda del tipo di contribuente», osserva Mazzoleni. In particolare, la proposta va incontro ai «pensionati e alle famiglie». Uno degli argomenti dei contrari va però a toccare la corda del minor gettito per lo Stato. «Oltre a essere concreta, l’iniziativa avrà un impatto stimato in 46 milioni di franchi per il Cantone», ribatte il vicecoordinatore. «Questa cifra corrisponde grossomodo all’1% del budget dello Stato». E dunque, chiosa Mazzoleni, «riteniamo che sia sostenibile. Inoltre, abbiamo previsto un’entrata in vigore flessibile in modo da permettere al Governo di verificare nel dettaglio l’impatto e minimizzarne gli effetti».
Due no mal digeriti
«La nostra proposta va a favore del ceto medio», spiega da parte sua Boris Bignasca, capogruppo leghista in Gran Consiglio. Il 70% del gettito che il Cantone perderebbe, andrebbe a beneficio di persone con un reddito inferiore ai 100 mila franchi. Non è vero che questa iniziativa andrà solo a vantaggio dei ricchi». Bignasca, in seguito, dà un’impronta più politica alla questione. «Abbiamo già visto muoversi i contrari all’iniziativa», dice. «Da parte del Consiglio di Stato mi aspetto però una campagna corretta (una presa di posizione ufficiale del Governo sulle iniziative è prevista domani, ndr). Spero che l’Esecutivo informi i cittadini e non faccia propaganda. E spero che non metta l’iniziativa federale sul valore locativo, la ‘‘super RIPAM’’ del PS e la nostra in un unico calderone, confondendo le persone. Ogni iniziativa ha la sua storia, va a toccare leggi differenti». Un altolà al Governo, dunque. Ma anche una frecciatina a Centro e PLR, che durante i rispettivi Comitati hanno deciso di bocciare sia l’iniziativa leghista, sia quella del Partito socialista. «È ovvio che i socialisti siano contrari alle deduzioni fiscali, è nella loro ideologia», premette. «Con Centro e PLR abbiamo portato avanti due iniziative fiscali: una riguardava l’imposta di circolazione, l’altra la riforma fiscale. La nostra iniziativa riguarda importi simili come mancato gettito: da questi partiti mi aspetto quindi correttezza. E che non vengano a dire che si tratta di una misura lacrime e sangue per il Cantone, perché non è così». Anche il coordinatore Daniele Piccaluga la mette sul piano politico. «Sul tavolo c’era anche un controprogetto del partito liberale molto simile alla nostra iniziativa, e invece abbiamo appreso dal Comitato che il PLR è contrario alla nostra iniziativa. Da parte mia c’è un po’ di perplessità. Perché, appunto, in discussione c’era qualcosa di concreto, un controprogetto davvero molto vicino alla nostra proposta. Mi aspettavo quantomeno libertà di voto, invece è arrivato un ‘‘niet’’». Uno «sgarbo», se così vogliamo definirlo, che però non pregiudicherà i rapporti fra i due partiti. «Con il PLR su diversi temi c’è collaborazione, ma non nego che su questa iniziativa specifica e alla luce di un controprogetto molto simile mi aspettavo almeno libertà di voto. Ad ogni modo noi collaboriamo con chiunque abbia buone idee. Idee che possano portare benefici ai ticinesi».
Passati i messaggi politici, restano da chiarire alcune cifre dell’iniziativa. La Lega, come visto, stima in 46 milioni di franchi l’impatto in termini di minore gettito per lo Stato, mentre il Governo aveva stimato 55 milioni. «La genesi delle cifre è stata abbastanza complicata», nota Bignasca. «Si sono messi a fare calcoli due Dipartimenti: il DSS per i sussidi e il DFE per le contribuzioni. Ma i dati non sono mai stati incrociati. Personalmente prendo quelli del DFE, se non altro perché la nostra è un’iniziativa fiscale. Il DFE ha però portato cifre tenendo presente lo scenario peggiore». Restando sulle cifre, va detto che secondo l’Esecutivo i Comuni avrebbero minori entrate di circa 44 milioni (32 per la Lega). Anche agli Enti locali mancheranno risorse, ed è per questo che oggi le città di Mendrisio, Chiasso, Locarno, Bellinzona e Lugano prenderanno posizione anche sull’iniziativa leghista. «Da municipale posso comprendere questa ottica, perché verranno a mancare risorse», rileva Mazzoleni. «Ma è altrettanto vero che i Comuini sono preposti a difendere gli interessi dei cittadini. E la nostra proposta lascia soldi nelle tasche dei loro cittadini».