Berna

La legge sul CO2 per il periodo successivo al 2025 rimane controversa

Con 8 voti contro 3, la Commissione CAPTE-S ha ribadito la volontà della sua Camera di non voler prescrivere una quota fissa per la riduzione delle emissioni in Svizzera – Essa non ritiene realistica la quota del 75% richiesta dal Consiglio nazionale,
© KEYSTONE / GAETAN BALLY
Ats
12.01.2024 17:23

La legge sul CO2 per il periodo successivo al 2025 rimane controversa, per lo meno nei dettagli. La Commissione dell'ambiente, della pianificazione del territorio e dell'energia del Consiglio degli Stati (CAPTE-S) definisce non realistiche diverse decisioni prese dal Consiglio nazionale e punta a ammorbidire la legge optando per «soluzioni pragmatiche».

In quanto firmataria dell'Accordo di Parigi, la Svizzera deve dimezzare le proprie emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Inoltre, dopo l'approvazione popolare, nel giugno 2023, della Legge sulla Protezione del Clima dovrà raggiungere l'obiettivo «emissioni nette zero» entro il 2050.

Per raggiungere questi obiettivi, a dicembre il Consiglio nazionale ha fissato la percentuale di emissioni di gas serra che la Svizzera deve ridurre internamente a un minimo del 75% nel progetto di legge sul CO2 per gli anni dal 2025 al 2030. Il Consiglio federale e il Consiglio degli Stati non intendono formulare un obiettivo quantificato.

Con 8 voti contro 3, la Commissione ha ribadito la volontà della sua Camera di non voler prescrivere una quota fissa per la riduzione delle emissioni in Svizzera. Essa non ritiene realistica la quota del 75% richiesta dal Consiglio nazionale, indicano oggi i Servizi del Parlamento in una nota. La minoranza sostiene invece questo orientamento più deciso verso provvedimenti realizzati in Svizzera.

La CAPTE-S respinge anche, con 7 voti contro 3, la promozione dell'installazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, sostenuta dal Nazionale. Contrariamente alla Camera del Popolo, la Commissione non vuole fissare obiettivi intermedi annuali in relazione ai valori obiettivo di emissioni di CO2 per le automobili nuove.

Tuttavia, la Commissione concorda con il Nazionale su alcuni punti, ad esempio quello riguardante i carburanti rinnovabili. Si oppone infatti all'obbligo di immissione richiesto dal Consiglio federale. che avrebbe comportato un ulteriore aumento del prezzo dei carburanti di circa cinque centesimi. Con 9 voti contro 2, la Commissione intende rinunciare a questo aumento.

Per quanto concerne la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP) la Commissione condivide invece la decisione del Consiglio nazionale: con 5 voti contro 4, approva infatti la riduzione del balzello sia per i veicoli pesanti a propulsione elettrica sia per quelli alimentati con carburanti rinnovabili. Tuttavia, tale riduzione dovrebbe applicarsi soltanto per otto anni a partire dall'entrata in vigore della modifica.

La Commissione propone infine un compromesso nell'ambito dell'imposta sugli oli minerali per le imprese di trasporto concessionarie: tale imposta dovrebbe essere riscossa a partire dal 2026 nelle città, mentre in campagna solo dal 2030. Si dovrebbe inoltre prevedere la possibilità di deroghe per motivi topografici.