La Libia è una polveriera pronta a esplodere

TRIPOLI - La situazione politica, dopo la morte di Gheddafi e la caduta del suo regime, è progressivamente peggiorata. La Libia, oggi, è più sfaldata che mai. Al di là del Mediterraneo soffiano venti di guerra: un conflitto cruento che si sta preparando da più parti. Tutte, o quasi tutte le forze in campo, sono schierate contro lo Stato islamico, giunto in forze, nel Paese, dopo aver abbandonato in gran parte le zone di guerra della Siria a seguito delle migliaia di bombardamenti occidentali e russi che hanno raso al suolo le sue roccaforti. Dietro l'obiettivo di una guerra a tutto campo si nascondono ancora una volta, in realtà, i dissidi tra i Paesi occidentali per accaparrarsi le risorse energetiche del Paese. Si fa la guerra, insomma, affinché non esistano più impedimenti (primo fra tutti l'ISIS stesso) al ritorno della Libia sul mercato energetico mondiale. Lo vogliono soprattutto la Francia e la Gran Bretagna, spalleggiate dagli Stati Uniti. Il Paese, nel quale si combatte su più fronti, è teatro di scontro quotidiano. Nel commento di Gerardo Morina, l'analisi dello stato di un Paese che assomiglia sempre di più a una polveriera pronta ad esplodere.
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