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La lunga giornata di Sergio Ermotti: «Sono onorato»

Il ticinese ricoprirà il ruolo di CEO di UBS, prendendo il posto di Ralph Hamers, a partire dal 5 aprile – «Il compito che mi viene assegnato è urgente e impegnativo» – Reazioni contrastanti da parte dei partiti politici, nomina accolta con favore da borsa e analisti – Il Consiglio federale chiede al Parlamento di sbloccare 109 miliardi
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La lunga giornata di Sergio Ermotti: «Sono onorato»
Red. Online
29.03.2023 07:04
17:40
17:40
La Borsa approva il ritorno di Ermotti, azione sale del 4%

La Borsa ha approvato oggi il ritorno di Sergio Ermotti alla testa di UBS: sul mercato di Zurigo i titoli della grande banca hanno chiuso in progressione del 3,72% a 18,40 franchi. Un'evoluzione quasi perfettamente speculare ha avuto l'azione Credit Suisse (CS), che è salita del 4,03% a 0,80 franchi.

Come noto i due valori sono ormai di fatto legati, in ossequio all'accordo di massima dell'acquisizione: UBS ha offerto di pagare un'azione UBS ogni 22,48 azioni di CS. Al momento dell'annuncio - domenica 19 marzo - l'istituto fondato nel 1856 da Alfred Escher (1819-1882) era quindi valorizzato a 3 miliardi di franchi e la singola azione a 0,76 franchi.

Il buon andamento dei titoli bancari si inserisce in un quadro già di per sé rialzista: l'indice di riferimento SMI ha chiuso oggi in aumento dell'1,15% rispetto a ieri.

16:11
16:11
Chiesto al Parlamento di sbloccare 109 miliardi

Il Consiglio federale ha formalmente chiesto oggi al Parlamento di sbloccare due crediti d'impegno urgenti destinati alla Banca nazionale svizzera (BNS) e a UBS per un totale di 109 miliardi di franchi. Alla luce della crisi del Credit Suisse, l'esecutivo ha anche deciso di «sottoporre a un'accurata valutazione» la regolamentazione «too big to fail» (TBTF).

Come noto, gli scorsi 16 e 19 marzo l'esecutivo ha adottato diverse misure «volte a scongiurare l'imminente dissesto del Credit Suisse, banca di rilevanza sistemica attiva a livello globale». Come sottolineato in un comunicato governativo odierno, si trattava né più né meno di scongiurare «una crisi finanziaria internazionale come pure un danno di enormi proporzioni per la piazza finanziaria svizzera e l'intera economia nazionale».

Il Consiglio federale ha nuovamente ribadito in data odierna che il rilevamento del Credit Suisse da parte di UBS «abbia consentito di raggiungere questo obiettivo minimizzando i costi per lo Stato e i contribuenti, tenuto conto delle circostanze».

Quale misura di sostegno, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha in particolare deciso di mettere a disposizione del Credit Suisse un sostegno di liquidità sotto forma di prestito per un ammontare massimo complessivo di 100 miliardi di franchi. Oggi il Governo ha, come detto, formalmente chiesto alle Camere federali di liberare un credito d'impegno che fungerà da garanzia per la BNS.

Tale credito d'impegno - di 100 miliardi appunto - verrà impiegato solo in caso di necessità, «per permettere al Credit Suisse di proseguire la propria attività e quindi di procedere in modo ordinato all'acquisizione da parte di UBS», precisa il governo. Questi mutui disporranno di un privilegio in caso di fallimento del Credit Suisse. Ciò significa che il loro rimborso avrà la precedenza sulle pretese di altri creditori.

UBS e il Credit Suisse dovranno anche pagare un interesse sul denaro preso a prestito dalla BNS nell'ambito della loro fusione. Il 19 marzo Marlene Amstad, presidente del consiglio di amministrazione della Finma, l'autorità di vigilanza dei mercati finanziari, ha detto che questo ammonterà all'1,5%.

Oltre ai 100 miliardi, il Consiglio federale oggi ha chiesto al Parlamento di sbloccare 9 miliardi di franchi quale garanzia per UBS, «per eventuali perdite su un determinato portafoglio di attivi difficilmente valutabili». Questa garanzia verrebbe applicata solo se la realizzazione di tali attivi dovesse causare a UBS perdite superiori ai 5 miliardi.

Nel comunicato, l'esecutivo sottolinea come le due garanzie non avranno ripercussioni finanziarie dirette per la Confederazione. Conseguenze ci sarebbero infatti solo qualora il Credit Suisse dovesse fallire e la BNS, nonostante i privilegi nel fallimento sopraccitati, subisse una perdita che non potrebbe essere coperta dalla massa fallimentare, oppure se la realizzazione degli attivi assunti con l'acquisizione di Credit Suisse provocasse per UBS, come detto, perdite superiori ai 5 miliardi.

Il Governo ha infine chiesto un credito aggiuntivo - effettivo quindi, ndr. - di 5 milioni di franchi. Questi fondi - che assieme ai due crediti d'impegno saranno esaminati dal Parlamento nella sessione straordinaria di aprile - sono necessari per accompagnare l'attuazione delle misure decise e svolgere un'analisi di quanto accaduto.

Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) è infatti stato incaricato di esaminare nel dettaglio, ricorrendo anche a perizie esterne, le circostanze che hanno reso necessario questo pacchetto di misure. I servizi di Karin Keller-Sutter dovranno anche valutare «accuratamente» la regolamentazione TBTF. I risultati dovranno essere pronti entro un anno.

15:09
15:09
«La Finma non è debole, ma credo che i suoi strumenti possano essere rafforzati»

«La Finma non è debole, ma credo che i suoi strumenti possano essere rafforzati»: lo afferma Marlene Amstad, presidente del consiglio d'amministrazione della Finma, entità al centro di critiche specialmente negli ultimi tempi per il suo operato in relazione a Credit Suisse (CS).

«Abbiamo già strumenti vincolanti, anche se non possiamo comunicare su tutti i casi a causa di vincoli legali», spiega la dirigente dell'autorità di vigilanza in un'intervista pubblicata oggi dal periodico finanziario romando L'Agefi. «Abbiamo controlli in loco o divieti. Il nostro strumento più potente rimane l'enforcement, l'applicazione del diritto».

«Quando interveniamo, l'ordine legale viene ripristinato in media entro quattro mesi», assicura la 55enne. «Utilizziamo in modo molto efficace gli strumenti che il legislatore ci mette a disposizione e per la stragrande maggioranza degli istituti questo ha davvero un effetto».

«Tuttavia, non tutte le lacune vengono colmate», afferma l'accademica, professoressa titolare all'Università di Berna, con studi nella città federale e San Gallo. «Attualmente è in corso una discussione su possibili nuovi strumenti per la Finma». Fra queste figura la possibilità di imporre multe.

Sarebbe una buona idea - chiedono i giornalisti - scindere le varie componenti della futura mega-UBS, come richiesto da taluni? Si tratta di una scelta strategica di UBS«, risponde l'intervistata. »Questa decisione non rientra nel nostro mandato«.

Per il resto nell'intervista Amstad ribadisce la posizione della Finma riguardo a Credit Suisse: era stata già creata una cellula di crisi nell'ottobre 2022; »l'autorità ha agito molto rapidamente, non sulla piazza pubblica ma conformemente al nostro mandato«; una nazionalizzazione di CS avrebbe comportato rischi maggiori per il contribuente; il risanamento non poteva funzionare »in un contesto di mercato molto fragile e queste misure incisive rischiavano di innescare una crisi finanziaria che avrebbe colpito la Svizzera in modo particolarmente duro«; l'azzeramento delle obbligazioni AT1 è previsto nel prospetto di emissione.

15:05
15:05
Nuove grane per Credit Suisse

Credit Suisse (CS) deve ancora una volta far fronte ad accuse di favoreggiamento dell'evasione fiscale negli Stati Uniti: l'istituto continua ad aiutare facoltosi clienti americani a nascondere il loro denaro, stando a un rapporto presentato oggi dal comitato finanziario del Senato (SFC) , un'entità presieduta dal senatore Ron Wyden. La banca respinge gli addebiti.

Stando a quanto riferisce il sito Cnbc.com, Wyden ha dichiarato che proprio questa settimana la sua commissione ha ricevuto nuove informazioni da CS su altri conti americani non rivelati che la banca deteneva dopo il 2014, anno in cui l'azienda, dopo essersi dichiarata colpevole, dovette pagare una multa record di 2,6 miliardi di dollari.

«La cosa era ancora in corso negli ultimi giorni: è stato scoperto che sono stati occultati ancora più soldi e ci sono questioni molto importanti», ha sostenuto il parlamentare democratico 73enne. «È chiaro che è giunto il momento di perseguire l'accusa e di garantire sanzioni che mandino un messaggio forte».

In procinto di essere assorbito da UBS per i noti problemi, Credit Suisse non è d'accordo con le conclusioni di Wyden. «CS non tollera l'evasione fiscale», indica la società in un comunicato. A suo avviso il documento descrive essenzialmente vecchi casi, alcuni dei dei quali risalgono a dieci anni or sono. Da allora la banca ha introdotto misure globali per identificare le persone che hanno cercato di nascondere i beni.

Il nuovo team dirigenziale della banca ha collaborato pienamente con la SFC e ha anche sostenuto di conseguenza il lavoro del senatore Wyden, viene affermato. «La nostra chiara indicazione è di chiudere i conti non dichiarati, una volta identificati, e di disciplinare adeguatamente i dipendenti che non rispettano gli standard di condotta del Credit Suisse». L'istituto sta inoltre cooperando attivamente con le autorità statunitensi per affrontare in modo specifico le questioni legate ai vecchi dossier e continuerà a farlo.

14:10
14:10
Problemi nel settore bancario? «Solo USA e Svizzera»

Le tensioni nel settore bancario «a cui stiamo assistendo nell'area dell'euro sono una ricaduta dei problemi significativi negli Stati Uniti e in Svizzera» ma nell'UE «abbiamo avuto una grave crisi bancaria 15 anni fa e ora abbiamo una regolamentazione e una supervisione bancaria molto rigorosa». Lo afferma in una intervista al giornale tedesco Die Zeit Philip Lane, capo-economista della Banca centrale europea (BCE) e membro del comitato esecutivo.

«Il sistema bancario europeo ha molto capitale e le banche sono state prudenti nelle loro decisioni di prestito», sostiene il 53.enne. «Ovviamente stiamo monitorando attentamente gli sviluppi e stiamo in allerta, ma non ci aspettiamo la stessa situazione degli Stati Uniti o della Svizzera», spiega l'economista irlandese.

La storia delle banche «ci insegna che è molto importante mantenere la fiducia, ma oggi non abbiamo motivo di credere che emergerebbe un grosso problema», aggiunge. «Tuttavia, se fosse il caso, la BCE è in grado di rispondere. Abbiamo molti strumenti, possiamo fornire liquidità e possiamo evitare le corse agli sportelli».

«Le prospettive macroeconomiche sono positive» e in questo scenario «non ci aspettiamo pressioni significative sul sistema bancario», conclude Lane.

12:15
12:15
La borsa e gli analisti accolgono con favore il CEO Ermotti

La borsa e gli analisti accolgono con favore la nomina di Sergio Ermotti alla guida operativa di UBS, istituto impegnato nell'acquisizione di Credit Suisse (CS).

Sul mercato di Zurigo poco prima di mezzogiorno le azioni dei due istituti guadagnavano rispettivamente il 2,0% e l'1,7%, in un quadro generale già rialzista, con l'indice di riferimento SMI in progressione dello 0,9%.

Dall'inizio del 2023 il titolo UBS è salito del 3%, mentre quello CS è sprofondato del 72%. La performance sull'arco di un anno è rispettivamente di -1% e -89% e ancora più marcata è la differenza dell'andamento del corso dell'azione se si prendono in considerazione tre anni: +96% per UBS, - 90% per Credit Suisse.

I commentatori della finanza hanno reagito in modo positivo. «Accogliamo con favore la nomina e riteniamo che Ermotti sia la persona giusta per il difficile compito» della fusione, afferma Vontobel. Il manager aveva già trasformato con successo l'istituto dopo la crisi finanziaria globale.

Secondo la Banca cantonale di Zurigo (ZKB) il cambio di leadership manda un chiaro segnale: l'attenzione è rivolta al successo dell'integrazione di Credit Suisse. Con Ermotti, UBS si porta a bordo un «esperto collaudato della banca e un esecutore efficace». Nel complesso, gli analisti di ZKB ritengono che, sebbene i rischi per UBS aumentino con l'acquisizione di CS, essi saranno più che compensati dai potenziali vantaggi della fusione.

Goldman Sachs sottolinea che la settimana scorsa la futura composizione del team di gestione di UBS è stata un argomento importante nelle discussioni con gli investitori: l'annuncio di oggi fornisce maggiore chiarezza ed è quindi positivo.

Un altro operatore di mercato sostiene che il cambio di CEO indica un cambiamento di priorità: l'integrazione di CS diventerà probabilmente la priorità principale, mentre la precedente attenzione alla crescita organica e alla digitalizzazione passerà in secondo piano. Secondo questa valutazione, Ermotti potrebbe essere la scelta giusta come responsabile della ristrutturazione, perché il numero uno uscente Ralph Hamers è stato portato in UBS soprattutto per la sua esperienza e competenza nell'area della digitalizzazione.

11:43
11:43
UDC e Centro lodano Ermotti, PS-Verdi chiedono una cultura della responsabilità

La nomina di Sergio Ermotti a nuovo Ceo di UBS ha suscitato reazioni contrastanti da parte dei partiti politici. Quelli borghesi hanno lodato la decisione, PS e Verdi hanno chiesto una cultura della responsabilità nella piazza finanziaria.

L'UDC si è detta questa mattina soddisfatta del ritorno di Ermotti in questi tempi difficili. «A quanto pare - ha detto a Keystone-ATS - ha già effetto la mozione dell'UDC» , secondo la quale la maggioranza dei dirigenti delle aziende di rilevanza sistemica deve avere la cittadinanza svizzera. Il consigliere nazionale zurighese Roger Köppel ha commentato su Twitter con «smart» («intelligente»).

Anche la consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter (Centro/BL) ha scritto su questo canale che la decisione è buona e giusta. La nomina del banchiere è «più importante di tutti gli interventi politici».

Il PS non ha commentato la decisione sulla persona. Per il partito socialista, in primo piano vi sono disposizioni efficaci per porre fine alla «cultura dell'irresponsabilità nel settore bancario». Il principio «profitti privati, costi per lo Stato» deve essere fermato e il «casinò finanziario» deve essere chiuso. Le banche devono servire la società e l'economia, non metterle in pericolo.

Il consigliere nazionale Gerhard Andrey (Verdi/FR), ha dichiarato a Keystone-ATS che in definitiva, è necessaria una cultura della responsabilità. Per attuarla, le regole devono garantire che i vertici aziendali si assumano le proprie responsabilità.

09:57
09:57
Le domande della sala

Nel rispondere alle domande della sala, Kelleher ha spiegato che non è stata concordata alcuna tempistica, per il momento. La carica di Ermotti non ha quindi durata limitata nel tempo. «Resterò finché mi vorranno e finché non sentirò che il lavoro è finito», ha dal canto suo aggiunto il ticinese.

Il presidente di UBS ha inoltre allontanato l'idea che la sostituzione di Hamers sia legata a un'inchiesta che lo riguarda: «Le cose sono cambiate. Le due maggiori banche svizzere devono essere integrate l'una nell'altra. Un passo importante non solo per la Svizzera, ma per il mondo intero. Sergio ha le capacità per portare a termine il lavoro».

Il ticinese ha ricevuto la chiamata del presidente di UBS «lunedì della scorsa settimana».

Quanto ha pesato sulla decisione il fatto che Ermotti sia svizzero? «La scelta di Sergio è legata al fatto che è abile in questo compito. Sicuramente aiuta il fatto che sia svizzero – ha precisato Kelleher –, ma abbiamo pensato a lui perché pensiamo sia la soluzione migliore per i nostri azionisti. Non si tratta "solo" di comunicare con Berna (che ha dei buoni traduttori), ma di pensare all'integrazione nel miglior modo possibile».

Il ticinese ha quindi affrontato, su richiesta, la questione legata alla pressione della sua nuova carica, in un momento difficile: «Dobbiamo capire che c'è una reazione emotiva. Fa parte della complessità che siamo chiamati a gestire in questo momento. Qualunque cosa faremo, riusciremo a convincere le persone coinvolte che ciò che stiamo facendo è la cosa migliore per UBS e la Svizzera. È nel migliore interesse dei contribuenti, del governo e dei dipendenti. Sappiamo che dobbiamo fare un buon lavoro. Non dobbiamo affrettarci a prendere decisioni di cui potremmo pentirci. Dateci qualche mese».

Poi, ha aggiunto: «È un momento importante per UBS. È sicuramente una sfida, ma ho sentito un richiamo alla responsabilità».

Hamers ha quindi precisato: «La cosa più importante per noi, come nove giorni fa, è stabilizzare la situazione. Capisco le emozioni, è normale. Non saremo "i numeri uno", in Svizzera ci sono altre banche, saremo solo più grandi in termini di internazionalità, ma ci sono ancora banche più grandi in tutto il mondo. Abbiamo bisogno del supporto di tutte le autorità di regolamentazione in tutto il mondo. Ma quando avremo i piani, vi informeremo».

09:42
09:42
Ermotti: «Sono onorato»

Ha quindi preso la parola Sergio Ermotti: «Sono molto onorato che mi abbiano chiesto di gestire questa transizione in un momento così importante. Sono lieto di vedere che UBS negli ultimi due anni, sotto la guida di queste persone, è andato avanti e in questo difficile momento rappresenta la soluzione e non un problema. Dobbiamo evitare che i contribuenti, in Svizzera, ne risentano. Sono consapevole delle sfide che mi attendono e delle aspettative che ci sono. So che dovremo lavorare duramente. Avete la mia parola, sul mio impegno e del mio team: faremo di tutto affinché questa transazione sia un successo. E affinché si possa scrivere un capitolo di successo. Non vedo l'ora di affrontare questo compito. Cercheremo un equilibrio per tutte le parti in causa coinvolte, dai dipendenti agli azionisti ai clienti. Sono molto contento di collaborare con Ralph nella transizione».

09:40
09:40
Ralph Hamers: «Sergio, ti auguro ogni bene e tanto successo»

Ha quindi preso la parola Ralph Hamers, attuale CEO: «Sono molto fiero del mio team, dei  miei colleghi. Insieme abbiamo reso UBS ancora più forte e questo ci ha permesso di salvare Credit Suisse, sostenere la piazza finanziaria svizzera. Tutto questo porterà un po' di tranquillità ai mercati. Siamo grati ai clienti che sono rimasti con noi in questo periodo. Abbiamo fiducia nei nostri collaboratori e sappiamo che nonostante tutte le sfide di questo ultimo periodo, proseguiremo. La mia strategia per portare avanti UBS è stata altrettanto importante. Gli obiettivi sono stati raggiunti. Ora dobbiamo combinare le due più grandi banche svizzere e fare in modo che sia un successo, per tutta la Svizzera. Ci sarà un cambiamento di leadership perché ci saranno nuove priorità. Sergio, ti auguro ogni bene e tanto successo».

09:35
09:35
Kelleher: «Con la sua esperienza unica, sarà fondamentale»

Colm Kelleher, presidente di UBS, ha preso per primo la parola in conferenza stampa, commentando la scelta di Sergio Ermotti: «Con la sua esperienza unica, sarà fondamentale. Dal 2020, all'interno del CdA, abbiamo creato un ambiente ideale all'interno della Banca. Ralph Hamers, attuale CEO, ha seguito la strategia. È stato fondamentale in queste circostanze estreme nel portare avanti gli interessi di UBS, garandendo la stabilità della piazza finanziaria svizzera. Come sapete, Sergio è già stato CEO, ed è riuscito a far navigare la nave di UBS in acque agitate. Ha dimostrato grande resilienza. E ha raggiunto un cambiamento culturale profondo all'interno della banca, ristabilendo la fiducia degli azionisti».

09:16
09:16
La borsa reagisce bene

Il «grande ritorno» di Sergio Ermotti alla guida operativa di UBS piace ai mercati: nei primi scambi alla borsa di Zurigo il titolo della banca sale del 2,6%. La nomina del 62.enne si riflette anche sul corso di Credit Suisse (+2,4%), istituto in fase di acquisizione da parte di UBS.

Ermotti, che è già stato Ceo di UBS per nove anni, dal settembre 2011 all'ottobre 2020, subentrerà il 5 aprile all'olandese Ralph Hamers, che era proprio arrivato dopo il dirigente ticinese e che rimarrà a disposizione della società sino al termine dell'acquisizione di Credit Suisse. Ermotti lascerà la presidenza di Swiss Re (+0,1%).

07:04
07:04
Torna Sergio Ermotti

Sergio Ermotti sarà CEO di UBS. È stata la stessa banca ad annunciare la nomina del ticinese quale amministratore delegato a partire dal 5 aprile 2023.

Il ticinese tornerà a ricoprire il ruolo di CEO la prossima settimana. L’attuale CEO (dal 1. novembre 2020), Ralph Hamers, ha accettato di dimettersi «nell’interesse della nuova combinazione, del settore finanziario svizzero e del Paese». Hamers rimarrà in UBS e lavorerà al fianco di Ermotti come consulente durante un periodo di transizione per garantire una chiusura positiva della transazione e un passaggio di consegne agevole.

Alle 9.30 è prevista una conferenza stampa.

Il CdA di UBS ha preso la decisione alla luce delle nuove sfide e priorità che UBS deve affrontare, dopo l'annuncio dell'acquisizione.

Sergio P. Ermotti è stato Group Chief Executive Officer di UBS per 9 anni e ha riposizionato con successo UBS a seguito delle gravi sfide derivanti dalla crisi finanziaria globale – si legge nel comunicato stampa –. In particolare, ha rafforzato la solidità finanziaria e migliorato la resilienza. Ha realizzato un profondo cambiamento culturale all'interno della banca che le ha permesso di riconquistare la fiducia dei clienti e di altri stakeholder, ripristinando al tempo stesso l'orgoglio dei dipendenti. Questa esperienza unica, unita alla sua profonda conoscenza del settore dei servizi finanziari in Svizzera e nel mondo, collocano Sergio P. Ermotti nella posizione ideale per perseguire l'integrazione di Credit Suisse». 

Sergio P. Ermotti è attualmente presidente di Swiss Re. Si candiderà per la rielezione alla prossima assemblea generale del 12 aprile 2023 e intende dimettersi «dopo un breve periodo di passaggio di consegne».

Ralph Hamers, citato nel comunicato stampa, ha dichiarato: «L'integrazione di Credit Suisse è il compito più importante di UBS e sono fiducioso che Sergio guiderà con successo la banca in questa fase. Ovviamente mi dispiace lasciare UBS, ma le circostanze sono cambiate in modi che nessuno di noi si aspettava. Mi faccio da parte nell'interesse della nuova entità combinata e dei suoi stakeholder, compresa la Svizzera e il suo settore finanziario».

Ermotti, dal canto suo, si dice «onorato di essere chiamato a guidare questa banca in un momento così importante per tutti i suoi stakeholder e per la Svizzera». «Il compito che mi viene assegnato è urgente e impegnativo. Sono consapevole dell'incertezza che molti provano e prometto che, insieme ai miei colleghi, la nostra piena attenzione sarà rivolta a fornire il miglior risultato possibile per i nostri clienti, i nostri dipendenti, i nostri azionisti e il governo svizzero».