Italia

La mail come l'orazione di Mussolini, salta il manager voluto da Meloni

Claudio Anastasio, nominato dalla premier italiana come presidente della società pubblica 3-I, si è dimesso dopo avere mandato una mail al CdA in cui citava le parole usate dal Duce per rivendicare la responsabilità politica del delitto Matteotti
© Claudio Anastasio (FB)
Red. Online
14.03.2023 15:09

È durato come un gatto in tangenziale. Visto che al personaggio di cui stiamo parlando piacciono le citazioni, raccontando la sua vicenda iniziamo proprio così. Stiamo parlando di Claudio Anastasio, nominato dalla premier Giorgia Meloni come presidente di 3-I, la nuova società pubblica chiamata a gestire il software di INPS, INAIL, ISTAT, nel suo spoil system, «la pratica politica per cui i vertici della pubblica amministrazione vengono sostituiti al momento dell’insediamento di un nuovo governo». Che a Palazzo Chigi è durato, appunto, come un gatto in tangenziale. Cosa è successo?

Ieri mattina, 13 marzo, il presidente ha mandato una mail ai componenti del CdA di 3-I. Una mail svelata da Repubblica che iniziava così: «Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo». È bastata una breve ricerca su Google per scoprire che quelle parole sono state prese dal celebre discorso del 3 gennaio 1925 con cui Benito Mussolini rivendicò la responsabilità politica del delitto Matteotti. Un’orazione considerata dagli storici come l’inizio alla dittatura. Anastasio è andato avanti, sostituendo semplicemente «fascismo» con «3-I». «Il Governo è il mio Partito, è in piena efficienza. Signori, vi siete fatte delle illusioni! Voi avete creduto che 3-I fosse finita perché io la comprimevo, che il Partito fosse così in difetto perché io lo esponevo a confronto, e poi avevo anche la crudeltà di dirlo. Se io la centesima parte dell’energia che ho messo a comprimere 3-I la mettessi a scatenarlo, oh, vedreste allora… la bellezza per l’Italia. Ma non ci sarà bisogno di questo, perché il Governo è abbastanza forte per stroncare in pieno e definitivamente la mia sedizione. L’Italia, o signori vuole la pace di 3-I, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa del fare meglio; gliela daremo con l’amore, se è possibile. E tutti sappiamo che non è capriccio di persona, che non è libidine di governo, che non è passione ignobile, ma è soltanto amore sconfinato e possente per la Patria. Il vostro Presidente di 3-I S.p.A. Claudio Anastasio».

Ebbene, la notizia ha ovviamente fatto il giro dei media italiani, scatenando una bufera politica. E stamattina Claudio Anastasio ha dato le dimissioni. Annunciate, ancora, per e-mail (come riferisce Repubblica e conferma l'ANSA): «Comunico la volontà irrevocabile di rassegnare le mie dimissioni dall'incarico di componente del CdA e presidente della società 3-I S.p.A. con effetto immediato. Ringrazio per l'opportunità e porgo alla società i migliori auguri di ogni successo. Claudio Anastasio».

Una vicenda iniziata malissimo e finita ancora peggio. Senza dimenticare che Anastasio, fondatore di T-Notice ed esperto di identità digitale, sempre stando a Repubblica nel 2018 era stato sanzionato per 7 mila euro dall'Antitrust perché la sua raccomandata elettronica, spacciata per equipollente alla PEC, non lo era affatto e in quanto tale era «ingannevole per i consumatori».