La mappa dell’accessibilità: «Uno strumento prezioso»

Partiamo con un esempio concreto: la Biblioteca cantonale di Bellinzona. Le informazioni che definiscono il grado di accessibilità della struttura pubblica sono le seguenti: «L’entrata - si legge sul sito di Pro Infirmis - è senza scalini; è accessibile con un ascensore o una rampa adatti alle sedie a rotelle»; e ancora: «L’altezza della soglia della porta è di 3 centimetri». Attenzione, però, «la porta (larga 103 centimetri) non è automatica e non è dotata di un citofono». Potremmo continuare elencando altri dettagli che contribuiscono a definire il grado di accessibilità della struttura, come la presenza di un parcheggio per disabili, oppure, molto concretamente, la presenza al suo interno di un gabinetto per disabili. Informazioni preziose che una persona con disabilità preferirebbe conoscere in anticipo, anziché imbattersi in ostacoli, a volte, insormontabili.
Un primo passo
In tutto sono quasi 160 i siti culturali e turistici finiti sotto la lente di Pro Infirmis Ticino che nel 2022 ha avviato un progetto di mappatura grazie alla collaborazione con il DECS, l’Agenzia turistica ticinese (ATT) e le organizzazioni turistiche regionali (OTR). Ancora oggi in Svizzera molti luoghi ed edifici d’interesse pubblico presentano infatti ostacoli architettonici che impediscono o limitano l’accesso alle persone con disabilità. Il progetto «Mappatura dell’accessibilità dei siti culturali e turistici in Ticino», presentato ieri a Bellinzona, ha quindi permesso di raccogliere importanti informazioni destinate a persone con problemi di mobilità, di udito o di vista oppure con disturbi cognitivi. «La mappatura evidenzia quali siti oggi sono accessibili e, nel contempo, fornisce indicazioni sulle criticità ancora esistenti», ha spiegato il direttore di Pro Infirmis Ticino Danilo Forini. Dei 158 siti mappati, 67 risultano «non accessibili». Forini a questo proposito non ha nascosto che si tratta solo di un inizio e che tanto rimane da fare: «Il focus dell’iniziativa era diretto sull’ambito culturale e turistico, ma è chiaro che altri settori potrebbero seguire». Nel suo intervento Forini ha poi sottolineato come i dati acquisiti siano «di tutti». L’auspicio è «che le strutture mappate condividano le informazioni sui propri siti web, magari includendo un link alla pagina di Pro Infirmis, dove è disponibile una scheda dettagliata per ogni luogo analizzato».
Sinergie virtuose
Lo scopo finale del progetto - ha spiegato dal canto suo la direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti - è di favorire l’inclusione culturale e sociale. Un obiettivo esplicitato anche nelle linee programmatiche di politica culturale presentate lo scorso febbraio dal Dipartimento dell’educazione: «Il primo dei dieci obiettivi prefissati punta a valorizzare il patrimonio culturale facilitando l’accesso all’offerta e assicurando la partecipazione e l’inclusione di tutte le categorie della popolazione».
Intanto, l’iniziativa ha già creato nuove sinergie tra socialità, cultura e turismo, ha sottolineato il direttore dell’ATT Angelo Trotta: «Tra gli assi strategici di Ticino Turismo figura la sostenibilità; e uno dei pilastri principali su cui poggia questo concetto è proprio l’accessibilità, ovvero rendere il turismo accessibile anche a chi ha problemi motori, cognitivi o sensoriali». Trotta ha sottolineato come la mappatura costituisca uno strumento prezioso per gli operatori turistici. Un aspetto esplicitato anche da Juri Clericetti, direttore dell’OTR Bellinzonese e Alto Ticino: «L’iniziativa ha messo in evidenza il grande lavoro di sinergia svolto tra i vari enti, a sostegno dell’inclusività come valore sociale e turistico».
Romolo Pignone, membro della Commissione della sessione parlamentare cantonale delle persone con disabilità, attivo nel lavoro di mappatura, ha invece spiegato come queste informazioni spesso possano fare la differenza e, nel contempo, debbano spronare gli enti pubblici a rimuovere le barriere architettoniche ancora esistenti: «A volte basta veramente poco». Fruire a tutto tondo di contenuti culturali può sembrare un aspetto secondario della vita di una persona, ha esordito Pignone: «Ritengo invece sia un segno di grande, grandissima civiltà allestire contenuti culturali fruibili a tutti come anche rendere accessibili tutti i luoghi e gli eventi dove la cultura si manifesta o dove le persone possono vivere momenti di svago o relax».