Spazio

La Nasa studierà gli Ufo: che cosa c’è di vero?

L'agenzia governativa americana che si occupa di programmi e ricerca aerospaziale studierà i fenomeni aerei non identificati: vediamo di cosa si tratta
Facta.News
03.11.2022 15:12

È degli ultimi giorni la notizia secondo cui la Nasa, agenzia governativa americana che si occupa di programmi e ricerca aerospaziale, studierà i fenomeni aerei non identificati (noti anche come Ufo). Ma è davvero così? Vediamoci più chiaro.

La notizia è vera

La notizia è vera, confermata dalla Nasa con un comunicato diffuso il 21 ottobre 2022. Qui si legge che l’agenzia ha selezionato un team composto da 16 persone per partecipare ad uno studio indipendente sui fenomeni aerei non identificati. 

I lavori sono iniziati il 24 ottobre e proseguiranno per nove mesi con l’intento di gettare le basi per futuri studi nel settore. Centrale, nell’attività del team, sarà la raccolta dei dati forniti da «enti governativi civili», «commerciali» e da «altre fonti» per comprendere come questi possono essere analizzati e utilizzati per fare chiarezza sugli Ufo. Una metodologia utile per gli studi del futuro. I risultati saranno pubblicati nel corso del 2023.

Thomas Zurbuchen, amministratore associato della direzione della missione scientifica presso la sede della Nasa a Washington, ha dichiarato che «esplorare l’ignoto nello spazio e nell’atmosfera è al centro di ciò che facciamo», «capire i dati che abbiamo sui fenomeni aerei non identificati è fondamentale per aiutarci a trarre conclusioni scientifiche su ciò che sta accadendo nei nostri cieli».

Che cosa si intende con Ufo

La sigla Ufo sta per Unidentified flying object, «oggetto volante non identificato» in inglese. Nella cultura popolare, l’espressione è diventata celebre perché quegli «oggetti volanti» sono spesso considerati un sinonimo di navicelle aliene, al centro di infinite ricostruzioni più o meno fantasiose. In realtà, l’espressione ufficiale per indicare quei fenomeni non immediatamente comprensibili nel frattempo è cambiata

Oggi l’espressione utilizzata per parlare di fenomeni aerei non identificati è Unidentified aerial phenomenon (Uap). È stata introdotta proprio per prendere le distanze dalla sigla «Ufo» che, oltre a non essere precisa come definizione, era anche troppo spesso associata dal dibattito pubblico al presunto coinvolgimento di oggetti alieni.

Dopo le indagini, i casi di Uap si sono finora rivelati, nella stragrande maggioranza dei casi, aeromobili o eventi naturali. Un Uap può essere, ad esempio, un drone straniero entrato nello spazio aereo di un altro Paese, un raro evento atmosferico o un particolare effetto ottico. Saranno proprio questo tipo di segnalazioni a finire al centro degli studi del team recentemente nominato.

Ad oggi la Nasa non non ha ammesso l’esistenza di un legame tra gli Ufo (o gli Uap) e la vita aliena, come non è mai stata in grado di fornire «alcuna prova credibile di vita extraterrestre». 

Chi studierà gli Uap?

La notizia di un progetto della Nasa dedicato allo studio dei fenomeni aerei non identificati era stata anticipata a giugno 2022. In quell’occasione l’agenzia aveva comunicato che il team di esperti sarebbe stato guidato dall’astrofisico David Spergel, presidente della Simons Foundation di New York (fondazione privata che si dedica a studi scientifici e matematici), e in passato presidente del dipartimento di astrofisica alla Princeton University (New Jersey, Stati Uniti). 

Il resto del team è stato presentato ad ottobre 2022 e comprende fisici, analisti, scienziati e biologi con alle spalle anni di esperienza nello studio dello Spazio, soprattutto per quanto riguarda l’intelligenza artificiale e la sicurezza aerospaziale. 

I partecipanti, che visioneranno esclusivamente dati pubblici (e dunque non avranno accesso ad alcun materiale riservato), sono stati selezionati nel rispetto del Federal Advisory Committee Act, in vigore dal 1972, per stabilire le regole da rispettare per una consulenza obiettiva ed indipendente.

Perché si parla di studio indipendente

Come precisato dalla Nasa, il team svolgerà uno studio indipendente. Con questa espressione l’agenzia spaziale identifica tutte quelle ricerche che garantiscono la collaborazione di esperti in diversi settori.

Lo studio indipendente sarà da intendersi come un «forum interdisciplinare» utile «per sollecitare e coordinare analisi e input della comunità, e fornire consigli» per le future ricerche.

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