La NATO mostra i muscoli a Mosca: mobilitati uomini e mezzi militari

Mentre Putin attende, nel corso della settimana, la risposta scritta di Washington alle richieste del Cremlino di un freno all’espansione della NATO verso est (come previsto venerdì scorso al termine del faccia a faccia a Ginevra tra il Segretario di Stato USA Antony Blinken e il suo omologo russo Sergey Lavrov) l’Alleanza Atlantica ha mostrato ieri di non voler retrocedere di fronte alle pressioni militari di Mosca nei confronti dell’Ucraina.
I Paesi del Patto Atlantico hanno infatti deciso di rafforzare il loro contingente in Europa dell’Est, con diversi Paesi alleati che annunciano l’invio di uomini e mezzi, compresi navi e caccia. Si tratta del primo passo concreto mosso dalla NATO in risposta al dispiegamento, da parte di Mosca, di migliaia di uomini e mezzi militari lungo la frontiera con l’Ucraina. Dal canto loro gli Stati Uniti non escludono la possibilità di dislocare proprie truppe nel Baltico e hanno messo 8.500 soldati in stato di allerta, come ha annunciato il portavoce del Pentagono John Kirby. «È molto chiaro che i russi non hanno alcuna intenzione ora di ridurre le tensioni» sull’Ucraina, ha aggiunto Kirby.
Consultazioni USA-UE
Ieri sera il presidente Joe Biden ha chiamato i leader europei per un giro di consultazioni. Il portavoce del dipartimento di Stato USA Ned Price ha assicurato che gli Stati Uniti non hanno «alcuna divergenza» con gli europei sulle sanzioni contro la Russia in caso di invasione dell’Ucraina. Sempre ieri i 27 ministri degli Esteri dell’UE si sono riuniti a Bruxelles per cercare di coordinare la linea da tenere nei confronti della Russia che venerdì scorso a Ginevra non solo ha chiesto che l’Ucraina non venga ammessa tra i Paesi dell’Alleanza Atlantica, ma ha addirittura preteso che la NATO ritiri le sue truppe da Romania e Bulgaria. In un tale clima di pretese da parte russa e di contromosse da parte dell’Alleanza Atlantica la situazione si fa di giorno in giorno più pericolosa. Il Cremlino attribuisce la colpa del deteriorarsi dei rapporti tra i due schieramenti all’Alleanza Atlantica, colpevole di «acuire la tensione».
Rischio provocazioni
Secondo il Cremlino il rischio che le forze armate ucraine mettano in scena provocazioni nel Donbass ora è più alto. Intanto la crescente tensione in Ucraina ha spinto Stati Uniti, Australia e Regno Unito a predisporre l’evacuazione delle famiglie dei rispettivi corpi diplomatici di stanza in Ucraina. La misura ha indispettito le autorità ucraine che però si sono rallegrate per gli aiuti finanziari promessi dall’Unione europea.
Pacchetto miliardario
La presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha annunciato che Bruxelles ha varato un nuovo pacchetto di aiuti finanziari all’Ucraina da 1,2 miliardi di euro. «L’Ucraina è uno Stato libero e sovrano e l’UE è al suo fianco ed è fermamente impegnata» alla soluzione della crisi, ha aggiunto von der Leyen. «Contiamo sul Consiglio e sul Parlamento europeo per l’adozione di questa assistenza finanziaria di emergenza il prima possibile», ha sottolineato la presidente della Commissione. Ma nel clima rovente che si è creato nelle ultime ore attorno alla crisi ucraina c’è anche chi cerca di gettare acqua sul fuoco. L’Eliseo ha infatti fatto sapere che il presidente francese Emmanuel Macron proporrà al suo omologo russo Vladimir Putin un percorso di de-escalation sulla crisi ucraina, nel corso di un colloquio tra i due statisti previsto nei prossimi giorni. Dal canto suo l’Alto rappresentante per la politica estera UE, Josep Borrell, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’UE ha parlato della necessità di non drammatizziamo la situazione».
«L’UE non ritirerà il suo personale diplomatico dall’Ucraina», ha sottolineato Borrell. Il Segretario di Stato USA si è collegato in videoconferenza al Consiglio europeo. Il mantra è quello dell’unità contro la manifesta strategia di Mosca di spaccare il fronte occidentale. Tuttavia qualche fessura nella posizione europea già si vede.
Diplomazia e bastone per Putin
Per questo il cancelliere tedesco Scholz oggi si sentirà col presidente francese Macron. Berlino siede tra le fila dei prudenti. Ma se la diplomazia fallisse, ha detto Borrell, «siamo ad un punto avanzato nella messa a punto della nostra riposta, che sarà rapida e coordinata, non solo a livello dell’UE ma dal punto di vista internazionale». Sono sanzioni «senza precedenti» contro Mosca sulle quali Borrell ha chiesto discrezione per preservarne «l’efficacia».