Normative

«La nuova legge sulla protezione dei dati? Una grande opportunità»

Manca poco all’entrata in vigore della normativa che riguarda tutti coloro che per lavoro, raccolgono le nostre informazioni – Presentato nei giorni scorsi a Lugano un commentario
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Prisca Dindo
30.07.2023 06:00

Il conto alla rovescia è iniziato. A settembre, entrerà in vigore la nuova Legge sulla protezione dei dati. Una rivoluzione che riguarderà non solo i grandi patron dei social ma pure tutti coloro che, per lavoro, raccolgono le nostre informazioni. Medici, avvocati, grandi distributori, negozianti, garagisti, ospedali, assicuratori. Nessuno sarà risparmiato: neppure lo Stato.

Se ne è parlato nei giorni scorsi a Lugano, in occasione di una tavola rotonda con esperti del settore. Tra loro, anche Rosario Imperiali D’Afflitto, che alla nuova legge ha dedicato un commentario fresco di stampa. I nostri dati fanno gola a tutti: all’azienda per spedirci pubblicità personalizzata, alle assicurazioni per definire nuovi gruppi a rischio ai quali aumentare il premio, agli Stati per capire che tipo di cittadini siamo, ai servizi di incasso per scoprire se siamo dei buoni o cattivi pagatori.

Noi non ce ne rendiamo conto, ma oggi ogni click, e-mail, post, riunione su Teams o Zoom rosicchia, a nostra insaputa, un poco della nostra sfera privata. E la protezione della sfera privata di ognuno di noi è sancita dalla Costituzione. Di fronte alla vorticosa evoluzione delle nuove tecnologie, la Svizzera è dunque corsa ai ripari, seguendo la strada già battuta dall’Unione Europea.

D'ora in avanti, tutti coloro che hanno a che fare con dati dovranno rimboccarsi le maniche e rivedere tutti i loro processi. Chi non si adatterà, verrà multato con multe fino a 200 mila franchi. «Questa nuova legge non è da vivere come un obbligo, ma come un’opportunità» ha commentato D’Afflitto. Nel video spiega il perché…

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