La nuova presidente di Huawei nel braccio di ferro con gli USA

Qualcosa si sta muovendo sul mercato cinese della tecnologia. Movimenti che potrebbero avere un peso anche nei delicati equilibri tra due delle nazioni più potenti in questo campo: gli Stati Uniti e, appunto, il Paese del Dragone. Già, perché ora a capo di Huawei – una delle maggiori aziende tech della Cina – è salita una nuova presidente. Si tratta di Meng Wanzhou, figlia di Ren Zhengfei, fondatore del colosso tecnologico. Un cambio ai vertici che non è di certo passato inosservato e che si staglia sullo sfondo di tensioni tecnologiche pregresse tra le due maggiori potenze. Vediamo insieme come mai questo cambiamento sta catalizzando l’attenzione della parte statunitense.
Un arresto rumoroso
Per capire meglio la situazione è necessario riavvolgere il nastro e tornare indietro fino al 1. dicembre 2018, quando Meng è stata arrestata all’aeroporto internazionale di Vancouver. Una mossa, questa, che ha avuto un forte impatto sui rapporti tra i due Paesi. Erano stati gli americani, infatti, ad aver richiesto all’epoca l’arresto della donna alle autorità canadesi. Ma come mai Meng è finita nel mirino della giustizia d’Oltreoceano? L'erede del colosso cinese era ricercata negli Stati Uniti con l’accusa di aver violato le sanzioni commerciali vigenti contro l’Iran. «Frode ed elusione», per la precisione, le accuse che pendevano sulla testa di colei che allora era la responsabile finanziaria di Huawei.
Braccio di ferro
Ma non solo. Meng in quel preciso momento, come spiega Wired, non era solo la responsabile finanziaria di Huawei. Era anche la personificazione del gigante tecnologico simbolo della seconda potenza mondiale. Un colosso che nel 2018 sembrava lanciato in una corsa senza ostacoli verso il futuro. Tecnologico, sì. Ma con tutte le implicazioni che ne conseguono anche sul piano economico e politico. Un arresto, quello di Meng, che aveva quindi avuto un peso specifico ben superiore alla norma. In quel momento, sul tavolo del mercato dello sviluppo tecnologico si stava giocando un braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina. Una tensione che si è protratta fino al 2021, quando Meng è stata rilasciata e ha potuto fare rientro in patria, dopo che le accuse nei suoi confronti sono state ufficialmente archiviate. E dopo avere trascorso anni ai domiciliari nella sua villa di Vancouver, dietro al pagamento di una cauzione di 10 milioni di dollari.

Valenza simbolica
Dal 1. aprile Meng Wanzhou è quindi la nuova presidente di turno di Huawei e resterà in carica sicuramente per i prossimi sei mesi. Un ruolo che, oggi, prende tutto un altro significato alla luce dei pregressi rapporti con gli Stati Uniti. Il rientro in patria della responsabile finanziaria di Huawei, riporta Wired, era stato infatti accolto dalla Cina come una prova di forza del partito comunista cinese. Raccontando anche il suo rilascio come una sorta di scambio di prigionieri effettuato con i due cittadini canadesi Michael Spavor e Michael Kovrig, che erano in carcere in Cina contemporaneamente agli arresti domiciliari di Meng a Vancouver. Ciò che è certo al momento è che la numero uno di Huawei si trova anche in mano la gestione delle finanze di quello che è un colosso tecnologico simbolo del Dragone e che nel 2020 era il maggior venditore di smartphone al mondo. Ma non solo, l’azienda si è concentrata anche sulla produzione di semiconduttori e cavi sottomarini e ultimamente si è dedicata anche alla fornitura di mezzi digitali per l’amministrazione pubblica e le aziende. Insomma, l’evoluzione tecnologica di Huawei continua e, per i prossimi mesi, continuerà sotto la guida di una donna invisa alle autorità americane. Ma è proprio su questo punto che continuerà a giocarsi la battaglia a braccio di ferro delle due super potenze.
