La Parrocchia di Cademario chiede di poter cambiare il prete

Domenica in un incontro con la Diocesi di Lugano, il Consiglio parrocchiale di Cademario ha chiesto la rimozione immediata del proprio parroco, don Pascal Burri. Una decisione, come si apprende da una risoluzione apparsa sul sito del Comune, sostenuta anche dal Municipio. La medesima richiesta non è però stata avanzata dalle altre Parrocchie in cui don Burri da un anno funge da amministratore parrocchiale: Aranno, Arosio, Breno-Fescoggia, Miglieglia, Mugena e Vezio. All’origine della richiesta proveniente da Cademario vi sarebbero accese differenze di vedute sulle priorità della Parrocchia. La Diocesi ora valuterà la situazione e ancora questo settimana incontrerà don Burri, probabilmente alla presenza dell’amministratore apostolico Alain de Remy. Dopodiché deciderà il da farsi.
«Non lo vogliamo più»
«Il Consiglio parrocchiale di Cademario non recede dalla sua decisione - ribadisce il presidente del Consiglio Antonio Rezzonico, da noi contattato. - Noi don Burri non lo vogliamo più. Anzi, gradiremmo che ci ridesse il più in fretta possibile le chiavi della chiesa». È animata, la voce di Rezzonico al telefono, a testimonianza di un rapporto che, almeno dal suo punto di vista, sembra essersi irrimediabilmente rotto. Non sappiamo se la cosa sia reciproca: don Burri, da noi contattato, rimanda ogni commento a dopo l’incontro in Curia. La proverbiale goccia sarebbe stata l’intenzione di don Burri di diminuire la frequenza delle messe a Cademario, una soluzione invisa al Consiglio parrocchiale. Quanto al sostegno del Comune, ci ha detto il sindaco Enzo Zanotti, esso è figlio di quanto riferito dal rappresentante dell’Esecutivo nel Consiglio parrocchiale, il municipale Lorenzo Forni (che non siamo riusciti a contattare).
E ora?
In tutto ciò, se (e sottolineiamo il se) la Diocesi decidesse di prendere delle misure vi è un altro nodo da sciogliere. Non sarebbe infatti chiaro se de Raemy abbia o meno facoltà di decidere sul caso. Se, cioè, il suo ruolo di amministratore apostolico (e non di vescovo) gli permetta di agire in un caso straordinario come questo. Di certo vi è che a inizio ottobre, a un anno dall’entrata in carica, acquisirà nuovi poteri. Che la rimozione di un parroco sia fra questi (o se già lo sia) è ancora da capire.
Coincidenza vuole poi che le strade di Burri e de Raemy si siano già incontrate in passato. Fu infatti Burri a succedere a de Raemy (nominato vescovo ausiliario della Diocesi LGF - Losanna, Ginevra e Friburgo) quale cappellano delle Guardie svizzere in Vaticano. Incarico per cui sarebbe stato proposto proprio da de Raemy. Inoltre Burri è arrivato in Malcantone a settembre 2022 provenendo proprio dalla Diocesi LGF.