Castagnamo

La raccolta delle castagne 2025 parte da Sonvico

Alla selva di Pian Piret il lancio di CastagnaMo, la campagna che punta a raccogliere 70–75 tonnellate di frutti tra Ticino e Moesano
© Castagnamo 2025
Red. Online
18.09.2025 17:46

«Raccogliere le castagne significa valorizzare le selve castanili e rafforzare la cultura del castagno: è un progetto di società!» È partito da questo concetto il lancio ufficiale della campagna CastagnaMo 2025, presentata questa mattina nella cornice della selva patriziale di Pian Piret, a Sonvico.

La campagna, intitolata «Valorizzazione del castagno e promozione raccolta castagne ticinesi nel Canton Ticino e nel Moesano 2025», prende avvio proprio dalla selva di Pian Piret. Realizzata nel 1895 e recuperata nel 2012, con i suoi 180 alberi secolari è oggi un punto di riferimento per famiglie e appassionati. Qui è stato lanciato l’appello a partecipare alla raccolta, che punta a raggiungere 70-75 tonnellate di frutti tra il 24 settembre e il 4 novembre. «Raccogliere castagne – è stato ribadito – significa contribuire a valorizzare il territorio, favorire la biodiversità e mantenere vive le tradizioni storiche».

La conferenza, moderata da Alessandro Pesce e organizzata dalla Nexus Design di Manno, si è svolta alla presenza del Patriziato di Sonvico, di Sandro Vanini SA e dei rappresentanti delle principali realtà castanicole e scientifiche, tra cui l’Associazione dei Castanicoltori, TIOR SA, l’Istituto WSL e Hochstamm Suisse.

I relatori hanno tracciato il quadro della stagione 2025, sottolineando lo stato di salute delle selve e le prospettive produttive. Fondamentale il sostegno della ricerca scientifica: istituti come WSL e Agroscope hanno fornito negli anni consulenze decisive per la rinascita della castanicoltura da frutto. Altrettanto centrale il ruolo dell’Associazione dei Castanicoltori, che ha concentrato i propri sforzi in campo didattico, avvicinando le scuole a questo patrimonio. Hochstamm Suisse, invece, si occupa della conservazione delle piantagioni di alberi ad alto fusto, mentre Sandro Vanini continua a valorizzare le castagne ticinesi con una gamma di proposte gastronomiche che spaziano dai marrons glacés alle confetture.

Ma le selve di Sonvico non sono solo un presente produttivo: custodiscono una storia che affonda le radici nell’Ottocento. Promosse dall’Ispettorato forestale come risposta ai danni dei disboscamenti, nacquero per ridare equilibrio a un paesaggio fragile. Nel 1892, a Roveraccio, venti ettari di terreno coperti da erica e ginestre furono trasformati in un castagneto ordinato con 824 piante, sostenute da un investimento di 1.463,50 franchi. Tre anni dopo, a Pian Piret, vennero scavate 370 buche e piantati nuovi alberi protetti da ingegnose impalcature di spini e filo di ferro, mentre una terza selva sorse sui monti di Usìn.

Negli ultimi anni, il Patriziato di Sonvico ha continuato l’opera di recupero. A Pian Piret, tra il 2018 e il 2019, è nato un frutteto di conservazione con 26 giovani castagni appartenenti a 13 antiche varietà locali, realizzato in collaborazione con le scuole e grazie al lavoro dell’Associazione dei Castanicoltori e del vivaio di Lattecaldo. A Roveraccio, invece, sono stati riportati in valore oltre 11 ettari di selva con tagli, potature, fresatura delle ceppaie, nuovi sentieri e la costruzione di una pista agricolo-forestale che ne facilita la gestione.

Una storia fatta di impegno e lungimiranza che oggi si traduce in un invito concreto: partecipare alla raccolta, non solo per portare a casa un cestino di frutti, ma per contribuire a un progetto che tiene insieme identità, economia e paesaggio.

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