La riforma delle ARP? «Nessun altro onere per i Comuni»

Tre pagine non tanto per entrare nei dettagli tecnici del progetto, quanto per ribadire un semplice concetto: con la riforma delle autorità di protezione (ARP) non vengano riversati nuovi oneri finanziari ai Comuni.
L’associazione comuni ticinesi (ACT), dopo il piccato comunicato inviato a fine ottobre con cui ha incolpato il Cantone di ridurre il margine di manovra (finanziario ma non solo) degli enti locali, in questi giorni ha preso posizione pure sul progetto di Legge in materia di protezione del minore e dell’adulto messo in consultazione dal Governo in settembre. Si tratta, in sintesi, delle modifiche di legge che porteranno alla «cantonalizzazione» delle attuali ARP, un principio approvato dal popolo nel 2022. Una presa di posizione con cui, come detto, l’ACT ha rinunciato «in larga misura a esprimere osservazioni specifiche sui singoli articoli» di legge, ribadendo però due concetti. In primis che gli enti locali condividono «la necessità e l’urgenza di una riorganizzazione delle ARP», ma soprattutto che – e questo è il punto centrale, ribadito più volte, della missiva datata 7 novembre –, che i Comuni non vogliono assumersi nuovi oneri causati dalla riforma voluta dal Cantone.
Dalla premessa alla frecciatina
Quale introduzione, l’ACT ricorda che «inizialmente le ARP non figuravano tra i temi prioritari della prima fase» del progetto Ticino2020, che dovrebbe ridefinire i flussi finanziari tra i due livelli istituzionali. «Nel Comitato strategico si era concordato un “gentlemen agreement” secondo il quale questo capitolo poteva essere aggiunto al dossier e considerato nei calcoli della neutralità finanziaria del progetto», ricorda l’associazione, secondo cui «il Consiglio di Stato ha quindi voluto e ottenuto che le ARP diventassero di loro esclusiva competenza». E fin qui, tutto bene. Ma – si legge ancora nella presa di posizione – «quello che non troviamo corretto è che tutto il progetto Ticino2020 sia stato svalorizzato dopo che il tema ARP (e il relativo finanziamento) sia stato inserito quale conditio sine qua non in Ticino2020». È utile ricordare, aggiunge l’ACT, «che Ticino2020 doveva perseguire l’obiettivo di ristabilire il cosiddetto principio di equivalenza “chi comanda, paga”. Ma alla prova dei fatti è stato disatteso, non per colpe imputabili ai Comuni».
Entrando più nel dettaglio, l’associazione ricorda poi che a più riprese i rappresentanti cantonali hanno in passato confermato che tutti i dipendenti comunali operanti nelle ARP «sarebbero stati assunti dal Cantone e se del caso ricollocati presso altre strutture cantonali». E in questo senso ACT chiede che la promessa sia mantenuta. Al capitolo logistica, l’ACT rileva poi che «alcune sedi o uffici comunali sono messi a disposizione dai Comuni alle Camere di protezione (...)», ma i Comuni «non intendono mettere a disposizione la logistica o dei materiali» per la futura riforma, e tutto ciò andrà «posto a carico del Cantone». Ma non solo. Ai Comuni andrà «pure considerato un compenso/indennizzo monetario adeguato per l’affitto di tali spazi». Lo stesso principio è ribadito pure per tutti i servizi che ruotano attorno alle ARP: «(...) se ai Comuni si volesse chiedere un accresciuto impegno a sostegno delle Preture di protezione nella fase di accertamento della situazione e soprattutto nella messa in atto delle misure di protezione per il tramite dei servizi sociali comunali, allora questi servizi dovranno essere rimborsati dal Cantone».
L’associazione non manca poi di lanciare una frecciatina direttamente al Governo. «Osserviamo pure che la discussione attorno a un importo dell’ordine di circa 20 milioni di franchi (ndr. ossia il costo della riforma) – nel contesto delle notevoli compensazioni complessive derivanti da Ticino2020 – può sembrare un atteggiamento da “bilancino”». Ma, scrive l’ACT, «esso riflette tuttavia – e purtroppo – l’approccio imposto dal Consiglio di Stato alla questione, ormai ossessiva, della neutralità finanziaria di Ticino2020».
Lapidaria, poi, la conclusione: «A futura memoria ACT vuole essere molto chiara. I Comuni non intendono finanziare ulteriormente eventuali nuovi oneri o aumenti di spesa che il Cantone dovrà assumersi in futuro per finanziare le nuove ARP, e ciò né attraverso richieste di finanziamento una tantum (...), né con la creazione dell’ennesimo flusso finanziario».