La rivelazione: l'MC-21 non è davvero russo al 100%

Lo scorso 28 ottobre, in Russia, un secondo Yakovlev MC-21 è decollato per la prima, primissima volta nella sua versione russificata. Ovvero, in una variante senza sistemi e componenti occidentali. Di qui la denominazione differente rispetto al predecessore: MC-21-310 invece di MC-21-300. L'aereo, secondo il portale russo ATU, ripreso da aeroTELEGRAPH, era già in servizio nel 2021 ma con un'altra registrazione. La conversione, fra le altre cose, è incentrata su un'ala composita «casalinga». Un secondo MC-21-310 è in volo dall'aprile del 2025. Secondo il consorzio di produttori United Aircraft Corporation, parte del conglomerato della difesa Rostec, l'MC-21 appena decollato sarebbe stato il primo a operare, come detto, senza componenti occidentali. In realtà, le cose non stanno esattamente così.
Che lo smarcamento dall'Occidente fosse un problema, per Yakovlev come per tutti gli altri produttori di aerei in Russia, già si sapeva. La notizia, ora, è che al di là dei tanti sistemi recentemente sostituiti – i comandi della cabina di pilotaggio, gli stabilizzatori, l'aria condizionata, il sistema frenante, l'unità di potenza ausiliaria, il sistema di alimentazione, ruote e pneumatici – l'MC-21 non è ancora al 100% russo. ATU, citando Dmitry Yadrov, a capo dell'Agenzia federale per il trasporto aereo Rosaviatsiya, ha spiegato che cinque componenti chiave non sono ancora stati sostituiti: il sistema antighiaccio, il sistema di aspirazione dell'acqua, il sistema di allerta traffico e prevenzione delle collisioni (TCAS), il radar meteorologico e l'alimentazione elettrica.
Strando a Rostec, la società madre di UAC e quindi di Yakovlev, la certificazione dell'MC-21 russificato è prevista per la fine del 2026. Il velivolo appena decollato dovrebbe rispettare tale scadenza, anche se permangono forti dubbi sulle capacità russe di iniziare una produzione in serie. Al riguardo, giova ricordare che nell'autunno del 2022 il vicedirettore generale di Rostec, Vladimir Artyakov, parlando del Superjet 100 – pure in fase di russificazione – aveva dichiarato che sarebbe stato impossibile rimuovere al 100% i componenti esteri. «Ma i nostri partner ci aiuteranno sempre in questa questione» aveva spiegato Artyakov, riferendosi alla possibilità che Paesi amici della Russia avrebbero potuto compensare. A oggi, non è dato sapere quali componenti stranieri ancora fanno parte del Superjet. L'impresa, insomma, rimane titanica.
