La Russia dovrà pagare 2,6 miliardi di dollari a Yukos Capital

Il Tribunale federale (TF) respinge il ricorso della Russia contro un arbitrato a favore di Yukos Capital. Mosca deve ora pagare al gruppo 2,63 miliardi di dollari. Si tratta di una parte dei prestiti concessi da Yukos Capital a Yukos Oil Company prima del fallimento di quest'ultima nel 2006.
La Federazione Russa sosteneva davanti alla prima Corte di diritto civile che il tribunale arbitrale ad hoc convocato a Ginevra non era competente per trattare il caso. In particolare, argomentava che il gruppo fondava la sua richiesta sul Trattato sulla Carta dell'Energia (TCE). La Russia aveva aderito solo a titolo provvisorio a questo accordo nel 1994.
Nel 2009, la Federazione aveva annunciato pubblicamente che non avrebbe ratificato tale trattato. I contratti per i crediti concessi alla Yukos Oil sono stati risolti nel dicembre 2003 e nell'agosto 2004. L'oligarca e futuro oppositore Mikhail Khodorkovsky era allora Ceo della Yukos Oil.
In una sentenza pubblicata oggi, il TF ritiene che l'adesione provvisoria al TCE non esoneri la Russia dagli obblighi previsti dal trattato. Inoltre, l'applicazione provvisoria del trattato non è contraria al diritto interno russo.
La critica della Federazione, secondo cui il ricorso sarebbe abusivo e relativo a prestiti di provenienza illegale, è stata respinta. Mosca sosteneva che questi prestiti mirassero solo a eludere l'imposta.
Yukos Capital è stata fondata all'inizio del 2003 secondo il diritto lussemburghese. Questa società di finanziamento doveva servire gli interessi del gruppo Yukos. I prestiti concessi alla Yukos Oil sono stati finanziati da prestiti sottoscritti dalla Yukos Capital presso altre due società. Queste ultime erano indirettamente controllate dalla Yukos Oil e facevano quindi parte della stessa costellazione di aziende.
Dopo un controllo, le autorità fiscali russe hanno chiesto alla Yukos Oil il pagamento di circa 24 miliardi di dollari di imposte per gli anni dal 2000 al 2004. Hanno accusato la società di aver commesso diversi reati fiscali.
L'intimazione di Yukos Oil e i sequestri di attivi hanno portato alla bancarotta del gruppo nell'agosto 2006 e al suo smantellamento. Le richieste avanzate da Yukos Capital nel corso della procedura fallimentare non sono state prese in considerazione. Durante un'asta poco trasparente, Yukos è stata venduta a società di Stato russe dirette dal consorzio energetico Rosneft.
Oppositore dichiarato del presidente russo Vladimir Putin, Mikhail Khodorkovsky è stato graziato nel dicembre 2013 dopo dieci anni di carcere. Attualmente vive a Londra.