Tensioni

La Russia fa paura: i Paesi baltici costruiscono una «ferrovia strategica»

Estonia, Lituania e Lettonia vogliono realizzare Rail Baltica: una linea ad alta velocità che colleghi i tre Stati al cuore dell'Europa – Un tempo era solo un progetto positivo per economia e ambiente, ma oggi, con la guerra in Ucraina, si tratta anche di una questione di sicurezza – I costi, però, frenano le ambizioni
© EPA/TOMS KALNINS
Red. Online
11.11.2024 09:32

Mentre Trump prova a fermare la guerra in Ucraina telefonando a Putin, i Paesi baltici, vicini alla Russia, intensificano gli sforzi nei loro progetti. In particolare, nella creazione di Rail Baltica: una linea ferroviaria ad alta velocità, lunga 870 chilometri, che attraverserà Estonia, Lettonia e Lituania. Un'idea di diversi anni fa, a dirla tutta, con l'obiettivo di integrare i Paesi Baltici nella linea ferroviaria europea. Ma col tempo, da semplice «piano grandioso per le ferrovie, Rail Baltica si è trasformato in un progetto da portare a termine «imperativamente». E in maniera strategica. Complice, appunto, il conflitto in Ucraina. Ma vediamo, nello specifico, di cosa si tratta. 

L'obiettivo, almeno inizialmente, era molto semplice, ed era quello di creare un collegamento diretto che attraversi i Paesi baltici, fino a raggiungere la Polonia. Un percorso che, attualmente, non esiste, ma che si sarebbe potuto rivelare strategico per diverse ragioni. Almeno, fino a prima dell'invasione russa dell'Ucraina. Ora, infatti, i Paesi baltici vedono sempre più il loro vicino come una «minaccia esistenziale». E la necessità di creare un collegamento diretto, via treno, verso il cuore dell'Europa diventa, giorno dopo giorno, un obiettivo non solo funzionale, ma fondamentale per la sicurezza.

Rail Baltica, in tal senso, potrebbe contribuire alla protezione dei Paesi baltici grazie alla creazione di una ferrovia che riduca i tempi di percorrenza. Apportando, al tempo stesso, anche benefici economici e ambientali. Il problema, però, fa sapere la BBC, è che i costi di questo ambizioso progetto sono in aumento. Una cattiva, cattivissima notizia, considerato che i Paesi baltici e i loro alleati della NATO hanno bisogno che «la ferrovia sia pronta al più presto». Come dichiarato dal ministro delle infrastrutture estone Vladimir Svet, un collegamento di questo tipo è «essenziale» nel contesto della guerra in Ucraina. «La storia si ripete. Il regime aggressivo di Putin sta cercando di ricreare un progetto imperiale sul territorio dell'ex blocco sovietico», ha detto Svet. Il ricordo di decenni di occupazione sovietica, a suo dire, è infatti «ancora vivo» nei Paesi baltici. E la guerra in Ucraina, giorno dopo giorno, lo rende sempre più concreto.

D'altro canto, l'Estonia e la Lettonia condividono confini terrestri con la Russia, mentre la Lituania si trova accanto all'enclave russa di Kaliningrad. Una vicinanza oggetto di preoccupazione, senza dubbio. Nonostante nei tre Paesi siano attualmente stanziati circa 10.000 soldati della NATO.

In tal senso, dunque, Rail Baltica potrebbe contribuire alla sicurezza della popolazione dei Baltici «aumentando la mobilità militare e consentendo ai treni di collegare i Paesi Bassi a Tallin, in Estonia», ha spiegato il comandante Peter Nielsen della Force Integration Unit della NATO.

I primi lavori (e i costi più alti)

Negli ultimi tempi, non lontano da Tallin, la capitale estone, all'estremità dell'attuale ferrovia, decine di operai sono al lavoro per realizzare il nuovo terminal passeggeri di Ülemiste. «Questo sarà il punto più a nord della rete, il punto di partenza di 215 km di ferrovia in Estonia e di 870 km in tutti e tre i baltici», ha dichiarato Anvar Salomets, amministratore delegato di Rail Baltica Estonia, interpellato dalla BBC. Fino ad ora, infatti, i Paesi baltici hanno utilizzato una larghezza di binario russa, dal momento che il loro sistema ferroviario risale all'era sovietica. Ciò significa che i passeggeri devono cambiare treno per passare «al sistema europeo» quando arrivano al confine con la Polonia. 

Con Rail Baltica, però, la musica potrebbe cambiare. La nuova rete, citiamo la BBC, utilizzerà la larghezza dei binari europei e si collegherà senza soluzione di continuità con le ferrovie di tutta l'UE.  I treni viaggeranno fino a 250 km/h rispetto agli 80 o 120 km/h che raggiungono ora, accorciando i tempi di percorrenza di diverse ore. Basti pensare che quelli tra Tallin e la capitale lituana Vilnius si ridurranno notevolmente, passando dalle attuali 12 ore a meno di quattro. 

Secondo Anvar Salomets, insomma, qualora venisse realizzata, la ferrovia Rail Baltica sarebbe una svolta «epocale». In grado di ridurre l'impatto ambientale dell'intero settore dei trasporti e portare benefici all'economia.  Purtroppo, però, come spesso succede, di fronte a progetti ambiziosi si incontrano anche numerose difficoltà. E, come anticipato, l'aumento dei costi per la realizzazione del progetto, ora, lascia qualche perplessità. Le stime degli sviluppatori per portare a termine il progetto, infatti, sono quadruplicate dal 2017 e ora ammontano a 24 miliardi di euro. Finora l'UE ha sovvenzionato l'85% di Rail Baltica e ha appena annunciato di voler stanziare altri 1,1 miliardi di euro a favore della ferrovia. Ma le preoccupazioni restano. «La nostra stima iniziale non aveva tenuto conto della pandemia di Covid e dell'alta inflazione, e la situazione in Ucraina ha aumentato drasticamente il costo dei materiali», ha confessato alla BBC l'ingegnere francese Emilien Dang. 

Ma i problemi non finiscono qui. Al contempo, Estonia e Lettonia sono state criticate per essersi concentrate sulla realizzazione dei terminali ferroviari prima di costruire la linea principale. Motivo per cui, l'obiettivo dei Paesi baltici, ora, è quello di dividere il progetto in due fasi. La prima – il cui costo totale ammonterà a 15 miliardi di euro – prevede la posa di un binario unico, anziché doppio come ipotizzato inizialmente, entro il 2030, concentrandosi sulle fermate più importanti. A seguire, il secondo binario e le stazioni ferroviarie aggiuntive saranno completate nell'ambito di una seconda fase. Fase che, tuttavia, non ha ancora una data di completamento precisa. Nel mentre, però, la minaccia russa è sempre in agguato.