Arte

«La somma di due miti»

Battuta all’asta per 195 milioni di dollari la Blue Marilyn di Andy Warhol - Polverizzato il record di Pablo Picasso
Una leggenda intramontabile.
Giona Carcano
10.05.2022 21:30

«Shot Sage Blue Marilyn», una serigrafia del 1964 che ritrae Marilyn Monroe in colori al neon, lunedì notte da Christie’s è diventata l’opera del Novecento più cara mai passata sotto il martello del battitore e solo la seconda, dopo il Slvator Mundi attribuito a Leonardo, rispetto all’arte di tutti i tempi. L’acquirente ha sborsato la bellezza di 195 milioni di dollari. Polverizzato quindi anche il precedente primato per un capolavoro del secolo scorso, che apparteneva ai 179,4 milioni stabiliti nel 2015 per «Les Femmes d’Alger (Version ‘O’)» di Pablo Picasso. Ad aggiudicarsi la serigrafia di Warhol è stato un compratore finora rimasto anonimo, ma rappresentato in sala da uno dei maggiori e più influenti mercanti d’arte del mondo, Larry Gogosian, proprietario di gallerie a New York, Beverly Hills, Londra, Ginevra, Roma, Parigi, Hong Kong e Atene.

Una nobile causa

Il viaggio dell’opera dei record, icona e punto culminante della Pop Art americana, parte dalla Svizzera, dalla tranquilla Züriberg, la collina sopra Zurigo dove aveva sede la collezione dei fratelli Thomas e Doris Ammann. Originario di Ermatingen (Turgovia), Thomas – morto di AIDS nel 1993, a soli 43 anni – acquistò la serigrafia all’inizio degli anni Ottanta, per una cifra mai resa pubblica. L’opera faceva parte di una collezione più ampia, portata avanti per quasi trent’anni dalla sorella Doris fino al 2021, anno della sua morte. Non avendo eredi, la 76.enne lasciò scritto nel testamento che la collezione doveva essere venduta rapidamente. E così è stato: assieme a Marilyn di Warhol, sono andati all’asta da Christie’s altri capolavori appartenuti ai fratelli Ammann. A fine serata, il totale delle vendite ha raggiunto i 318 milioni di dollari. La cifra, sempre da lascito testamentario, sarà destinata a una fondazione con lo scopo di migliorare la vita dei bambini in tutto il mondo.

L'origine del mito

L’immagine di Marilyn del 1964 si basa su una foto promozionale scattata per il film del 1953 «Niagara» ed evoca nel titolo un incidente nello studio dell’artista, in cui una donna armata di pistola sparò contro quattro ritratti della diva. Warhol trasformò il ritratto dal sorriso enigmatico, quasi una Monna Lisa, in un’icona pop modificandone i colori, il volto rosa colore gomma americana, le labbra rosso rubino e l’ombretto azzurro sulle palpebre sullo sfondo blu salvia dell’insieme. È considerato uno dei capolavori del ventesimo secolo e – assieme alla Nascita di Venere di Botticelli, alla Gioconda di Da Vinci e a Les Demoiselle d’Avignon di Picasso – una delle più grandi opere di tutti i tempi, come ha spiegato Alex Rotter, presidente della 20th and 21st Century Art di Christie’s.

Le coincidenze

Ma c’è di più. Oltre al valore intrinseco del pezzo, in molti hanno osservato una coincidenza perlomeno bizzarra. Negli ultimi mesi, infatti, la leggendaria figura di Marilyn è stata rispolverata dagli stessi ambienti che l’hanno resa una star: il cinema e il jet-set. Prima grazie a Netflix, che ha ripercorso il personaggio in un film documentario (The Mystery of Marilyn Monroe: The Unheard Tapes), poi grazie a Kim Kardashian, presentatasi al Met Gala di settimana scorsa con l’abito da sirena indossato nel 1962 dalla diva per cantare «Happy Birthday Mr.President» a JFK, pochi mesi prima del suicidio. Secondo alcuni critici, Christie’s ha quindi cavalcato l’onda del revival, piazzando il colpo giusto al momento giusto. Di tutt’altro avviso Achille Bonito Oliva, critico d’arte e massimo conoscitore dell’opera di Andy Warhol. Da noi raggiunto, il fondatore della Transavanguardia italiana spiega: «Non trovo scandaloso il prezzo pagato per quest’opera», spiega. «Si sono sommati due miti: quello di Marilyn e quello di Warhol. L’artista americano è stato un grandissimo, e attraverso lo standard e la moltiplicazione delle forme ha dato plasticità società di massa americana. La cifra pagata, dunque, riconosce la valenza di questo mito».

Un solido investimento

La vendita di lunedì ha aperto la stagione di primavera per le aste di New York, confermando la solidità come investimento del mercato dell’arte «blue chip». Il 16 maggio Sotheby’s rilascerà la seconda tranche della collezione Macklowe, che include un Mark Rothko mai visto in pubblico e un autoritratto «camouflage» di Warhol.