La stagione invernale parte in salita: senza neve, l’apertura è posticipata

La stagione invernale è alle porte. Eppure, a poche settimane dall’apertura degli impianti, in gran parte del territorio cantonale la neve continua a farsi attendere. «Siamo in balìa del meteo», spiegano i gestori dei principali comprensori ticinesi. Alcuni corrono ai ripari con mini-aperture, altri invece – di fronte all’impossibilità di produrre neve artificiale – semplicemente attendono. Che le temperature si abbassino e che, almeno in alta quota, scendano i primi sperati fiocchi. Una situazione che, forse in modo ancora più marcato rispetto agli anni passati, accomuna buona parte dell’arco alpino.
Campo Blenio al via
La stagione invernale a Campo Blenio prenderà il via sabato prossimo. «Partiremo unicamente con il tappeto mobile», precisa il direttore degli impianti Denis Vanbianchi. «Per il piattello dovremo invece attendere ancora un paio di notti fredde», aggiunge, sottolineando come al momento non sussistano le condizioni necessarie affinché la neve artificiale possa attecchire. Dopo l’apertura di sabato e domenica, gli impianti rimarranno chiusi sia lunedì sia martedì. «Riapriremo la Vigilia di Natale, mentre il 25 dicembre resteremo chiusi. Poi, a partire dal 26, si valuterà in funzione delle condizioni della neve», aggiunge Vanbianchi. Per quanto riguarda le tariffe delle giornaliere e i prezzi della ristorazione non sono previsti rincari. «Al momento, con la mini-apertura limitata al tappeto mobile, il costo è di 10 franchi per i bambini e di 12 franchi per gli adulti. Con l’entrata in funzione del piattello, il prezzo pieno sarà invece di 24 franchi per i bambini e di 32 franchi per gli adulti».
Carì resta in attesa
La situazione non è molto diversa nemmeno a Carì. «Siamo in balìa del meteo», commenta il direttore degli impianti di Nuova Carì Ettore Schranz. «La scorsa notte abbiamo provato a produrre neve artificiale, ma non c’erano le condizioni e abbiamo quindi desistito. Addirittura, a causa dell’escursione termica, capita che durante la notte le temperature in alta quota siano più elevate rispetto a quelle a valle». Al momento, prosegue Schranz, non è ancora stata fissata una data per l’apertura degli impianti, viste le condizioni meteorologiche poco favorevoli. «In realtà, la situazione è simile in tutto l’arco alpino e quasi tutte le stazioni stanno soffrendo: non c’è neve nemmeno in alta quota». Lo scorso anno Carì aveva aperto il 26 dicembre, garantendo una lingua di neve continua da cima a fondo valle. Quest’anno, per ora, non è stato possibile assicurare nemmeno questa soluzione. Schranz, tuttavia, non si dice preoccupato: «Fa parte dei cicli». Per quanto riguarda i prezzi delle giornaliere, sono stati mantenuti quelli della scorsa stagione: 48 franchi per gli adulti, 39 franchi per i ragazzi tra i 12 e i 17 anni e per gli AVS, e 25 franchi per i bambini dai 6 agli 11 anni.
Nara: «Basta mezzo metro»
Anche Matteo Milani, presidente della Amici del Nara SA guarda il cielo, speranzoso di poter aprire a ridosso di Natale. «Le previsioni meteo indicano possibili nevicate domenica e lunedì, speriamo che sia davvero così. Anche perché è sufficiente guardare le montagne per rendersi conto che di neve, finora, non ne è scesa molta, anzi». Tutto, però, potrebbe cambiare in un attimo. «È sufficiente che nevichi per una notte e una giornata per poterci poi garantire un mese e mezzo o due di sci. L’importante è che il fondo sia gelato e che ne arrivi un quantitativo attorno al mezzo metro. Restiamo quindi fiduciosi». Anche perché, prosegue, «se la neve arriva, noi poi siamo pronti ad aprire in un giorno o due al massimo». In caso di precipitazioni nevose scarse, in tutti i casi, il Nara ha comunque la possibilità di aprire la pista da slitta, come già fatto lo scorso anno: «Con i suoi cinque chilometri, è la più lunga del cantone e rappresenta un’offerta molto apprezzata dalla clientela». Sul fronte dei costi, Milani spiega che i prezzi per i visitatori sono rimasti pressoché invariati, salvo un «leggero adeguamento» della giornaliera, a 47 franchi: «Abbiamo cercato di mantenere i prezzi invariati per andare incontro alle esigenze della clientela, ma non nascondo che è dura, perché i costi di gestione sono elevati».
Airolo: «Posticipiamo»
Simile la situazione anche ad Airolo-Pesciüm, dove ieri la direzione ha deciso di posticipare di una settimana l’apertura, fissandola al 26 dicembre. «Il pubblico dovrà attendere», dice il direttore Nicola Mona. «Purtroppo, la situazione è questa. Sappiamo che i nostri clienti hanno aspettative precise sullo stato di innevamento delle piste e preferiamo quindi rinviare l’inizio della stagione, nella speranza che le condizioni migliorino».Le ultime settimane, caratterizzate da temperature elevate e da una prolungata assenza di precipitazioni, non hanno infatti permesso né di accumulare un manto nevoso sufficiente, né di sfruttare con continuità l’impianto di innevamento programmato, ha aggiunto Mona. Nel frattempo, ieri gli impianti hanno aperto solo per le scuole: «Siamo riusciti a garantire una piccola pista servita dal piattello, lunga circa 380 metri. Si tratta però di un’apertura straordinaria, pensata esclusivamente per le scuole». Sul fronte delle tariffe, il sistema di prezzo dinamico è stato corretto: la direzione di Valbianca ha deciso di aumentare il prezzo minimo della giornaliera adulti da 29 a 39 franchi, mantenendo invariato il tetto massimo a 59 franchi.
Bosco Gurin: «Investiamo»
Duro, invece, il parere di Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti di Bosco Gurin. «La verità è che ormai è il quarto anno di fila che siamo in questa situazione. O si investe, come sto facendo io, o dovremmo avere il coraggio di chiudere tutte le stazioni sciistiche». Secondo Frapolli, sono ormai lontani i tempi in cui la stagione era davvero positiva e si apriva già a novembre. «Oggi, se va bene, riusciamo a lavorare da fine gennaio, quando ormai le vacanze natalizie sono un ricordo». L’unica soluzione, sostiene, è quella di ammodernarsi: «Entro la prossima primavera sarà pronto l’impianto solare con cui sarò in grado ridurre i costi dell’energia del 90%, producendo anche neve a basso costo. Un progetto da 6 milioni di franchi, che però mi garantirà di poter aprire gli impianti anche in mancanza della neve».

