Autismo

La storia di Ale e l'idea di papà

L’associazione Ated ha presentato un progetto per aiutare le persone con DSA - Il vicepresidente Luca Mauriello si è ispirato a suo figlio
Luca Mauriello e suo figlio Alessandro.
Giuliano Gasperi
02.03.2023 19:15

Per Ale, «il mio piccolo gigante». Luca Mauriello chiama affettuosamente così suo figlio di undici anni. È l’amore che prova un padre, ma non solo. È anche l’ispirazione di un progetto che sfrutta le potenzialità delle nuove tecnologie per migliorare la vita di Alessandro e di tanti altri bambini, o anche adulti, affetti da autismo, un disturbo che rende complicate la comunicazione e l’interazione sociale. Mauriello se ne sta occupando come vicepresidente di Ated-ICT Ticino, associazione che promuove l’evoluzione digitale. Circa un anno fa, durante la cerimonia per il cinquantesimo del sodalizio, ha raccontato la storia del suo bambino. «Pubblicamente non ne avevo mai parlato prima, ma è lui l’ispirazione per quello che facciamo, è tutto partito da lui». Partito e arrivato ieri nella sala del Consiglio comunale di Lugano, dove è stato presentato il progetto ated4special.

Quattro strade

A fare gli onori di casa il municipale Tiziano Galeazzi, che ha ricordato come la tecnologia «deve essere impiegata anche per l’inclusione e la solidarietà, favorendo in particolare l’apprendimento e le relazioni sociali». L’iniziativa di Ated va proprio in questa direzione, seguendo quattro strade. La prima è quella che porta nella realtà virtuale del metaverso, dove l’associazione sta progettando un ambiente che aiuti i ragazzi autistici ad affrontare, attraverso un avatar, diverse situazioni di vita quotidiana come attraversare una strada, andare a prendere un autobus, lavarsi, andare dal dentista e fare la spesa al supermercato. Semplice routine per le persone comuni, un percorso potenzialmente pieno di ostacoli per chi ha un DSA (disturbo dello spettro autistico). Nella realizzazione di questo ambiente simulato è stato coinvolto Fabio Viola, un progettista che in passato ha lavorato alla realizzazione di videogiochi di successo come Fifa e Sim City. La seconda strada è pensata per i genitori, che Ated, sempre tramite la realtà virtuale, vuole aiutare a comprendere meglio le difficoltà dei bambini autistici. Indossando dei visori, mamme e papà vengono immersi in situazioni e ambienti sovrastimolanti per i loro figli. Così sapranno individuarli nella realtà. La terza strada del progetto è collegata alle due precedenti, ma indirizzata a psicologi e psicoterapeuti che vogliono acquisire competenze e abilità tecnologiche preziose per curare i loro pazienti. Quarta e ultima strada di ated4special: due laboratori in programma per il 2 aprile nella aule della SUPSI a Lugano. L’obiettivo, coinvolgendo vari professionisti fra psicologi, logopedisti, pedagogisti e ricercatori, è individuare metodi innovativi nel sostegno alle famiglie in cui sono presenti disturbi dello spettro autistico. Fra gli ospiti ci sarà lo psicologo Luca Berardelli, anche lui presente ieri a Palazzo civico, convinto che la tecnologia, grazie a progetti come quello di Ated, possa giocare un ruolo importante nella sviluppo delle persone e nel loro benessere psicofisico. «Non vogliamo sostituirci agli enti già attivi a favore delle persone autistiche – ha spiegato Mauriello – ma mettere a disposizione le nostre competenze a queste realtà». «Il nostro progetto – ha aggiunto la presidente di Ated Cristina Giotto – si basa sul principio secondo cui la tecnologia deve essere sempre inclusiva, al servizio del territorio e delle persone anche più fragili che lo abitano».

Un fulmine

Per sostenere i progetti citati, ated4special prevede una campagna di raccolta fondi che troverà spazio sia sul sito www.ated.ch (o www.solidarietadigitaleated.ch) sia sulla piattaforma www.eroilocali.ch di Raiffeisen. Tra le donazioni già ricevute dall’associazione c’è quella di cinquanta dispositivi elettronici come tablet, computer e visori che verranno consegnati ad associazioni del territorio come Il Germoglio e Pro Infirmis. Un aiuto importante, in questo senso, è giunto dalla CBA Computer Broker, azienda attiva nella vendita e nell’acquisto di hardware usato in Svizzera ed Europa. Il suo responsabile per il Ticino e la Svizzera romanda, Edy Amonini, era presente la sera in cui Mauriello raccontava la storia di Ale. «È stata come un fulmine – ha raccontato ieri – e mi sono subito attivato per fare qualcosa».