La Turchia lancia un'offensiva in Siria contro l'Isis

ANKARA - I militari turchi hanno lanciato un'operazione contro i jihadisti dello Stato Islamico nella città di Jarabulus, nel nord della Siria, lungo il confine con la Turchia. I jet turchi hanno effettuato raid aerei, riferiscono i media ufficiali turchi affermando che le azioni militari rientrano in un'operazione congiunta con la coalizione anti-Isis a guida Usa.
L'obiettivo, si legge in una nota diffusa dal governo di Ankara nel giorno in cui in nella capitale turca è arrivato il vice presidente Usa Joe Biden, "è ripulire il distretto di Jarabulus, nella provincia di Aleppo, dalla presenza di elementi dell'organizzazione terroristica Daesh" (la sigla araba dell'Isis).
Secondo l'agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu, le operazioni sono iniziate alle 4 ora locale. L'obiettivo, precisa l'agenzia, è "rafforzare la sicurezza al confine e difendere l'integrità territoriale della Siria". L'intervento, aggiunge la Anadolu, è scattato "in risposta agli attacchi terroristici in territorio turco" e dopo che colpi di mortaio lanciati dal territorio siriano hanno raggiunto località turche al confine.
La Bbc riferisce di pesanti bombardamenti contro obiettivi dell'Isis e di spostamenti di carri armati lungo la frontiera turco-siriana con tank che hanno aperto il fuoco oltreconfine. Secondo la stessa emittente, unità delle forze speciali turche sono già in territorio siriano nell'ambito dell'operazione contro l'Is a Jarabulus.
I militari turchi hanno fatto sapere che l'artiglieria ha colpito 63 obiettivi in circa due ore e che poi sono stati effettuati raid aerei. Fonti militari citate dal sito web del giornale turco Hurriyet riferiscono di almeno 12 obiettivi distrutti nei raid e di altri 70 distrutti dall'artiglieria.
Cnn Türk, che cita fonti militari, riferisce che non è ancora scattata un'offensiva di terra. Secondo la Bbc ci sarebbero 1.500 ribelli siriani sostenuti dalla Turchia pronti a partecipare alle operazioni sul campo a Jarabulus.
Ieri le autorità turche hanno invitato gli abitanti della città frontaliera di Karkamis a lasciare la città per motivi di sicurezza. E il capo della diplomazia di Ankara, Mevlut Cavusoglu, ha affermato che la Turchia assicurerà "ogni sorta" di supporto a un'operazione nell'area di Jarabulus.
Ankara, che negli ultimi giorni ha bombardato anche postazioni delle milizie curde Ypg (sostenute dagli Usa in funzione anti-Isis), vuole impedire che le forze curde conquistino questa città.
Colpiti 81 obiettivi Isis
Dall'avvio, poco prima dell'alba, dell'offensiva per strappare all'Isis la cittadina siriana di confine di Jarablus, l'artiglieria turca ha sparato oltreconfine almeno 294 colpi, colpendo 81 obiettivi dello Stato islamico. Lo riferiscono fonti militari di Ankara, citate da media locali.
Nell'area sono stati compiuti anche bombardamenti aerei da parte di jet F-16 turchi contro obiettivi precedentemente individuati dalle forze di terra.
I carri armati turchi sono intanto entrati in Siria nell'ambito della missione lanciata per strappare Jarablus all'Isis, riportano ancora i media locali. Secondo quanto riferisce Hürriyet, dopo aver oltrepassato il confine i tank di Ankara hanno già iniziato a bombardare obiettivi dello Stato islamico nell'area.
"Il troppo è troppo - ha aggiunto Erdogan - ogni popolo ha diritto a difendersi, e non ci importa quello che dicono della Turchia".
La risposta del leader dei curdi siriani: "la Turchia sarà sconfitta come l'Isis"
"La Turchia è nel pantano siriano. Sarà sconfitta come Daesh" (l'Isis): così su Twitter il leader dei curdi siriani del Pyd, Saleh Moslem, sull'offensiva lanciata da Ankara per strappare al Califfato la cittadina siriana di confine di Jarablus ma anche per frenare l'avanzata dei curdi a ovest del fiume Eufrate.