L'appuntamento

La vigilia di «Una poltrona per due»

Anche quest’anno, come ogni vigilia di Natale, si rinnoverà il mistero del successo del film di John Landis
© Youtube/Universal
Stefano Olivari
23.12.2022 16:05

Non c’è vigilia di Natale senza Una poltrona per due in televisione ed anche quest’anno si rinnoverà il mistero del successo del film di John Landis. Ma perché una commedia apparentemente come tante altre anche nel 2022, a quasi 40 anni dalla sua uscita nei cinema, è una visione quasi obbligatoria per tutta la famiglia?

Incassi di Natale

Nel 1983 Una poltrona per due, Trading places il titolo originale, fu il settimo film più visto nel mondo, con 120 milioni di dollari, che attualizzati sarebbero 370, di incasso al botteghino, e si stima che ne abbia guadagnati altrettanti fra VHS, DVD e passaggi televisivi. La curiosità è che negli Stati Uniti fino a qualche anno fa questo film non è stato considerato natalizio. E del resto non era stato pensato come tale: nei cinema uscì a giugno ed in Europa arrivò all’inizio dell’anno seguente. Nella classifica, riferita alle sale, dei film progettati per essere natalizi a dominare è Il Grinch, del 2018, con 512 milioni di incasso, seguito da Mamma ho perso l’aereo (1990) con 476,7, da Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York (1992) con 359, da How the Grinch stole Christmas (chiamato anche semplicemente Grinch, 2000) di Ron Howard a quota 345,8, Canto di Natale (2009) di Zemeckis con 325,3, Polar Express (2004) ancora di Zemeckis con 315,2, Elf – Un Elfo di nome Buddy (2003) con 225,1 e da Santa Clause (1994) con 190,5. Tutti film che hanno avuto una seconda vita televisivo-natalizia, ma per nessuno è stata così clamorosa come per Una poltrona per due.

Protagonisti

Come chiunque sia arrivato quasi alla quarantesima visione sa, i protagonisti di questa storia ambientata a Filadelfia sono Dan Aykroyd, nella parte dell’agente di cambio Louis Winthorpe III, ed Eddie Murphy in quella del vagabondo Billy Ray Valentine. Vite che più diverse non potrebbero essere, per frequentazioni e prospettive. Non si conoscono fino ad una vigilia di Natale, in cui diventano oggetto di una scommessa da parte di due finanzieri: secondo Mortimer Duke la delinquenza è qualcosa di innato, secondo il fratello Randolph invece dipende dalle circostanze. Riescono quindi in qualche modo a scambiare le loro vite, con esiti sorprendenti, fino a quando Louis e Billy si ribellano e si coalizzano per rovinare con un’operazione in Borsa i due ricchi annoiati. Ma al di là dello schema, nemmeno originalissimo (il riferimento di tutti è Il Principe e il povero di Mark Twain), la forza del film sono i suoi due protagonisti, ingaggiati davvero per caso visto che secondo i piani della produzione gli attori sarebbero dovuti essere Gene Wilder e Richard Pryor, che già costituivano una coppia affiatata (sul set, perché per il resto si detestavano). Ma Pryor ebbe uno dei suoi tanti incidenti causati dalla droga (pieno di cocaina si diede fuoco) e Landis riuscì ad imporre l’amico Aykroyd, che con lui aveva fatto faville in The Blues Brothers e che veniva da un periodo difficile. Altra idea di Landis fu Jamie Lee Curtis, all’epoca attrice da B-movie, nel ruolo della prostituta Ophelia. Per tutti fu un successo, per Murphy anche di più visto che da comico televisivo diventò una stella del cinema anni Ottanta.

Finanza

Il mistero del perché Una poltrona per due sia considerato un film natalizio rimane, al di là dell’episodio iniziale della Vigilia, mentre è chiaro il motivo del suo successo immediato: si inserisce perfettamente nello spirito del tempo, gli Stati Uniti di Reagan ed in generale un Occidente che sembrava (ed era) pieno di opportunità per tutti. Con la finanza che da supporto all’economia o mezzo per investire era diventata quasi un valore in sé, come ciclicamente avviene. Per questo ha sempre fatto molto discutere il finale, visto che parlarne non è più spoiler da decenni. In sostanza, come fanno Louis e Billy a mandare in rovina i Duke? Tipica domanda dei bambini alla Vigilia, e non soltanto dei bambini. Prima di tutto creano un falso report sul raccolto di arance, facendo credere che sarà modesto e quindi le scorte varranno molto di più. I Duke così comprano a mani basse futures sul succo di arancia concentrato congelato, imitati da altri finanzieri: il prezzo arriva così a 1,42 dollari per libbra. A questo punto, Louis perché è il suo mestiere e Billy perché in poco tempo ha capito i meccanismi della finanza, i due neo-amici vendono i futures sul succo d’arancia come se non ci fosse un domani, prima che venga pubblicato il vero report. Il prezzo crolla a 29 centesimi e loro riacquistano, da tutti tranne che dai Duke: hanno guadagnato 1,13 dollari a libbra senza avere mai posseduto qualcosa. I Duke hanno ancora futures per 1,5 milioni di libbre, comprati quasi sui massimi, e alla scadenza devono pagare la differenza, ovviamente a loro sfavore. Vanno quindi sotto di 394 milioni di dollari e sono costretti a vendere tutto ciò che hanno. Una lezione di finanza aggressiva in un film natalizio: non male.

Correttezza

Molti film degli anni Ottanta, ancora più che quelli di decenni precedenti, sono entrati nel mirino del politicamente corretto. Soprattutto negli Stati Uniti  di Una poltrona per due è stata criticata la morale ultra-reaganiana: cioè che il riscatto dei poveri avvenga non cambiando la società, ma facendoli diventare ricchi. Al contrario, la punizione per i ricchi non è una imprecisata e moralistica giustizia, ma farli diventare poveri. Sembra uno scherzo, ma davvero si sono lette cose del genere. Per non parlare dei riferimenti del film al colore della pelle di Murphy e al blackface di Aykroyd. Non è raro, soprattutto nei paesi anglosassoni, che i passaggi televisivi di questa opera siano preceduti da un disclaimer imbarazzato, in cui ci si scusa per eventuali offese alla sensibilità di oggi. Tutte cose che non interessano al pubblico che ogni Vigilia decreta il successo di Una poltrona per due.