La zona pedonale è pronta a rinascere

LUGANO - «Il futuro all’inizio è sempre un cantiere». Ricordate questo slogan? Era stato utilizzato qualche anno fa per la campagna di comunicazione sul nuovo Piano viario del polo. Comunque la si pensi sul PVP, il messaggio in sé ha il suo fondo di verità. Anche la zona pedonale di Lugano è un cantiere e lo è almeno in quattro sensi, come le strade di un incrocio. I lavori più tangibili sono quelli per la posa del nuovo arredo urbano: una pavimentazione pregiata già presente in alcune vie della città e preferita dal Consiglio comunale all’arredo verde naturale introdotto provvisoriamente tre anni fa. Il piazzale ex Scuole invece è un cantiere a livello di contenuti:_a parte il capolinea del futuro tram, non è ancora chiaro cosa ospiterà e quale aspetto avrà in futuro. Il discorso diventa ancora più teorico, almeno sul breve termine, se ci affacciamo su un altro tipo di cantiere:_quello del Piano regolatore del centro, con il Legislativo che tra non molto sarà chiamato a decidere se confermare la zona pedonale così com’è, se estendere il concetto ad altre aree o se tornare al passato ridando spazio alle auto. È una sorta di cantiere, per finire, anche la convivenza fra i pedoni e i mezzi pesanti che quotidianamente, con la loro mole, attraversano il centro. Di tutto questo abbiamo parlato con il vicesindaco e responsabile dei Servizi urbani a Lugano Michele Bertini.

CAMION E FURGONI SPUNTANO OVUNQUE
I mezzi pesanti che costellano l’area pedonale di Lugano stridono con la cura che si vorrebbe avere di questa zona. È un problema annoso e le contromisure sono ferme al palo. Tempo fa, insieme ai commercianti, la Città una soluzione l’aveva abbozzata: spostare le operazioni di carico-scarico più presto la mattina. A che punto siamo?

«L’ipotesi – spiega Bertini – è ancora viva. In generale, con gli esercenti e i commercianti, siamo d’accordo a rivedere l’ordinanza sull’accesso dei veicoli alla zona pedonale. In particolare vorremmo tenere le colonnine sempre alzate, in modo che possano entrare solamente i mezzi autorizzati e non qualche furbetto, come accade oggi». In piazza Luini invece i cantieri non c’entrano: i furgoni e le auto posteggiati davanti alla chiesa di Santa Maria degli Angioli – concorda il vicesindaco – sono sintomo di scarso rispetto per un monumento nazionale e per chi viene in città a visitarlo. «Avevamo proposto di posare dei dissuasori per chiudere l’accesso – spiega il vicesindaco – ma il ricorso di un privato sta ancora bloccando tutto». Di fronte a un abuso c’è sempre la possibilità di dare delle multe. L’affollamento quotidiano di mezzi fa pensare che le sanzioni, in questo angolo di Lugano, non siano molto temute. «Il controllo degli abusi viene effettuato, ma la zona, realisticamente, non può essere presidiata notte e giorno».
PROPOSTA A SORPRESA: SACRIFICARE LA PENSILINA
Undici anni fa, scrivendo sul piazzale ex Scuole, lo avevamo definito un «terreno in eterna attesa». Non è cambiato molto. Di sicuro sarà il capolinea del futuro tram, ma per il resto il suo destino è nebuloso, nonostante il Consiglio comunale abbia approvato una mozione che chiede di realizzarci un mercato. Secondo Bertini è un luogo che va completamente ripensato, anche con scelte coraggiose.



«Oggi è un non-spazio, un luogo senza una destinazione specifica spesso e volentieri mal frequentato, proprio per l’assenza di contenuti. L’arrivo del tram in pieno centro è una grande occasione per pensare ad un nuovo progetto: un terminal moderno e un’area di qualità che siano un bel biglietto da visita per chi arriva a Lugano. Se necessario anche sacrificando l’attuale pensilina che, malgrado le indiscusse qualità architettoniche, è figlia di un altro concetto di città, che ormai ha fatto il suo tempo. Lugano evolve e ci vogliono nuove visioni. Il futuro spazio, per il quale il contributo degli architetti sarà fondamentale, dovrà essere un attrattore di persone con contenuti e servizi per la popolazione. La definizione di questa area e la sua realizzazione sono a tutti gli effetti un nuovo grande progetto per la città».
NUOVO ARREDO URBANO CON L’OROLOGIO IN MANO
Impossibile non accorgersene: il centro in queste settimane è sottosopra. Tutto calcolato: il progetto per la posa del nuovo arredo urbano e la sistemazione delle sottostrutture procede rispettando tempi e costi. «Conclusi i lavori nella contrada di Verla, che oggi si presenta nella sua veste migliorata, restano quelli in via della Posta, via Magatti e piazzetta della Posta – fa sapere Bertini – dove verranno inseriti una fontana e alcuni alberi verso via Carducci. Le spese sono sotto controllo e la tabella di marcia è in linea con quanto auspicato dal Consiglio comunale, che aveva chiesto di eseguire tutti gli interventi sull’arco di 3 anni anziché di cinque proprio per limitarne i disagi. Il primo cantiere è stato aperto nella primavera di quest’anno e a fine 2020, se tutto andrà bene, avremo terminato». Ovviamente ci sono e ci saranno ancora disagi, «ma stiamo facendo il possibile per limitarli». Un aspetto che Bertini vorrebbe migliorare è la comunicazione. «Per opere di questa portata, ma non solo, servirebbero pannelli che spieghino cosa stiamo facendo e perché. Sarebbe utile anche come informazione ai turisti, cosicché sappiano cosa troveranno alla loro prossima visita in città. Ovviamente, visto l’investimento, le vie in questione devono perdere quel carattere di strade declassate che hanno ora».
TOCCA ALLA POLITICA TRACCIARE LA VIA
Cantieri, camioncini, fontane e pensiline a parte, Lugano sarà presto chiamata a fare una scelta di fondo per il futuro della sua zona pedonale. Parliamo della revisione del Piano regolatore che approderà in Consiglio comunale mettendo il plenum davanti (essenzialmente) a tre strade: tornare al passato riportando le auto in centro e cancellando quanto fatto con il controverso Piano viario, confermare lo status quo attuando solo qualche correttivo o estendere la pedonalizzazione ad altre zone, magari fino al lungolago. Bertini ha una visione pragmatica.


«Dev’essere garantita un’accessibilità al centro facilitata che oggi non c’è, né per il trasporto privato né per quello pubblico. La vera discussione è sul lungolago. Idealmente sarebbe favoloso chiuderlo al traffico, ma serve un’alternativa per la circolazione e al momento non c’è».