Svizzera

Lacune nella procedura di archiviazione delle email di ricatto a Berset

È quanto constatato dalla Commissione della gestione del Consiglio degli Stati (CdG-S) secondo cui il Dipartimento dell'Interno (DFI) ha violato la Legge sulla Trasparenza impedendo all'Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT) l'accesso ai documenti
© ATS / Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Ats
12.10.2023 11:06

Nel caso dell'estorsione ai danni del consigliere federale Alain Berset da parte di un'ex amante, e della cancellazione delle mail legate a questo caso, sussistono lacune nella procedure di archiviazione. Un problema al quale si deve porre rimedio.

È quanto constatato dalla Commissione della gestione del Consiglio degli Stati (CdG-S) secondo cui il Dipartimento dell'Interno (DFI) ha violato la Legge sulla Trasparenza impedendo all'Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT) l'accesso ai documenti.

Non è quindi stato possibile per la commissione, stando a una nota odierna dei servizi parlamentari, «stabilire con certezza quante delle e-mail non reperibili siano realmente esistite e siano in tal caso state cancellate». La CdG-S crede che le mail in questione non fossero esclusivamente di natura privata e che avessero attinenza anche con il ruolo del capo del Dipartimento.

Gli antefatti

La vicenda risale al 2019, quando il capo del DFI venne ricattato dall'ex amante la quale aveva minacciato di rendere noto scambi di messaggi fra i due se non le fossero stati versati 100 mila franchi. Questa storia si era conclusa col fermo della donna, la cancellazione dei messaggi compromettenti dal suo cellulare e un decreto d'accusa.

Indagini svolte dal parlamento erano giunte alla conclusione che, in quell'occasione, Berset non aveva goduto di alcun trattamento preferenziale da parte del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) e della polizia federale.

Le mail

Archiviata questa vicenda, il parlamento ha però voluto vederci più chiaro in merito alle circostanze che hanno portato alla presunta cancellazione di alcune email all'interno della Segreteria generale del DFI in relazione a questa vicenda.

Sono quindi stati svolti accertamenti sulle norme applicabili alla conservazione e all'archiviazione di documenti nell'Amministrazione federale, nonché sulle disposizioni e sulle procedure relative all'accesso ai documenti previste dalla legge sulla trasparenza (LTras).

Scarsa coerenza

La CdG-S ha constatato che la classificazione e l'archiviazione di documenti, nonché l'accesso a questi, sono regolati da diverse leggi caratterizzate da eterogeneità e terminologia non uniforme. Per questo occorre fare chiarezza sul rapporto tra le disposizioni della legge sull'archiviazione (LAr) e quelle della LTras.

Crede inoltre che sia necessario esaminare la questione dell'accesso ai documenti che presentano un nesso sia con la funzione sia con la sfera privata, in particolare per quanto riguarda i magistrati. Per questo chiede al Consiglio federale di vagliare l'opportunità di modificare le disposizioni legali in materia.

Collaboratori e accesso ai documenti eliminati

La CdG-S chiede inoltre al governo se sia opportuno adottare misure specifiche in materia di conservazione e archiviazione quando un collaboratore pone fine al rapporto di lavoro, specie se occupa una funzione di quadro superiore.

Tra l'altro, la CdG-S si è occupata anche delle domande di accesso a email presumibilmente scomparse o eliminate. A suo parere, l'attuale termine di conservazione di quattro mesi e mezzo è insufficiente.

A seconda della posizione gerarchica dell'interessato è infatti necessario del tempo per accertare se i dati in questione abbiano valore archivistico o siano pertinenti agli affari. La CdG-S invita quindi l'esecutivo a esaminare l'eventuale prolungamento dei termini di conservazione dei dati digitali dei collaboratori che lasciano il posto di lavoro.

Campo di applicazione della Legge sulla trasparenza

Nel corso degli accertamenti, la CdG-S ha rilevato che non vi è accordo circa l'applicabilità della LTras ai procedimenti penali già conclusi.

Per questo chiede al governo di fare chiarezza sul campo d'applicazione della LTras e, se necessario, a precisarlo in occasione della prossima revisione della legge.

Ruolo di Mister dati

La CdG-S ha inoltre constatato che secondo la legislazione in vigore, «Mister dati» non dispone di diritti di consultazione sufficientemente ampi. Per adempiere al proprio mandato di mediazione, quest'ultimo dovrebbe poter accedere a tutti i documenti e dossier, così da poter verificare se questi abbiano carattere ufficiale.

La CdG-S invita quindi il Consiglio federale ad esaminare l'eventuale modifica della LTras affinché l’IFPDT abbia diritto di intervento o il diritto di pronunciare decisioni nei casi in cui il suo diritto di consultazione non venga rispettato.

Legge non rispettata

Negando all'IFPDT l'accesso ai documenti, secondo la commissione la SG DFI è venuta meno agli obblighi previsti dalla LTras. Ciò spiega come mai per la commissione non sia stato possibile «stabilire con certezza quante delle e-mail non reperibili siano realmente esistite e siano in tal caso state cancellate».

La CdG-S crede che le mail in questione non fossero esclusivamente di natura privata e che avessero attinenza anche con il ruolo del capo del Dipartimento.