L'addio al cedro malato che cambierà forma

Sono iniziati questa mattina i lavori di abbattimento del secolare cedro del Libano situato nel giardino della chiesa evangelica riformata in via Stefano Franscini a Bellinzona. Un atto doloroso ma doveroso vista la malattia che ha colpito l’arbusto ormai cinque anni fa. Molti i curiosi che si sono radunati per osservare i complicati lavori condotti dalla azienda forestale «Afor l’originale», tra cui anche Martine Geninazzi, che è stata presidente del Consiglio della chiesa per oltre 20 anni. «Spero che si possa conservare almeno qualche pezzo di questo legno pregiato – ci ha detto –, il cui seme è stato piantato nel 1889 in occasione dell’inaugurazione dell’edificio». Un affetto non solo di Martine, ma anche di tanti fedeli. «Mi ricordo che la prima cosa che facevano i visitatori dalla Svizzera interna era di andare ad abbracciare l’albero nel nostro giardino. Per loro è comune praticare saluti di questo tipo, in Ticino un po’ meno». Un ramo dopo l’altro il nobile arbusto è stato fatto a pezzi liberando nell’aria un piacevole profumo, tanto che – ci confidano – alcuni pezzetti vengono usati per aromatizzare locali e armadi.

«Una volta ogni 20 anni»
Parliamo di un tronco di oltre 2 metri di diametro per un’altezza di una trentina di metri. «Stimiamo che solo i primi 5 metri di tronco possano pesare circa 15 tonnellate – ha spiegato il direttore di Afor Moreno Guatieri. Una giornata intera che ha tenuto occupati 3 selvicoltori, 2 apprendisti e un gruista; un camion gru da 100 tonnellate, un trattore con gru e un camion. Per l’occasione è stato impiegato anche un drone. «Vogliamo filmare l’impresa perché capita solo una volta ogni 20 anni circa di poter abbattere un albero di queste dimensioni», ha continuato Guatieri. Solo di preparazione ci sono volute due ore, anche se l’organizzazione per l’abbattimento è iniziato molto prima. «Abbiamo avuto due incontri con la Polizia per non intralciare i lavori nel vicino cantiere del Pretorio» (dove le ruspe sono entrate in azione per i lavori di rinnovo, ndr.).
Una nuova vita
Come si anticipava sul CdT del 26
agosto scorso, quella segnata oggi però non è la parola fine per il cedro
secolare. È stata proprio la Afor a indire un concorso di idee per dare una
nuova vita al legno recuperato dal taglio, ad esempio attraverso la
realizzazione di oggetti di arredo unici. Il periodo di studio e progettazione
va dal 5 settembre al 7 ottobre. Entro questo termine i partecipanti sono
invitati ad inviare il loro progetto ad Afor l’originale (per e-mail
all’indirizzo [email protected] oppure per posta all’indirizzo Afor Valli di
Lugano SA, via Vedeggio 8, 6807 Taverne). Viene richiesto di inoltrare un piano
in 3D, con almeno tre viste dell’oggetto e le misure; una pagina in formato A4
con il nome, la descrizione e la motivazione del progetto. Una giuria premierà
i cinque progetti più originali. Gli oggetti verranno realizzati una volta che
il legno sarà essiccato e saranno quindi messi in vendita o all’asta. Una parte
dell’incasso (il 10-15%) sarà destinata all’autore, un altro 10% verrà invece
devoluto all’associazione MySecond a favore dei bambini affetti da malattie
genetiche rare, mentre il resto servirà a coprire le spese di progetto e di
produzione.
Un degno sostituto
Anche il giardino della chiesa avrà nuove
fronde. «È considerato quasi un bene culturale – ci ha spiegato l’attuale
presidente del Consiglio della chiesa evangelica riformata Renato Scheurer -. Per
abbatterlo abbiamo dovuto richiedere dei permessi, nonostante fosse malato. Ora
lo dobbiamo sostituire, ma non sarà un cedro. Stiamo parlando con il Demanio
cantonale per capire quale arbusto sia quello più adatto. Potrebbe essere di
origine anche locale». Prima di vederlo piantato però ci vorrà un po’ di tempo.
Domani le radici verranno estirpate, poi il giardino sarà bonificato e lasciato
riposare per circa un anno.