L'Alta Corte apre un'inchiesta contro Temer

BRASILIA - Terremoto politico in Brasile, con il presidente Michel Temer accusato di corruzione, l'Alta Corte che ha aperto un'inchiesta contro di lui, la Borsa che ha avuto un crollo di 10 punti e centinaia di cittadini che sono scesi in piazza urlando "Fora Temer".
Inchiodato da una registrazione in cui dà il consenso al pagamento di tangenti e con il suo principale alleato politico, Aecio Neves, coinvolto nella vicenda, ora Temer potrebbe presentare le dimissioni. A far scoppiare il terremoto è la stata la denuncia presentata da due potenti imprenditori locali i fratelli Joesley e Wesley Batista, proprietari della Jbs, colosso latinoamericano dell'industria delle carni.
Sono loro che avrebbero fornito alla giustizia le registrazioni che hanno incastrato Temer. E fatto fare al Globo, il canale televisivo più seguito del paese, lo scoop dell'anno. In una delle registrazioni consegnate dai Batista, ha rivelato, Temer ha dato il suo consenso perché si pagasse una somma mensile all'ex presidente della Camera, Eduardo Cunha, attualmente in carcere, per evitare che rivelasse dettagli sulle reti di corruzione politica a Brasilia.
Appena diffusa la notizia, nelle tre principali città del paese centinaia di persone sono scese in piazza, impugnando striscioni con la scritta "Fora Temer", mentre il Congresso ha sospeso i suoi lavori per seguire i dettagli del nuovo scandalo che scuote la politica brasiliana.
I Batista hanno anche consegnato una seconda registrazione, effettuata durate una riunione nella quale il senatore Aecio Neves - leader del Partito social democratico (Psdb) ed ex candidato presidenziale - concordava il pagamento di una tangente di poco meno di 700'000 dollari (oltre 704'000 franchi) con la Jbs.
L'alta corte ha sospeso l'incarico parlamentare di Neves, e ha ordinato l'arresto di suo cugino - che avrebbe ricevuto personalmente i fondi illegali - mentre la Procura Nazionale ha chiesto l'arresto del dirigente. Il Psdb è il principale alleato del Partito movimento democratico del Brasile (Pmdb) di Temer, eppure anche il suo vicepresidente, Alberto Goldman, ha definito "inevitabili" le dimissioni del presidente, perché "il suo governo è finito, non esiste più".
Nel frattempo, nel Congresso brasiliano sono già state presentate varie richieste di impeachment contro Temer, alcune delle quali sono state sottoscritte dai deputati del suo stesso partito, secondo i quali "è una questione di coerenza: se abbiamo votato l'impeachment di Dilma (Rousseff) ora dobbiamo votare anche il suo".
E mentre si moltiplicano le voci su un possibile discorso di Temer alla nazione, la borsa di San Paolo ha registrato il peggior crollo dalla crisi del 2006.
Temer: "Non mi dimetterò"
Il presidente del Brasile Michel Temer in una conferenza stampa ha assicurato che non rinuncerà all'incarico, smentendo le accuse relative ad un suo via libera a pagamenti di tangenti a Eduardo Cunha. "Non mi dimetterò", ha detto in una breve dichiarazione.