.

L'Argentina è orfana: «Hasta siempre Francisco»

.
Ats
21.04.2025 20:51

La morte di Papa Francesco ha sorpreso Buenos Aires nelle prime ore del mattino, mentre un cielo plumbeo sovrastava la città che ha dato i natali al Pontefice, scomparso all'età di 88 anni. «Hasta siempre hermano Francisco».

Anche le Abuelas de Plaza de Mayo, l'associazione che riunisce le nonne dei desaparecidos che dal ritorno della democrazia cercano instancabilmente di ritrovare i loro nipoti sottratti ai genitori detenuti nei centri di tortura clandestini della dittatura militare, hanno voluto dare l'ultimo addio al Pontefice che sin dal suo insediamento «ha sempre dato il suo sostegno alla ricerca dei nipoti». «Un uomo del popolo, pieno di umanità, compassionevole», con un messaggio di «amore e ribellione».

«Oggi è, morto un difensore della giustizia sociale e dei diritti umani, il Papa dei poveri, degli ultimi. Spetta a noi che siamo ancora qui mantenere vivi la sua parola e il suo esempio. Addio, Fratello Francisco!», conclude il messaggio. «Se n'è andato il padre di tutti gli argentini», ha affermato commosso l'arcivescovo Jorge Ignacio García Cuerva nella prima messa della cattedrale di Buenos Aires, celebrata alle 8:30. Dall'altro lato di piazza de Mayo, sul pennone della Casa Rosada, intanto sventola a mezz'asta la bandiera bianco celeste, mentre il governo del presidente Javier Milei ha annunciato sette giorni di lutto.

«Ci ha lasciato il Papa dei poveri, degli emarginati, di coloro che nessuno vuole o comunque di coloro che molti escludono», ha aggiunto l'arcivescovo nella sua omelia, facendosi portavoce dei sentimenti contrastanti che pervadono l'intera comunità di fedeli in queste ore. «Come nella Pasqua si celebra con gioia che la morte del Signore è stata sconfitta con la resurrezione, oggi celebriamo che il nostro Padre ci ha lasciati e che la morte non ha vinto perché Francesco rimane nel cuore degli argentini», ha detto Cuerva in una cattedrale affollata da centinaia di fedeli, molti visibilmente in lacrime.

Tra questi, netta si è distinta la presenza dei giovani, quelli che Papa Francesco, nella giornata mondiale della Gioventù di Rio, nel 2013, aveva invitato «a portare la Chiesa nelle strade», a «battersi per il prossimo» e a «fare casino».

Camila, 26 anni, prima di entrare ha lasciato in una delle colonne della cattedrale un'effige della squadra del cuore di Bergoglio, il San Lorenzo, con su un messaggio scritto a mano: «Vola sempre alto Francisco, siamo tristi, rimarrai nei nostri cuori». «Per me era come un padre, ho perso i miei genitori da piccola e quando sentivo le sue parole era come una carezza. Lo sentivo vicino», ha detto con la voce spezzata Camila all'ANSA.

Per Juan Pablo, 18 anni, studente universitario, che ha attraversato la città dal quartiere La Paternal per partecipare alla messa Francisco Papa Francesco è un simbolo di lotta in questo momento in cui la società manca di misericordia ed empatia. «A volte è difficile, ma il Papa è stato molto chiaro nel suo messaggio di unità con il prossimo», ha aggiunto.

Marcela, 46 anni, volontaria della Caritas, riesce a parlare a stento tra le lacrime, ma ci tiene a dire che Francesco «era un punto di riferimento». «È sempre stato la nostra guida nell'accompagnare a quelli che più hanno bisogno e nel trovare Dio anche in quelli che sono ignorati, a cui passiamo accanto senza prestare attenzione», ha detto. «È una grande perdita, ma credo che riusciremo a proseguire la sua opera», ha aggiunto.

A ricordare Bergoglio fin dalle prime ore del mattino oggi a Buenos Aires sono stati anche il quartiere di Flores, che gli ha dato i Natali, e le «villas miserias» che l'allora arcivescovo di Buenos Aires visitava assiduamente portando il suo messaggio ai sacerdoti delle baraccopoli, i cosiddetti «curas villeros». «Dobbiamo trasformare questo dolore in speranza», ha affermato Padre Pepe, forse il più carismatico tra i preti vicini al Papa che operano nei quartieri più emarginati dell'Argentina.

E così come nella cattedrale di Plaza de Mayo, anche nella basilica di San José de Flores si sono riversati oggi migliaia di fedeli come Magalì, 35 anni, impiegata in un negozio di abbigliamento, che ha lasciato il lavoro per venire a congedarsi dal Papa. «Ci sentiamo orfani, è un giorno tremendamente triste», ha detto riassumendo quello che è il principale sentimento che domina oggi tra i fedeli argentini.