L’arrocco fra Gobbi e Zali in Governo incassa il sostegno della base leghista

Un’ora abbondante per ricevere la «benedizione» dell’assemblea leghista. La base, dopo aver ascoltato le motivazioni di Norman Gobbi e Claudio Zali, ha dato (senza sorprese) il proprio consenso alla proposta di arrocco dipartimentale. Incassata l’approvazione, il movimento prosegue quindi compatto nonostante le critiche (anche veementi) degli altri partiti. Tuttavia, dettaglio non da poco, rimane ancora lo scoglio della decisione governativa. L’Esecutivo, dopo aver «preso atto con disappunto delle modalità di comunicazione pubblica sull’argomento», deve infatti ancora esprimersi nel merito. Per farlo, ricordiamo, attende anche l’esito delle verifiche giuridiche richiste sulla modalità di votazione del Consiglio di Stato. La decisione finale dell’Esecutivo dovrebbe giungere entro fine mese.
Non il cosa, ma il come
«Il riscontro della sala è stato assolutamente positivo», ha dichiarato al termine dell’assemblea (a porte chiuse) Daniele Piccaluga. Critiche? No. Per il coordinatore leghista, alcuni presenti «hanno sollevato alcune domande di tipo procedurale». Ma, ribadisce, «di criticità su questa mossa non ne sono emerse». Meno netto, invece, l’avviso di Norman Gobbi. Sollecitato sul tema, il consigliere di Stato ha spiegato che vi sono state alcune perplessità riguardo alle tempistiche e ai modi dell’operazione. «In questo cantone si discute sempre più sul come e non del cosa». Ad ogni modo, ha proseguito Gobbi, «il cosa non è messo in discussione, semmai il come. Il cosa, ossia l’arrocco, rimane nell’interesse di dare una nuova dinamicità all’azione del Governo». Dal canto suo, il consigliere di Stato Claudio Zali ha ribadito il senso della comunicazione in assemblea: «Abbiamo spiegato la nostra visione, con un grande stupore per il polverone che si è creato. È una questione che non lo merita a fronte dei problemi reali che ci sono in Ticino. E invece è diventata una questione di Stato». Zali ha quindi sottolineato che l’arrocco è una competenza del consiglio di Stato: «Spesso si sente parlare di separazione dei poteri, in questo caso invece non se n’è parlato affatto. E tutti si sono sentiti in diritto di esprimere divieti e obblighi». Il direttore del DT sostiene quindi «che il merito della questione è andato completamente perso, preferendosi concentrare su aspetti marginali». Al riguardo, anche Gobbi ha evidenziato come l’arrocco sia orientato a ridare slancio all’attività dei singoli dipartimenti, facendo leva sulle competenze specifiche di ogni ministro. «Dopo 14 anni per me e 12 anni per Claudio (Zali, ndr), ci siamo messi in discussione, ma nello stesso tempo vogliamo mettere a disposizione le nostre competenze nell’interesse della macchina dello Stato e dei suoi servizi».
Quanto alle critiche espresse nel sondaggio pubblicato dal sito web del Mattino, secondo cui la maggioranza era contraria alla mossa, i diretti interessati hanno liquidato la pendenza sostenendo che la partecipazione era libera e che, notoriamente, statistiche di questo tipo «lasciano il tempo che trovano». Anche secondo Piccaluga, la forte adesione manifestata dalla base al progetto di arrocco leghista spazza via senza alcun dubbio ogni ipotetica divisione interna. «L’arrocco è stato letto da tutti come un’operazione in pieno spirito leghista. Insomma, siamo tornati a fare la Lega».
Da notare, però, alcune assenze «di peso»: all’assemblea svolta a Monteceneri non si sono visti il sindaco di Lugano Michele Foletti e i deputati Daniele Caverzasio e Sabrina Aldi.
Le bordate a destra
Che dire, invece, dell’alleanza con i «cugini» democentristi? La proposta di arrocco non è infatti piaciuta neppure all’UDC, che ha mancato di chiedere all’Esecutivo di «boicottare» l’operazione. Un’uscita che ha gettato ulteriore benzina su un’alleanza già piuttosto tesa alla luce del veto democentrista sulla presenza di Zali in lista. «Chiaramente l’assemblea non è la sede opportuna per decidere di un’alleanza», ha premesso il direttore del DT. «Tutto è molto prematuro. Parlando dell’arrocco, però, constatando le reazioni sopra le righe di molti, è stato fatto notare che anche gli alleati hanno reagito negativamente». Nessuna novità, quindi, sulla strategia che la Lega intende adottare in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Se non la conferma, condivisa in assemblea, riguardo alla posizione critica dell’alleato UDC, «ossia coloro che, formalmente, sarebbero ancora alleati di Governo».
I tempi sembrano stretti
L’assemblea ha inoltre chiesto quali saranno i prossimi passi, in particolare quelli legati alla decisione del Consiglio di Stato. Al riguardo, Piccaluga ha auspicato «una risposta in tempi brevi, gradirei entro l’inizio dell’estate». Stando a nostre informazioni, l’Esecutivo dovrebbe esprimersi come detto entro la fine del mese di giugno. Al riguardo, sarà fondamentale il parere giuridico sul numero di voti necessari all’interno del Governo per validare lo scambio di dipartimenti.