L'arte del rimorchio in discoteca

Ci sono generi musicali che rispondono a determinate esigenze sociali. Se il gospel allieta la messa in molte chiese afroamericane e l?hip hop ha dato voce e ritmo a migliaia di giovani delle periferie urbane, possiamo dire che i tormentoni da discoteca hanno quale prerogativa quella di agevolare il rimorchio. Di solito funziona così: il ragazzo/a mette gli occhi sulla preda, sfrutta la prima strofa per avvicinarsi furtivamente e poi, supportato da un ritornello orecchiabile e avvolgente, sferra il proprio attacco. Prendiamo a titolo d?esempio il recente successo del brasiliano Michel Telò, Ai se eu te pego, traducibile con ?Ah, se ti prendo?. La reticenza lascia ben poco spazio all?immaginazione e il balletto di accompagnamento – se possibile – è ancora più esplicito.L?analisi si fa ancor più ficcante se si prendono in considerazione i successi dell?Italodance, un genere da discoteca che spopolò all?inizio del Duemila e che oggi si può riascoltare solo in qualche tendina del Rabadan. A mettere subito le cose in chiaro ci pensò Gigi D?Agostino con L?Amour Toujours, ma le promesse di amore eterno si trasformarono ben presto in più pragmatiche richieste di compagnia per una sola notte. La prese alla larga Daniele Zeffiri, in arte Danijay, con il remix della metaforica I fiori di lillà e una rivisitazione del carpe diem che faceva così: ?Vivi sempre del momento / cogli il giorno e tanto amore / cogli i fiori di lillà?.Il gioco del vedo-non vedo e dell?ammiccamento proseguì nel 2002 con Sexy Girl dei Brothers, ma qui le cose si fecero già più esplicite. Questa la seconda strofa: ?Balla qui vicino a me / sai che voglio solo te / quando sento che ci sei / io vivo la vita più che mai?. Un concetto rinforzato dal ritornello che esaltava il corpo e il sorriso della preda, accendendo nel cacciatore un fuoco che ?lo rimetteva in gioco?. E su questo, le interpretazioni si sprecano. D?altro canto, basta passare in rassegna i successi di un altro progetto musicale italiano chiamato Hotel Saint George per capire l?andazzo: Never Say Never (?Mai dire mai?) nel 2002, Looking for a Good Time (?In cerca di divertimento?) nel 2003 e You Can Trust Me (?Puoi fidarti di me?) nel 2004 simboleggiano tre strategie di rimorchio diverse ma con uno scopo – sì, sempre quello – in comune.Sempre nel giugno del 2004 Roby Rossini lanciava nelle discoteche di tutta Italia Rendez Vous, un bizzarro mix di italiano, francese, tedesco e inglese che però aveva un vantaggio: rendeva la tecnica di rimorchio universale, quindi utilizzabile anche nei confronti di turisti o turiste provenienti dall?estero. Se quindi qualcuno si è avvicinato a voi una sera urlando a squarciagola il ritornello (?Io voglio te, soltanto te / I want you baby, I want you / dammi solo un rendez vous?) sapete di aver rischiato grosso.Poi venne il duo Paps'n'Skar. Nel 2004 raggiunse il successo grazie a Mirage e al ritornello ?Stasera la luna / Ci porterà fortuna?, il che può essere visto come innocuo rito benaugurante prima della caccia, ma solo un anno dopo diede alla luce Vieni con me. Più che una canzone, un inno alla perseveranza (?Avvicinati un po? / dai non fare cosi / e se mi dici sì / stasera so che mi vuoi?).Lo scettro di canzone più adatta al rimorchio, tuttavia, va a un brano dei già citati Brothers intitolato The Moon che tirava in ballo enti superiori quali il destino (?guidami verso la realtà / perché il destino ha unito due metà?) e soprattutto la luna (?Questa notte dimmi sì / puoi rispondermi / è la luna che ti vuole qui / guarda un po? più su / nell'immenso blu?). Una strategia arguta ma scorretta: passi il rimorchio in pista da ballo, ma alla fine ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Eh.