L'iniziativa

L'arte del vino a Castelrotto

L'artista Alex Dorici celebra con due opere la vite e il lavoro, nella storica Tenuta Vallombrosa di Claudio Tamborini
© CdT / Gabriele Putzu
Mauro Spignesi
25.05.2025 16:45

Chi produce vino segna il tempo dell’attesa, lo scandire delle stagioni, la meraviglia di veder crescere i primi, minuscoli grappoli. Ogni anno è una sorpresa, ogni anno è diverso dal precedente. Claudio Tamborini produce vino dal 1968, dopo aver preso il testimone dal padre Carlo. E ha sempre condotto l’azienda con un misto di razionalità, istinto e fiuto. Ha usato lo stesso metro per mettere insieme la sua vasta collezione d’arte, quadri ma anche tante sculture che punteggiano la Tenuta Vallombrosa di Castelrotto, che aperto ad artisti ticinesi o comunque legati in qualche modo alla Svizzera. È questo il filo rosso che lega opere in legno, in ferro e in bronzo.

Le ultime due, che si potranno ammirare in occasione di Cantine Aperte edizione 2025 (aperta ieri, sabato, e oggi, domenica) sono frutto di un dialogo con l’artista luganese Alex Dorici. Un dialogo perché tutto nasce da un bozzetto che Tamborini ha tracciato e che Dorici ha poi tradotto con la sua sensibilità artistica mettendoci dentro il suo magico mondo fatto di ricerca plastica, geometrie e ampiezza.

L’idea dentro un bozzetto

«Ogni tanto mi viene un’idea nuova e la mattina presto mi metto alla scrivania a disegnare. È un po’ come prendere appunti. Anche stavolta è accaduto così», racconta Tamborini. Il risultato è una scultura che raffigura di un uomo racchiuso nella sagoma di una bottiglia di vino. Un collage di pezzi geometrici assemblati con precisione, tipici dell’arte di Dorici e che tuttavia stavolta si discostano dal suo linguaggio abituale, quasi una parentesi nel suo lungo percorso. «In questo senso - spiega l’artista - anche per me è stata una sfida interessante, che ho raggiunto anche grazie ai fratelli Pinardi, i fabbri con i quali collaboro».

L’opera, una sorta di guardiano della natura, è fissata sulla facciata della Casa del silenzio, una piccola costruzione con dietro l’anfiteatro che ha ospitato diversi concerti dentro la Tenuta Vallombrosa. «È un omaggio - racconta ancora Tamborini - alle famiglie portoghesi, in particolare della valle del Douro, che negli anni hanno lavorato nelle nostre vigne». Tanto è vero che si intitola O Guardiao do Vinho. Ma da parte dell’artista, seguito dalla Galleria di Elena Buchmann , è anche un omaggio alle sue radici portoghesi. L’azienda Tamborini si estende su circa 25 ettari con vigneti di produzione a Comano (Vigneto ai Brughi), a Lamone (Tenuta Tamborini - Lamone), a Gudo (Tenuta Terre di Gudo), a Neggio (Tenuta San Domenico), a Porza (Tenuta San Rocco) e appunto a Castelrotto (Tenuta Tamborini - Castelrotto).

Cinque moduli triangolari

La seconda scultura realizzata da Dorici rientra invece nel suo stile astratto giocato su rigorose e pulite geometrie e spazi che si intersecano. Sono cinque moduli triangolari che dialogano e si inseriscono nell’ambiente circostante, tra alberi e piante di ogni tipo e ceppi di vite. In questo weekend si potranno inoltre vedere anche altre piccole opere di Dorici, alcune realizzate con i fili e le corde che l’artista utilizza nelle sue installazioni, contenute dentro le scatole di legno delle bottiglie di vino. Un dialogo simbolico proprio fra due mondi, quello dell’arte e quella della viticoltura. «Due mondi che io - spiega Claudio Tamborini - ho sempre cercato di vivere in maniera molto personale. Tanto è vero che ho selezionato e acquistato le opere, ormai oltre duecento (ma ormai ho perso il conto) fra quadri e sculture, sempre facendomi trascinare da intuito e istinto, ma soprattutto dall’emozione che mi restituisce un artista in un percorso personale».

La storia che continua

Tamborini ha visitato cantine in tutto il mondo, alcune realizzate da architetti celebri, altre rimaste nella loro dimensione originale, e in molte di queste c’era un parco di opere d’arte. Da qui gli è venuta l’idea di costruire qualcosa anche in Ticino. «E quando ho acquistato la tenuta - spiega ancora Tamborini - dove è presente anche una struttura ricettiva e uno spazio per gli eventi, ho cominciato a comporre pazientemente il mio personale parco, un po’ un omaggio a chi ha creato Vallombrosa, un po’ per farla vivere e portare avanti una storia antica e preziosa, e un po’ per aprirla a tutti i visitatori».

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