Bellinzona

Lavori fermi all’ex Pretorio, ma riprenderanno presto

Due ricorsi contro l’aggiudicazione delle opere da impresario costruttore inoltrati al Tribunale cantonale amministrativo, recentemente respinti, hanno rallentato la tabella di marcia
Il rinnovo e l’ampliamento dell’edificio è stato fermo qualche mese. ©CdT/Chiara Zocchetti
Davide Rotondo
Davide Rotondo
21.05.2023 11:05

Stavano precedendo seguendo la tabella di marcia i lavori di ristrutturazione e ampliamento dell’ex Pretorio di Bellinzona. Questo, nonostante le incertezze legate alla disponibilità dei materiali causate dal conflitto in Ucraina. Il cantiere però da alcuni mesi è fermo a causa di due ricorsi inoltrati al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM). Come riferivamo nell’edizione del CdT del 3 settembre scorso, le ruspe erano entrate in azione rispettando i tempi previsti dal progetto di oltre 43 milioni di franchi per il rinnovo dello storico edificio che sorge a fianco del Tribunale penale federale. Dopo la demolizione delle strutture accessorie, era infatti iniziato lo smantellamento vero e proprio dell’edificio principale. Conclusa la demolizione, fino alla fine del mese di ottobre gli operai sono stati impegnati dallo sgombero dei materiali. A novembre invece è partito lo scavo. All’inizio dell’anno era previsto l’avvio dei lavori di getto delle prime solette e delle elevazioni. Interventi che invece si sono fermati in attesa della risoluzione dei suddetti ricorsi.

Censure già bocciate
Come confermato dalla Sezione della logistica del Cantone, dopo l’esecuzione delle opere da demolizione i lavori al Pretorio di Bellinzona si sono appunto interrotti a causa di due ricorsi inoltrati al TRAM contro l’aggiudicazione delle opere da impresario costruttore. Ricorsi che sono stati comunque recentemente respinti dal Tribunale. Ne dà conferma al CdT sempre la Sezione della logistica, spiegando inoltre che i lavori riprenderanno a breve regolarmente, facendo dunque intendere che non vi sono – almeno per il momento – altre censure inoltrate dai ricorrenti. La consegna del nuovo Pretorio era prevista a novembre del 2025, ma bisognerà ora capire quanto ritardo si è accumulato.

A prova di crisi energetica
Nello storico immobile oltre alla Corte di appello indipendente in seno al Tribunale penale federale s’insedieranno la Polizia cantonale (con la Gendarmeria e la Polizia giudiziaria), la Pretura civile di Bellinzona e le Strutture carcerarie cantonali con celle per la carcerazione preventiva. Non dovrebbero per contro farvi ritorno gli uffici della sede bellinzonese del Ministero pubblico per i quali è prevista la centralizzazione a Lugano nel palazzo di Giustizia che verrà a sua volta ristrutturato.

Sarà inoltre un edificio a prova di crisi energetica. L’immobile rispetta infatti la pianificazione energetica per gli edifici dell’amministrazione cantonale con un’edificazione secondo lo standard Minergie, un’autoproduzione di energia elettrica tramite pannelli fotovoltaici sul tetto e l’allacciamento alla rete di teleriscaldamento TERIS.

Il progetto si inserisce in un concetto urbano che fa di Viale Stefano Franscini un elemento essenziale nella trasformazione della città medievale. Gli stabili del TPF e del Pretorio infatti rivestono un’importanza strategica per l’assetto del viale, che si relaziona in modo diretto con il quartiere governativo, con il Castelgrande e con il nucleo. Gli edifici del Pretorio e del TPF (sede in origine della prima scuola cantonale di commercio) sono strettamente legati alla storia e alla memoria collettiva della città e sono considerati beni culturali d’importanza comunale.