Le cancellazioni di Adria sono iniziate in dogana

AGNO - C’è un problema doganale tra le cause delle cancellazioni che nei giorni scorsi hanno fatto infuriare non poche persone allo scalo di Agno. Si sono arrabbiati i passeggeri che avevano prenotato il volo per Zurigo e che hanno dovuto partire da Malpensa, ovviamente. Si è arrabbiato il direttore di Lugano Airport Maurizio Merlo, che ha firmato una lettera di fuoco diretta all’Ufficio federale dell’aviazione civile. Secondo nostre informazioni si è arrabbiata anche Swiss, che ha motivato gli annullamenti parlando di problemi tecnici e di equipaggio avuti da Adria Airways, a cui la compagnia elvetica ha affidato il collegamento con la città sulla Limmat. Ecco, Adria. Sempre in base a quanto abbiamo potuto appurare, uno dei suoi velivoli aveva bisogno di un pezzo di ricambio, ma ad Agno non c’era e l’unica soluzione era farlo arrivare dalla Slovenia. Quando le cose si complicano, i rischi si moltiplicano: il viaggio del prezioso componente da Lubiana si è fermato alla frontiera di Chiasso-Brogeda, dove il carico è rimasto bloccato per non meglio precisati problemi di documenti. Non siamo a conoscenza dei dettagli: le Guardie di confine non hanno rilasciato dichiarazioni e i portavoce di Adria, ieri, sono stati irraggiungibili. Sta di fatto che il pezzo è stato respinto e l’aereo non ha potuto essere riparato, o almeno non in tempi brevi. Nel frattempo infatti il problema è stato risolto. Resta da capire come mai la compagnia slovena non avesse a disposizione il ricambio ad Agno: ogni volta che c’è un problema deve far partire un carico dal suo quartier generale a Est?
La proverbiale goccia
Il picco delle cancellazioni è avvenuto da sabato scorso a lunedì: ce ne sono state 18, mentre nell’ultimo mese è saltato un totale di 25 voli. Non è un problema nuovo ad Agno (si veda l’articolo a lato) ma per Lugano Airport quando è troppo è troppo. «Le cancellazioni degli ultimi giorni sono la goccia che fa traboccare il vaso - aveva spiegato il direttore al nostro giornale - perché se le soppressioni a causa di cattive condizioni meteo sono accettabili, non è possibile che vi siano sempre problemi tecnici o di equipaggio. Chiediamo all’UFAC di far rispettare il regolamento a difesa del passeggero». Per lo scalo è anche una questione di soldi: «Un volo cancellato - faceva notare sempre Merlo - comporta per noi non solo un danno di immagine, ma anche finanziario a causa della mancata entrata delle tasse dei passeggeri, delle tasse di atterraggio e del servizio a terra». Swiss dal canto suo si era detta «dispiaciuta per i disagi arrecati ai passeggeri a causa delle irregolarità delle operazioni da e per Lugano», dando la colpa ad Adria.
A Palazzo con le famiglie
Ad aggravare le cose è stata la concomitanza delle cancellazioni, sabato scorso, con la giornata di porte aperte «Eppur si vola» organizzata da Lugano Airport per promuovere lo scalo nell’ottica del suo rilancio. O meglio, prima del suo salvataggio e poi del suo rilancio. Gli annullamenti sono stati la classica macchia sul vestito bianco, ma la giornata è stata comunque preziosa per l’aeroporto e ha permesso di raccogliere circa tremila firme contro l’eventualità di una sua chiusura. I promotori contano di arrivare a cinquemila entro lunedì prossimo, quando le sottoscrizioni verranno consegnate alla Commissione della gestione di Lugano. Commissione che sta esaminando la richiesta di credito da 8 milioni di franchi per la ricapitalizzazione della società di gestione dello scalo. A consegnare il malloppo di firme ai politici non saranno il vertici di Lugano Airport, ma i suoi dipendenti accompagnati dai loro familiari. Un modo per ricordare che al destino dell’aeroporto è legato il loro.