L’intervista

«L’e-commerce non è una minaccia, ma un’opportunità per tutti»

A colloquio con Francesco Vass, CEO di Ricardo, il pioniere svizzero dell’e-commerce che vanta 3,7 milioni di utenti e che vende un articolo ogni 6 secondi
Francesco Vass, CEO di Ricardo dal 2018.
Paride Pelli
28.11.2019 08:06

Ricardo è il pioniere elvetico dell’e-commerce e dopo 20 anni rimane uno dei marketplace online più amati della Svizzera, con 3,7 milioni di utenti: ogni sei secondi questa piattaforma vende un articolo e ogni giorno acquisisce mille nuovi membri. Da qualche giorno è presente anche in lingua italiana. Intervistiamo il suo CEO, il luganese Francesco Vass.

Francesco Vass, ci spiega come è nato il progetto di avere Ricardo anche in lingua italiana?

«In quanto ticinese avevo l’obbligo morale di offrire la nostra piattaforma anche in lingua italiana (sorride). Seriamente: ho osservato spesso società svizzere che rinunciano ad un’offerta in italiano per una pura logica commerciale, perché “non ne vale la pena”. Per me è invece fondamentale che un servizio attivo in tutta la Svizzera sia offerto anche in italiano, oltre che in tedesco e francese. Il portale in italiano è da poco online, e questa iniziativa è coincisa con i festeggiamenti per il ventesimo di esistenza di Ricardo ed un cambio di nome, di branding: non più Ricardo.ch bensì solo Ricardo. Ormai tutti sanno che Ricardo è una piattaforma online ed il “.ch” finale risultava pleonastico, superato, anche poiché l’utilizzo avviene oggi per la maggior parte attraverso l’applicazione».

Qual è l’obiettivo in termini pratici dell’entrata sul nuovo mercato e cosa vi potrà portare in termini di fatturato?

«In Ticino gli utilizzatori ci sono già, e da tempo, quindi non partiamo assolutamente da zero. Prima della creazione del portale in italiano, l’utilizzo pro-capite in Ticino si attestava più o meno al 20 percento rispetto al resto della Svizzera. L’obiettivo ora è chiaramente quello di crescere nella Svizzera italiana e di raggiungere i numeri del resto del Paese. Ovviamente non succederà dall’oggi al domani, ma bisognerà educare il mercato, far capire agli utenti come funziona il servizio, quali sono le sue peculiarità. Ma siamo persuasi che il potenziale esista, non vedo assolutamente una differenza di utilizzo o un gap digitale tra il Ticino e il resto della Svizzera».

Ricardo anche in lingua italiana? Siamo convinti che il potenziale esista, non vedo una differenza di utilizzo o un gap digitale tra il Ticino e il resto della Svizzera.

Parlando di peculiarità, perché l’utente dovrebbe affidarsi a Ricardo piuttosto che ad altri portali?

«Come Ricardo garantiamo innanzitutto la transazione: è un aspetto importante nel mare magnum della Rete, quello che ci differenzia dagli altri portali che si occupano di usato, in particolare ad offerte simili quali tutti.ch oppure a Marketplace di Facebook. Questi ultimi offrono soluzioni che io definisco “fai da te”, dove io come compratore o venditore investo buona parte del mio tempo a inserire l’annuncio, a negoziare il prezzo, organizzare il pagamento e la consegna. Se un utilizzatore ha tutto questo tempo da investire, il prodotto può funzionare, così come se è disposto ad accettare il rischio latente di truffa. La soluzione che proponiamo come Ricardo è invece “tutto incluso”, perché appunto la transazione è garantita e assicurata da Ricardo e avviene a un prezzo stabilito dal mercato. Quest’ultimo viene fissato attraverso i vari metodi di vendita che abbiamo, ossia aste oppure oggetti a prezzo fisso. Il pagamento è gestito da Ricardo e avviene con i comuni metodi, dalla carta di credito al versamento bancario passando per Apple Pay. A breve anche la consegna dei prodotti verrà facilitata e ottimizzata: abbiamo trovato un accordo con DHL sulla base di un’etichetta prestampata con l’indirizzo dell’acquirente che verrà consegnata al venditore. Insomma, come Ricardo ci impegniamo per rendere il processo di compravendita tra i nostri utenti conveniente e sicuro come nel tradizionale e-commerce o nel grande magazzino in centro città. Ovvio, per questo si paga un prezzo, come per tutti i servizi, ma è una piccola percentuale rispetto all’acquisto. Questo ci differenzia dagli altri portali di usato, ma non solo questo».

Al lavoro negli uffici di Ricardo, a Zurigo.
Al lavoro negli uffici di Ricardo, a Zurigo.

Ci sono ulteriori aspetti che contraddistinguono Ricardo dagli altri portali di e-commerce?

«Rispetto al tradizionale e-commerce, quello per esempio di Amazon o Galaxus, ci differenziamo per il tipo di inventario. Su Ricardo vogliamo infatti offrire tutto ciò che non ha più un utilizzo attivo. Principalmente si tratta di merce usata, oggetti che tutti noi abbiamo in cantina o negli armadi e non ci prendiamo la briga di vendere. Ma anche articoli di negozio finiti in magazzino dalla stagione precedente e che ora sono difficili da vedere, oppure ancora merce resa o articoli ricondizionati. Tutto ciò, come detto, che non ha più o non ha mai avuto un utilizzo attivo. Da vent’anni facciamo tutto questo con grande successo, per un totale di 5 milioni di transazioni all’anno. Cinque milioni di oggetti che cambiano mano. Per una cifra d’affari di 500 milioni annui, che significa che ogni transazione vale in media 100 franchi. Ma se confrontiamo questo particolare settore di mercato dell’usato con quello del nuovo, in Svizzera, che vale 50 miliardi ogni anno – senza cibo – ci rendiamo conto che siamo appena all’uno percento. Significa che su 100 oggetti che una famiglia svizzera compra, solo uno è di seconda mano. Questo nonostante i sempre più insistenti gridi d’allarme sul clima, gli scioperi degli studenti, e la svolta verde delle ultime elezioni federali. Da parte nostra dobbiamo rendere la compravendita ancora più semplice: così facendo la coscienza ecologica che sempre in più stanno sviluppando si può concretizzare nel quotidiano. È anche una questione mentale, una barriera che va superata: oggi pensiamo, a torto, che l’usato, l’oggetto di seconda mano, non sia così bello, così di qualità. C’è questo timore, dunque dobbiamo lavorare a livello di comunicazione sul consumatore».

C’è chi sostiene che l’e-commerce sia la rovina dei piccoli commerci. Davvero il commercio in Rete ha messo in ginocchio la piccola impresa oppure si tratta semplicemente del progresso, del futuro che avanza?

«Da un lato c’è il futuro che avanza, inarrestabile. Un po’ come cinquant’anni fa quando, nel mercato della vendita al dettaglio, dal concetto di negozio di paese siamo passati alla grande distribuzione. Ma ciò non significa automaticamente la morte dei piccoli commercianti: se oggi il commerciante locale riesce a sfruttare e utilizzare le potenzialità di internet, può avere successo. Anche perché gli si apre un mercato che prima non aveva. Il commerciante tradizionale era storicamente limitato, perché il cliente doveva passare davanti alla sua vetrina: oggi può sfruttare le piattaforme globali per raggiungere un pubblico che prima non aveva. Così facendo, le sue vendite non saranno più limitate solo al negozio fisico, ma potranno essere allargate a tutti gli utilizzatori della Rete. Certo, per avere successo è necessario avere un prodotto che si distingua dagli altri, oltre a saper comunicare in altre lingue oltre all’italiano. Ma se il commerciante è disposto a stare al passo con i tempi, ad adattare il suo stile e le sue modalità di vendita, l’e-commerce può risultare utile. Ovvio, ci sarà anche chi non riuscirà a progredire e con il passare del tempo faticherà. Penso, più in generale, che per i marchi giovani, quelli che puntano molto sulla sostenibilità, questa sia una grandissima opportunità. In Svizzera c’è tutta una cultura, una tradizione che ruota attorno all’oggettistica di qualità: e se si può sfruttare l’e-commerce per diffondere questo valore nel mondo, ben venga».

Gli uffici di Ricardo con Francesco Vass.
Gli uffici di Ricardo con Francesco Vass.

In questi vent’anni come è cambiato Ricardo?

«Ricardo – ci spiega ancora Francesco Vass - nasce nel novembre 1999 fondato da Stephan e Michael Widmer, due fratelli svizzero-tedeschi che lanciano un sito di aste online, Auktion24.ch. Acquistavano inventario in grandi quantità, in Svizzera e all’estero, e lo rivendevano sul loro portale partendo dal prezzo di un franco, la base d’asta. Già nel 200 la società è stata acquistata dal gruppo Ricardo, attivo con piattaforme simili in diversi paesi europei. È cresciuto costantemente malgrado l’entrata sul mercato elvetico di eBay nel 2005: gli svizzeri, storicamente abitudinari, hanno continuato a dare fiducia a Ricardo, una piattaforma che già conoscevano e sulla quale si trovavano bene. Poi c’è stata una fase più difficile, durata dal 2010 al 2015, durante la quale Ricardo ha cominciato a diversificare i prodotti, tralasciando il mercato delle aste da consumatore a consumatore e perdendo un po’ della sua popolarità, con una conseguente stagnazione della crescita. La differenziazione non è insomma funzionata a dovere. Nel 2015, il gruppo sudafricano Naspers, a cui apparteneva Ricardo, ha poi venduto a Tamedia. E da lì si è cercato di riposizionare Ricardo, riportandolo alla formula di un tempo, quella che ne aveva sancito il successo, ossia piattaforma di vendita di usato, principalmente tra privati o piccoli commercianti. Ricardo è apprezzato e amato soprattutto per questo».

Chi è Francesco Vass

Luganese, classe 1974, Francesco Vass nasce professionalmente come ingegnere. Ha studiato al Politecnico di Zurigo, specializzandosi in ingegneria delle telecomunicazioni. Dopo aver conseguito un master in gestione aziendale presso INSEAD è stato attivo come consulente presso McKinsey & Company. Nel 2006 entra nel mondo dell’online dapprima con Zattoo e poi dal 2011 con tutti.ch, portale che sotto la sua guida cresce e si impone in tutta la Svizzera. Nel 2018 diventa CEO di Ricardo.