Breganzona

Le curiosità di Villa Marita prima di essere abbandonata

La struttura ricettiva risalente agli anni Sessanta è lasciata deperire da diverso tempo, ma c’è chi si è interessato alle sue potenzialità edificatorie per eventuali progetti futuri – Non ospitò solo turisti, ma anche un’esercitazione della Polizia comunale, migranti collocati dal Cantone e un giro di prostituzione
© CdT/Chiara Zocchetti
Valentina Coda
13.08.2025 06:00

È lì da oltre mezzo secolo, all’angolo tra via al Moretto e via Lucino a Breganzona. Una presenza storica quasi scontata per chi abita da quelle parti, ma che nel corso degli anni è diventato per molti un attrattore di curiosità, perché rappresenta l’unico edificio abbandonato in un contesto residenziale. Parliamo di Villa Marita, una modesta struttura ricettiva risalente agli inizi degli anni Sessanta con ventitré camere per una quarantina di posti letti e ben frequentata da quando ha iniziato ad accogliere ospiti. Ospiti di cui però non vede l’ombra da diversi anni. E gli ultimi che ha accolto non hanno ricordi felici di quel soggiorno. Non è stato per niente facile reperire informazioni su questo albergo e il ginepraio di società a cui è collegato non ha di certo aiutato. Tuttavia qualcosa abbiamo scoperto: nel corso degli anni quella struttura non ha ospitato solo turisti, ma anche migranti, esercitazioni della Polizia comunale di Lugano e un giro di prostituzione. E da quando è stata lasciata deperire, verosimilmente un anno prima dell’inizio della pandemia, varie persone si sono interessate alle sue potenzialità edificatorie per progetti futuri. Ma sarà tutt’altro che semplice.

Fortuna e declino

Villa Marita è nata come hotel due stelle a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. Gestita da due coniugi, è sempre stata molto ben frequentato da famiglie provenienti dalla Svizzera interna, tanto che alcuni si ricordano che «c’era un via vai di gente e il parcheggio era sempre pieno». Una struttura ricettiva tutto sommato semplice, com’erano le esigenze di quell’epoca. Fortuna e declino di un hotel che è rimasto però aggrappato al passato mentre i tempi cambiavano. Alcune persone che hanno lavorato per anni nel vecchio Comune di Breganzona ricordano infatti di non aver mai visto un’istanza di miglioria. E le ultime recensioni (2019) pubblicate su TripAdvisor dai turisti non lasciano spazio a libere interpretazioni. «Hotel da incubo: molto vecchio, sporco e con la muffa in bagno. Andrebbe chiuso». Infatti...

Di simulazioni e potenzialità

Dopo che la struttura ha deciso di chiudere definitivamente le sue porte, le sue potenzialità in qualità di stabile in disuso sono state sfruttate dalla Polizia comunale di Lugano. Stando a nostre informazioni, l’autorità cittadina ha usufruito di quegli spazi per svolgere delle esercitazioni, come ad esempio delle simulazioni di retate. Una prassi, quella delle autorità, di utilizzare stabili in disuso per esercitarsi, come hanno fatto i reparti speciali della Cantonale all’ex albergo Eden a Paradiso (a Breganzona però nessuna pistola è stata rubata). Ma gli agenti, dentro l’Hotel Villa Marita, c’erano già entrati un paio di volte alla fine degli anni Novanta per un sospetto giro di prostituzione, in seguito accertato e sventato. Anche il Cantone si era interessato alla struttura, ma sul fronte richiedenti l’asilo. Nel 2008, infatti, Villa Marita fu una delle varie struttura sparse per il cantone che ospitò alcuni migranti. Tornando alla curiosità che ormai suscita la struttura abbandonata, Villa Marita avrà un futuro? Sicuramente è stato oggetto di interesse da parte di vari tecnici e architetti, che negli anni hanno chiesto informazioni riguardo le potenzialità edificatorie. Potrebbe essere rilanciata come struttura ricettiva? È un’opzione, visto che a Breganzona c’è domanda. Ma, c’è un ma. L’edificio è in contrasto con le norme vigenti perché costruito prima dell’entrata in vigore del Piano regolatore attuale che impone una zona residenziale R2. Sarà quindi consentito rilevare l’hotel così com’è, ovviamente con un restyling interno. Anche una destinazione residenziale potrebbe entrare in linea di conto, ma senza apportare modifiche strutturali.

Prima l'ipotesi foyer, poi il passo indietro

Nel 2000 la fondazione il Gabbiano aveva avanzato la richiesta di trasformare Villa Marita in un «centro di aiuto per tossicomani». A giugno i proprietari inoltrarono la domanda di costruzione per il cambiamento di destinazione e alcuni lavori interni. Essendo un tema delicato, la Fondazione scrisse una lettera agli abitanti della zona per tranquillizzarli, memore delle grosse resistenze incontrate dalla Fondazione Vanoni per la costruzione di un «centro per disadattati» sempre a Breganzona. Ma a luglio il dietrofront: i proprietari ritirarono la domanda di costruzione e il progetto sfumò, con tanto di malumori da parte dei dirigenti della Fondazione, colti di sorpresa dalla decisione.

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