Le motoseghe sono in azione, è l’inizio dell’addio alle palme

A Minusio, nell’ambito dei lavori di ristrutturazione al giardino dello storico Museo Elisarion, la squadra di operai specializzati del Comune si «porta avanti» nella lotta alla Palma di fortune. Chiamata, a seconda dell’occasione, «ticinese», «a ventaglio», «eccelsa» oppure «rustica», ma nota agli esperti con il più scientifico «Trachycarpus fortunei». Un primo esemplare, ridotto a tronconi di una trentina di centimetri, è già caricato sul rimorchio. Ne restano una manciata di altri, in tutto una decina. Ma non sono solo le autorità a muoversi per evitare il proliferare delle neofite che negli anni sono divenute, nonostante tutto, il simbolo di una regione.
Si muovono anche i privati
In zona, infatti, fa capolino una formazione di specialisti, altrettanto ben attrezzati, per un nuovo «walzer di motoseghe». «Prima o poi arriverà l’obbligo di togliere le infiorescenze che la pianta produce, le quali una volta mature sono assunte dagli uccelli sotto forma di semi, poi sparpagliati sul territorio con il rischio di diffondere ulteriormente questa specie alloctona», precisa Giorgio Mas, responsabile del settore Ambiente e pianificazione dell’Ente locale.


«Probabilmente, per evitare di doversene prendere cura ogni anno, in molti avranno deciso di liberarsene definitivamente», ipotizza il 58.enne al Corriere del Ticino, che aggiunge come lo «stimolo» possa essere stato provocato dalla pubblicazione di una circolare di sensibilizzazione e documentazioni varie sul sito www.minusio.ch in parte fornite dalla Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo del Dipartimento del territorio ticinese. L’appello cantonale, fra l’altro, è replicato anche in altre località. E così, per tutto il Locarnese, si rischia di dover dire addio a quei panorami dal tocco esotico, che rendono familiari le immagini proposte negli sceneggiati statunitensi ambientati in luoghi di grande richiamo come Los Angeles. Per il momento, però, l’unico divieto riguarda la vendita dello sgradevole invasore, di conseguenza la piantumazione di nuovi alberi. E se il «grande vicino» è in azione, anche la «Regina del Verbano» non sta a guardare, anzi.
Uno strumento nuovo
Il municipale Marco Pellegrini, titolare del dicastero Logistica e Territorio di Locarno, fa sapere che - oltre a un investimento di tre milioni per estirpare l’indesiderato vegetale in un’operazione che va avanti da un decennio con ottimi risultati, in particolare nella zona della golena - sul tavolo dell’Esecutivo è appena stata consegnata la proposta di un’ordinanza che affronta il problema alla... radice. «Per la prima volta, avremo una base giuridica che permetterà di non vanificare il grande lavoro che continuiamo a svolgere, anche in collaborazione con realtà associative vicine a noi», spiega il 63.enne. Il nuovo strumento, una volta approvato e introdotto, permetterà di responsabilizzare i proprietari sulla già citata manutenzione per levare quei frutti che, tramite l’avifauna, contaminerebbero ulteriormente la biodiversità autoctona. Un’operazione che, malgrado possa essere pianificata nell’arco dei mesi estivi, richiede comunque l’impiego di giardinieri formati.