Le «munizioni con uranio impoverito» all'Ucraina che hanno generato il caos

Munizioni anticarro perforanti all'uranio impoverito all'Ucraina. Uranio impoverito, termine che ha scatenato il caos a livello internazionale e acceso l'ira della Russia. Ma di cosa si tratta? Lunedì la baronessa Annabel Goldie, viceministra della Difesa britannica, ha dichiarato che «assieme a uno squadrone di carri armati pesanti da combattimento Challenger 2, saranno mandate anche le relative munizioni: inclusi proiettili perforanti che contengono uranio impoverito». La frase è stata pronunciata durante un'audizione di secondaria importanza alla Camera non elettiva dei Lord, replicando a un'interrogazione preoccupata presentata su questo specifico punto dall'ultranovantenne lord Hylton, veterano dell'assemblea, ex soldato e filantropo impegnato da tempo in iniziative di pace. «Tali proiettili – ha aggiunto la baronessa Goldie – sono altamente efficaci per neutralizzare tank e blindati moderni» russi. Quando, ieri, i media ucraini hanno ripreso la notizia, le frasi della viceministra della Difesa nel governo Tory di Rishi Sunak hanno fatto il giro del mondo. E a Mosca la reazione non si è fatta attendere.
La reazione di Mosca
Il primo a esprimersi è stato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, in un'intervista a Rossiya-1: «Non sarei sorpreso da questo sviluppo, se questa (consegna) avvenisse effettivamente, ma non c'è dubbio che finirà male per loro. Non ne ho sentito parlare, ma non sarei sorpreso da nulla, perché hanno completamente perso il senso dell'orientamento riguardo alle loro azioni e al modo in cui minano la stabilità strategica in tutto il mondo». «Finirà male», altro termine che ha fatto il giro del mondo. Gli ha fatto eco, direttamente, il presidente Vladimir Putin: «Stanno cercando di combattere questo conflitto non solo in teoria fino all'ultimo ucraino ma anche in pratica: l'Occidente sta cominciando a usare armi con elementi nucleari». Secondo il ministro della Difesa Sergei Shoigu, addirittura, lo scontro nucleare sarebbe «a pochi passi». La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha accusato il governo britannico di voler creare uno «scenario jugoslavo»: «Questi materiali non solo uccidono, ma avvelenano anche l'ambiente e provocano il cancro nelle persone che abitano queste terre – ha scritto su Telegram –. È un po' ingenuo pensare che queste armi causeranno vittime solo tra coloro contro i quali vengono utilizzate. In Jugoslavia, i militari NATO, sono stati i primi a pagarne le conseguenze». Il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin, dal canto suo, ha scritto: «Una guerra all'ultimo ucraino può diventare una guerra all'ultimo europeo. La Gran Bretagna ha annunciato che il regime nazista di Kiev sarebbe stato fornito di munizioni all'uranio impoverito. A proposito, Washington ha usato proiettili simili in Jugoslavia e Iraq, il che ha portato alla contaminazione dell'area, nonché a un forte aumento del cancro tra le persone. Questa decisione porta a una tragedia su scala globale, che colpirà principalmente gli stati europei. Deve essere chiaro che il passo successivo alla fornitura di munizioni all'uranio impoverito potrebbe essere l'uso di una bomba sporca da parte del regime di Kiev. O l'uso di armi nucleari tattiche. Se ciò accade, non si tornerà indietro. Washington ed i suoi satelliti - Londra, Bruxelles, Varsavia, ecc. - stanno facendo di tutto perché la 'guerra all'ultimo ucraino' diventi 'la guerra all'ultimo europeo».
Londra accusa la «disinformazione»
Da Londra si è espresso il ministero della Difesa britannico, citato da Sky News. «La Russia sta cercando deliberatamente di disinformare» sulle munizioni contenenti uranio impoverito inviate in Ucraina. «L'esercito britannico ha utilizzato il materiale nei suoi proiettili per decenni. È un componente standard e non ha nulla a che fare con armi o capacità nucleari. La Russia lo sa, ma sta deliberatamente cercando di disinformare». I proiettili sono «altamente efficaci» per sconfiggere i moderni carri armati e veicoli blindati, ha aggiunto in una nota, affermando che la ricerca scientifica mostra che qualsiasi impatto sulla salute personale e sull'ambiente derivante dall'uso di munizioni all'uranio impoverito è «probabilmente basso».
Cosa sono le armi a uranio impoverito
L'uranio impoverito è il materiale che rimane quando la maggior parte della forma altamente radioattiva dell'uranio è stata rimossa dal minerale. Viene utilizzato per armature di carri armati, proiettili perforanti e come peso per bilanciare gli aerei. La Gran Bretagna è in possesso di almeno due tipologie di armi perforanti a uranio impoverito negli arsenali, secondo quanto riferisce l’International Coalition to Ban Uranium Weapons (ICBUW), ong che si batte per il loro divieto. I proiettili al centro del dibattito sono i Charm 1 e Charm 3 e possono essere utilizzati come munizioni per i cannoni da 120 millimetri che vengono montati su alcuni carri armati. I primi sono stati sviluppati a inizio anni Novanta, mentre i secondi dal 1999. Ed entrambe le tipologie sono a disposizione dei tank pesanti da combattimento di standard NATO. L’ICBUW ha rivelato alcune indiscrezioni, ma si tratta di informazioni non ancora confermate in via ufficiale: Londra, nei mesi scorsi, avrebbe avviato un programma di modernizzazione dei Challenger 2 e dei loro armamenti, con l'obiettivo di un nuovo modello innovativo: il Challenger 3 (non prima del 2030).
Le munizioni all'uranio impoverito sono da tempo al centro delle polemiche e si discute sulla legalità del loro utilizzo in scenari di guerra passati, dalla guerra del Golfo all'ex Jugoslavia. Perché quando sono state create – più economiche di quelle con il tungsteno – non ci si è preoccupati della loro tossicità, fino a quando i reduci dell'Iraq e del Kosovo hanno cominciato ad ammalarsi. Al punto che le forme di cancro sviluppate da soldati hanno preso un nome tutto loro: «Sindrome dei Balcani». Da anni si discute della loro pericolosità, tra studi che collegano le munizioni con le malattie ad altri che negano una correlazione, pur confermando che con un impatto diretto, ad esempio il relitto di un tank, il rischio è più elevato.