In attesa del battellino

Le Olimpiadi? Un carrozzone

Il programma dei Giochi estivi è ormai come quello di un circo e forse sarebbe meglio stendere un velo di silenzio come quello degli azzurri ai Mondiali di Spagna nel 1982
© EPA/FRANCK ROBICHON
Red. Corrierepiù
12.12.2020 06:00

A Parigi 2024 anche la breakdance

Cosa stanno diventando le Olimpiadi, soprattutto quelle estive? Sul carrozzone dei cinque cerchi – la decisione è stata presa dal Comitato internazionale olimpico, mica dal direttore di un circo – per i Giochi estivi del 2024 a Parigi salirà anche la breakdance. Ossia la danza acrobatica da strada che era stata lanciata dai teenager afro- e latino-americani residenti nel quartiere newyorkese del Bronx tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio di quelli Settanta dello scorso secolo. Perché non si sia pensato al valzer, alla mazurka o al tango, nella sede losannese del CIO resta un imperscrutabile mistero.

A Trump servirebbe lo scatto di Usain Bolt

«Wow! Almeno 17 Stati si sono uniti al Texas nell’azione legale straordinaria contro la più grande frode elettorale nella storia degli Stati Uniti. Grazie!». L’uomo – e chi altri se non Donald Trump? – proprio non si rassegna e con i suoi cinguettii non smette di ribadire la teoria delle presunte frodi elettorali che avrebbero permesso a Joe Biden di sloggiarlo dalla Casa Bianca. Chissà se da qui al 14, cioè lunedì, Trump riuscirà a convincere i Grandi Elettori con le sue tesi complottiste. Il tempo stringe e ci vorrebbe uno scatto finale degno di Usain Bolt.

Addio al primo uomo più veloce del suono

O forse, se il presidente si ispirasse a celebrità di qualche generazione prima, ci vorrebbe Charles Elwood Yeager, uno dei moderni eroi d’America. Soprannominato Chuck, Yeager il 14 ottobre del 1947, ai comandi del velivolo sperimentale Bell X-1, fu il primo uomo a superare la velocità del suono, volando a 1’299 km/h. Chuck Yeager è morto il 7 dicembre alla veneranda età di 97 anni e sono stati in molti nel mondo a ricordarne le gesta.

Il brusco ritorno sulla Terra dello Starship di Musk

Sempre a proposito di macchine straordinarie sentite questa: «Abbiamo acquisito tutti i dati di cui avevamo bisogno. Marte, stiamo arrivando!!» ha twittato Elon Musk dopo il lancio-test del suo razzo Starship dalla base texana di Boca Chica. È vero che Musk ha grandi visioni anche nel campo delle conquiste spaziali, ma da qui alla conquista del Pianeta rosso da parte di un equipaggio umano di acqua sotto i ponti ne dovrà passare ancora molta. Tanto più che lo Starship, dopo un volo fino alla quota di 12,5 chilometri, si è schiantato all’atterraggio. Quello comunque previsto sulla cara, vecchia Terra, in quello che è stato il suo primo volo suborbitale. È comunque vero che lo stesso Elon Musk, giusto prima del lancio, aveva smorzato gli entusiasmi, paventando possibili malfunzionamenti. Visionario sì, ma anche realista.

Grandi numeri per una monumentale opera dell'uomo

Passando da una sfida tecnologica all’altra, in Norvegia presto inizieranno i lavori di scavo per lo Stad Ship Tunnel. Una galleria la cui lunghezza sarà di quasi due km, mentre altezza e larghezza saranno di 50 e 36 metri. Un gigantesco traforo che fra cinque anni permetterà alle navi di saltare – navigando senza scossoni – lo Stadhavet, braccio di mare spesso sferzato dalle tempeste e fra i più pericolosi di questa nazione scandinava. I portali saranno a Selje e sul Moldefjord e l’Amministrazione costiera nazionale prevede che ogni giorno vi transiteranno dalle 70 alle 120 navi, fra mercantili e passeggeri. Davvero grandi numeri per questa monumentale opera dell’uomo.

Il 1982 fu anche l'anno del primo «silenzio stampa»

Se n’è andato Paolo Rossi, eroe del Mondiale di calcio andato in scena in terra di Spagna. Correva il 1982, quella rassegna iridata entrò negli annali per i gol di «Pablito» e il trionfo dell’Italia. Ma non solo. Gli uomini della spedizione azzurra decretarono infatti il primo «silenzio stampa» nella storia del calcio, se non di tutto lo sport. I giocatori decisero di non più parlare coi giornalisti, dopo le critiche subìte per i risultati modesti nel girone eliminatorio, le voci sui ricchi premi promessi dalla FIGC e soprattutto una battuta sulla presunta omosessualità di Rossi e Antonio Cabrini. Quale unico portavoce della squadra venne scelto il glorioso portiere e capitano Dino Zoff. E alla fine il silenzio fu d’oro.